Incontriamo i libri

Leggere è volare

Leggere è sognare

Articoli su argomenti vari

Storie per crescere: lettura e narrazione alla scuola dell'infanzia

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

Questo primo approccio alla fiaba aprirà la strada alle attività di narrazione e, successivamente, di scrittura

Zannoner, P. (2020). Ti racconto le fiabe. Firenze: Giunti Editore

COME LEGGERE LE FIABE?a) Ad alta voceProponiamo la lettura ad alta voce, indispensabile nella scuola dell’infanzia e nel biennio della primaria, ma che io non abbandonerei mai perché la lettura dell’insegnante fornisce una vera e propria traccia sonora del testo, una linea modulare da imitare per raggiungere migliori standard di lettura individuale e silenziosa, un modello espressivo per la pronuncia, l’accentazione, l’enfatizzazione delle esclamative, la cadenza delle interrogative, la composizione stessa delle frasi, il riconoscimento di allocuzioni, metafore, espressioni idiomatiche, umoristiche, neologismi… b) Come momento di benessereLa lettura di una fiaba può impegnare da un minimo di 7-8 minuti ai 20 per le storie più lunghe e articolate. Si può quindi inserirla nella normale routine scolastica, come pausa e come recupero di attenzione. c) Usando strategie di attenzioneNaturalmente è molto importante che la lettura sia espressiva. La maggior parte degli insegnanti usa già strategie di attenzione, come: • scrutare i bambini sollevando spesso lo sguardo dal libro (un modo per portarli dentro le pagine); • leggere mostrando le figure dei libri illustrati (ma a volte si crea confusione tra chi non vede, chi vuole vedere meglio…); • porre domande in momenti critici: “chissà cosa succederà adesso?”. d) “Giocando” con i dialoghi Non è una novità anche la concentrazione sui dialoghi, differenziando le voci dei personaggi. Ma, la nostra voce ci può fornire molti accorgimenti in più, che catturano maggiormente l’attenzione di bambini, oggi meno abituati a restare in ascolto. • Pensiamo all’uso del volume della voce: più acuto o più grave per personaggi diversi, sussurrato o alto in corrispondenza di passaggi critici. • La voce può rallentare o accelerare certe sequenze, se frenetiche o se più distese. • Può tremolare o balbettare o brontolare, soffiare, gorgogliare, insomma offrirci un ventaglio molto ampio di possibilità, senza esagerare e senza trasformare la storia in una vera e propria drammatizzazione. e) Continuando anche a distanza La lettura ad alta voce può essere anche fruita a distanza dagli alunni, grazie alla registrazione su app vocali e video, se desideriamo che seguano anche da casa un’attività che abbiamo deciso di programmare e di svolgere con regolarità.

Da narratrice, io non soltanto credo, ma affermo che sì, le fiabe sono molto attuali e anzi, dal mio punto di vista narratologico, le considero fondamentali. Anzitutto, perché le fiabe sono strutture narrative semplici (non a caso si definisce “fabula” il soggetto di un racconto): svolgono un percorso narrativo lineare, chiaro, seguendo un personaggio dall’inizio alla fine, senza divagazioni né uso di tecniche come l’analessi (il flashback) o la prolessi (l’anticipazione di eventi). TORNARE ALLE ORIGINI Le fiabe sono archetipi narrativi e sono usate come modelli per narrazioni multimediali (film, serie televisive, romanzi, giochi ecc.) e generi narrativi diversi (horror e fantasy in particolare attingono dal mondo della fiaba), non soltanto per bambini, ma per un pubblico molto più vasto, che richiede l’ingresso in un mondo immaginario diverso da quello reale, dove però, in modo allegorico, si affrontano inquietudini e drammi della realtà. Le fiabe, condensando nelle trame elementi provenienti dal mito, offrono una simbologia che parla di noi, delle nostre pulsioni, del nostro mondo interiore inespresso e inascoltato, che produce dinamiche relazionali complicate, percorse da sentimenti contrastanti. Dunque, a mio avviso è opportuno tornare alle fiabe originali, popolari, più volte rimaneggiate, interpretate e trasposte, adattandosi a esigenze spettacolari o morali o di costume, come i magnifici film di Disney che hanno cristallizzato le principesse sul modello femminile degli anni Cinquanta e Sessanta e, per superarlo, hanno dovuto trovare altre figure in leggende o in storie in cui le ragazze diventassero protagoniste attive e coraggiose.

