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Didattica continua... | Il martedì della scuola dell'infanzia

Il tempo di meravigliarsi


 In questo tempo strano, stanno sorgendo nuove consapevolezze, tornano a essere esigenze prioritarie l’educare all’amore e alla virtù, alla costruzione di relazioni improntate sul rispetto e la cura di sé, degli altri e dell’ambiente. I bambini hanno bisogno di essere ascoltati e di imparare ad ascoltare per crescere umanamente.


 Alla base di ogni educazione civica, è fondamentale capire il proprio compito nel mondo, usare meglio la ragione, riconoscere l’interdipendenza che c’è tra le persone. L’emergenza sanitaria ha portato disagi, situazioni delicate, talvolta dolorose e disarmanti. Abbiamo vissuto un ripensamen

Il tempo di meravigliarsiIn questo tempo strano, stanno sorgendo nuove consapevolezze, tornano a essere esigenze prioritarie l’educare all’amore e alla virtù, alla costruzione di relazioni improntate sul rispetto e la cura di sé, degli altri e dell’ambiente. I bambini hanno bisogno di essere ascoltati e di imparare ad ascoltare per crescere umanamente.Alla base di ogni educazione civica, è fondamentale capire il proprio compito nel mondo, usare meglio la ragione, riconoscere l’interdipendenza che c’è tra le persone. L’emergenza sanitaria ha portato disagi, situazioni delicate, talvolta dolorose e disarmanti. Abbiamo vissuto un ripensamento del tempo: tempo libero, tempo della famiglia, del lavoro e della scuola. Scopriamo essere pervasiva una ricognizione sui significati di questa esperienza. Tutto questo passa nel quotidiano dei bambini, talvolta in modo prorompente, portando alla luce temi esistenziali che pongono riflessioni a tutte le età.I bambini sono stati protagonisti e pensatori spesso silenti, ma forse anche i migliori “dispensatori” di risorse umane, di energie per far fronte a tutto questo.Anzi, con la nuova ripresa della scuola, proprio grazie all’infanzia, si è potuto intraprendere un cammino importante: trasformare difficoltà e inquietudini in opportunità di crescita per l’intera comunità.

Nella comunità di ricerca i bambini imparano a esprimere riflessioni tenendo conto delle idee degli altri.

Per una scuola al tempo del... dialogo!La cura del pensare, come interazione tra le dimensioni critica, creativa e valoriale, sta alla base delle proposte della Philosophy for Children. Matthew Lipman, ideatore di questo metodo, riteneva che pensare fosse un’attività naturale, ma che potesse essere migliorata. A questo scopo ha creato, a partire dagli anni ’70, una scuola per insegnanti e un curricolo (5-18 anni), pensato per trasformare le classi in comunità di ricerca, perché: “un bambino che migliora la capacità di pensare non soltanto è un bambino che è cresciuto, ma è anche un bambino che ha aumentato la sua capacità di crescere”. Per saperne di più: <ul><li>Leggi l'articolo:&nbsp;<a data-cke-saved-href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/philosophy-for-children" href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/philosophy-for-children" target="_blank">Philosophy for Children</a></li></ul> La condizione interattiva dell’imparare a pensare insieme genera la capacità di formulare giudizi migliori e, di conseguenza, modi accoglienti di considerare la vita degli altri e la propria, stimando sentimenti ed emozioni, esperienze e vissuti, come finestre verso il mondo, anziché come “ostacoli” o problemi.

La meraviglia dell'infanziaI bambini sono meravigliosi e questa è la loro grande forza: tra infanzia e meraviglia c’è uno stretto legame e questa filastrocca di Bruno Tognolini ci offre alcune suggestioni.

Ma i bambini, pensano filosoficamente?Il dialogo è un potente metodo di cambiamento cognitivo che favorisce un pensiero attento al convivere con le persone, gli animali, la natura e alla conoscenza di sé stessi. <ul><li>Avere percezione di sé stessi, attraverso esperienze con gli altri, sviluppa nei bambini la capacità di scegliere modi di esprimere il proprio io ideale. L’attività dialogica, attraverso le sue molteplici espressioni, promuove il comprendersi in una visione prospettica, un proiettarsi creativamente in ogni cosa. </li><li>La Philosophy for Children propone materiali “filosofici”, nel senso che aiutano gli insegnanti a preparare sessioni di dialogo, a facilitare lo sviluppo di capacità dialogiche attraverso gli strumenti della filosofia. L’attività filosofica nasce per dare un senso all’esperienza che gli esseri umani hanno in relazione con sé stessi, le persone e il mondo. I bambini vivono in stretta relazione con la natura, capaci di amplificare ciò che li tocca. Come “gocce d’acqua”, hanno una sorta di “lente di ingrandimento” che li pone costantemente in prossimità delle cose, per conoscere come sono e come funzionano. </li></ul>

L’agenda è uno strumento fondamentale per raccogliere le idee dei bambini e restituirle al gruppo in modo comprensibile.

