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L&rsquo;errore è un momento inevitabile della costruzione della conoscenza. Per promuovere un apprendimento significativo occorre quindi vincere la tentazione di banalizzare le richieste, e proporre attività di adeguata complessità, che da un lato mettano l&rsquo;allievo di fronte a una situazione nuova, dall&rsquo;altro siano comprensibili e affrontabili con le risorse che possiede. È essenziale che tali attività non siano utilizzate per una valutazione sommativa, e siano proposte in classe, favorendo il lavoro collaborativo. I bambini liberi dalla paura di sbagliare investono le proprie risorse nel compito con serenità e creatività: la classe funziona come una vera e propria &ldquo;comunità di pratica&rdquo;, gli errori sono occasione di apprendimento, e l&rsquo;insegnante rimane continuamente stupito dalle strategie e dalle idee che emergono da tutti gli allievi, quando lavorano in queste condizioni.

Condividi con noi i problemi affrontati con la tua classe! Scrivi a problemialcentro@giunti.it

Rosetta Zan è stata docente di Didattica della Matematica presso l&rsquo;Università di Pisa. La sua ricerca riguarda i processi di insegnamento e apprendimento della matematica, con particolare attenzione alle difficoltà degli allievi, al problem solving, alla formazione insegnanti. È direttrice scientifica, insieme a Pietro Di Martino, del progetto &ldquo;Problemi al centro&rdquo; di Giunti Scuola.

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Ripensare al ruolo dei problemi nella didattica della matematica: così è nato e cresciuto il progetto Giunti Scuola per la primaria <a href="https://www.giuntiscuola.it/formazione#formazione-problemi-al-centro">Problemi al Centro &ndash; Matematica senza paura</a>. Webinar, materiali da usare in classe, testi per l&rsquo;insegnante, flashcard e un confronto costante nella community di docenti e con gli esperti, Rosetta Zan e Pietro Di Martino (direzione scientifica).

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Qual è il ruolo dell&rsquo;errore nell&rsquo;insegnamento della matematica?

Valutazione formativa e matematica: in che modo l&rsquo;attenzione ai processi può diventare un modo importante di valutare?

Tutti i matematici e i didattici concordano sul fatto che per imparare ad affrontare problemi bisogna... affrontare problemi, tanti e vari, con continuità. Parlo volutamente di &ldquo;affrontare&rdquo; e non di &ldquo;risolvere&rdquo; perché esistono anche problemi non risolubili, ed è importante che i bambini ne acquistino consapevolezza, ma anche perché le competenze di problem solving si acquisiscono a prescindere dal fatto che i problemi affrontati vengano risolti. 
I bambini imparano in modo naturale alcune strategie utili se l&rsquo;insegnante propone in classe problemi significativi e di adeguata complessità, favorisce il lavoro collaborativo (coppie, piccoli gruppi) e alla fine stimola il confronto fra le varie interpretazioni, le varie idee, le varie strategie utilizzate, le varie rappresentazioni adottate. 
È lo spirito del progetto Problemi al centro, promosso da Giunti Scuola, che coordino insieme a Pietro Di Martino.

Quali sono le strategie per costruire un rapporto sereno con la matematica?

Problemi al centro: un progetto per le classi

Un rapporto sereno presuppone l&rsquo;assenza di paura, che per moltissime persone invece è l&rsquo;emozione più associata alla matematica. Naturalmente la matematica non fa paura di per sé: è il modo in cui viene presentata che &ldquo;insegna&rdquo; la paura ai bambini. Si tratta soprattutto della paura di sbagliare, e deriva dal fatto che in matematica l&rsquo;errore è associato al fallimento. 
Questa identificazione errore / fallimento ha le sue radici in una visione della matematica come disciplina fatta solo di regole da ricordare e applicare, in cui l&rsquo;aspetto importante è dare risposte corrette, possibilmente in poco tempo. 
È questa visione che va superata, mettendo invece al centro dell&rsquo;insegnamento i processi (comprendere, esplorare, congetturare, argomentare, controllare...), a loro volta attivati dai problemi.

Come insegnare ai bambini e alle bambine della primaria strategie per risolvere problemi?

L&rsquo;attenzione ai processi è essenziale per una valutazione formativa e per un insegnamento effettivamente inclusivo: i prodotti sono giusti o sbagliati, e allora per &ldquo;aiutare&rdquo; un bambino con difficoltà la tentazione è quella di abbassare la complessità per aumentare la probabilità di avere una risposta corretta. 
Nei processi invece possiamo cogliere infinite sfumature, e quindi far percepire al bambino che sta facendo progressi e che può continuare a far- ne. In fondo è il discorso delle competenze, non a caso descritte come processi nei traguardi delle Indicazioni Nazionali. 
Il punto quindi è imparare a osservare i processi: come i bambini argomentano, utilizzano rappresentazioni, affrontano il testo di un problema, attivano processi di controllo... 
È un lavoro nuovo per gli insegnanti, impegnativo, ma che valorizza la loro professionalità e rende l&rsquo;insegnamento simile a un lavoro di ricerca.

I problemi che aiutano a crescere

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