Esistono fiabe di tutti i tipi, perché provengono da tutto il mondo e sono in grado di accontentare tutti i gusti. In questo libro ne ho raccolte alcune e le ho scritte esattamente come le racconto alle mie bambine e ai miei bambini, un po’ seguendo la versione originale tratta da volumi antichi, un po’ cambiando e aggiungendo del mio, cercando di renderle più moderne nel linguaggio. Per ascoltare le mie fiabe, però, bisogna prepararsi in questo modo: • spegniamo tutte le luci e lasciamone accesa una per leggere le pagina. Se leggete su tablet illuminato, accendete comunque una piccola luce per creare un’atmosfera di soffice penombra; • sediamoci comodi sul divano, sul tappeto, voi appoggiati a un bel cuscino morbido, i vostri bambini intorno, perché le fiabe si trasmettono a voce, a pelle, a sguardo, a battito di cuore; […] • leggiamo con calma, con lentezza, con piacere. Non c’è fretta! La fiaba ci guida in un inesorabile cammino umano non in una incontrollabile corsa sfrenata. Sapremo trovare voci diverse un po’ diverse per ogni personaggio: sottile, tremolante, ferma, dolce, sussurrata o un po’ più alta, balbettante o decisa. Quanto più presteremo il nostro corpo al testo, tanto più la fiaba diventerà nostra, il nostro discorso per i bambini, per dar loro accesso alla fantasia, alla meditazione, alla capacità di raccontare, di serbare le storie e immaginarle.

“C’era una volta una scrittrice che nel tempo libero raccontava le fiabe ai suoi bambini. Non erano storie inventate da lei, ma fiabe classiche, molto antiche, alcune imparate da bambina grazie a una zia fiorentina, e molte altre scoperte nei libri. […]Quella scrittrice, come avrete capito, sono io.Dopo aver realizzato tanti libri con storie in parte reali in parte inventate, ho pensato che fosse arrivato il momento di raccontare a tutti i bambini quelle fiabe speciali, alcune molto famose, altre meno, che stabiliscono un dialogo e che propongono avventure diverse da quelle a cui sono abituati i lettori e gli spettatori di oggi. Proprio perché queste avventure rappresentano la base, lo schema di tantissimi racconti moderni e perciò affascinano e colpiscono l’immaginazione e il sentimento. […]

ATTUALIZZARE LE FIABE Non ce n’era molto bisogno, in realtà, perché nelle fiabe troviamo già queste figure più sfaccettate rispetto alle loro trasposizioni. Nel mio libro Ti racconto una fiaba (Giunti Editore) ne ho rintracciate e raccontate numerose: da un Cappuccetto Rosso, che nella versione originale di Grimm contiene un secondo finale (e cioè un ritorno dalla nonna con un lupo molestatore, che stavolta viene conciato come si deve da nonna e nipotina) a una Bella Addormentata che, una volta sveglia, convive con il Principe nel suo palazzo antico, mette al mondo due bambini e poi si trasferisce nel regno del marito dove deve difendere sé stessa e i suoi figli. Leggere le storie originali (che io mi sono permessa di “attualizzare” con un linguaggio contemporaneo, calcando un po’ sull’ironia) è il primo passo per lavorare ampiamente con le fiabe, con temi e percorsi che possono fornirci scenari di invenzione e di rimando a temi sensibili contemporanei.

Offriamo quotidianamente ai bambini occasioni di ascolto di fiabe.

Leggere le fiabe ai nativi digitali

Dove trovi questo contenuto