Pensare e agire Nella scuola del dialogo è importante creare le condizioni per accogliere e sviluppare il pensiero complesso, perché un approccio multidimensionale alla conoscenza permette di considerare visioni alternative del mondo, collocando le nostre esperienze in una prospettiva nuova: “pensare creativamente e agire in modo etico”. <ul><li>Sviluppare il dialogo con i bambini comporta il saperli ascoltare. Ascoltare è dedicare il tempo che occorre per capire e far conoscere a chi sta parlando che l’abbiamo compreso. </li><li>Agire in modo etico comporta la disponibilità a tener conto di avere bisogno del contributo dell’altro e a seguire curiosamente una strada diversa dalla propria. </li></ul>

Il tempo di meravigliarsiIn questo tempo strano, stanno sorgendo nuove consapevolezze, tornano a essere esigenze prioritarie l’educare all’amore e alla virtù, alla costruzione di relazioni improntate sul rispetto e la cura di sé, degli altri e dell’ambiente. I bambini hanno bisogno di essere ascoltati e di imparare ad ascoltare per crescere umanamente.Alla base di ogni educazione civica, è fondamentale capire il proprio compito nel mondo, usare meglio la ragione, riconoscere l’interdipendenza che c’è tra le persone. L’emergenza sanitaria ha portato disagi, situazioni delicate, talvolta dolorose e disarmanti. Abbiamo vissuto un ripensamento del tempo: tempo libero, tempo della famiglia, del lavoro e della scuola. Scopriamo essere pervasiva una ricognizione sui significati di questa esperienza. Tutto questo passa nel quotidiano dei bambini, talvolta in modo prorompente, portando alla luce temi esistenziali che pongono riflessioni a tutte le età.I bambini sono stati protagonisti e pensatori spesso silenti, ma forse anche i migliori “dispensatori” di risorse umane, di energie per far fronte a tutto questo.Anzi, con la nuova ripresa della scuola, proprio grazie all’infanzia, si è potuto intraprendere un cammino importante: trasformare difficoltà e inquietudini in opportunità di crescita per l’intera comunità.

Durante la sessione, esprimiamo concetti scelti nel dialogo, usando diversi linguaggi.

Educazione civica: Dare voce all’infanzia, attraverso il dialogo filosofico, pone le basi per un’esperienza di cittadinanza.

L’attività dialogica, attraverso le sue molteplici espressioni, promuove il comprendersi in una visione prospettica, un proiettarsi creativamente in ogni cosa.

L’insegnante si trasforma in facilitatore del dialogo ed è sensibile al contesto.

Ciascuno partecipa con un proprio contributo, come sa fare. Durante la sessione proponiamo, attraverso il gioco, questioni filosofiche e domande di senso. Per esempio sull’identità: “Chi sono io? Che cosa posso fare?”.

Tradurre il pensiero con diversi linguaggiOggi più che mai, intendere l’educazione come processo creativo è importante. I bambini sono dotati di una grande immaginazione e fantasticano su ogni cosa. Riconoscere questi pregi, considerare i legami tra pensiero e linguaggio, valorizzare l’espressione e l’utilizzazione di diversi linguaggi, è un lavoro che modifica l’impianto didattico e, di conseguenza, la qualità delle relazioni con i bambini e tra i bambini. È il momento ideale per sottolineare l’importanza che i processi comunicativi rivestono per loro. <ul><li>Nelle sessioni di dialogo, i bambini incontrano opportunità diverse di esprimersi e i dialoghi sono pensati per sviluppare capacità di ricerca e traduzione. Quest’ultima, è intesa in senso lato: come processo linguistico, come trasposizione di significati da una parola a un’altra e come abilità di attivare processi di interscambio tra linguaggi, tra situazioni, con sempre maggiore “fluidità”. Per esempio, si traduce una poesia in una musica, un suono in un movimento, un gesto in un disegno, un urlo in una mimica. </li><li>I bambini imparano a conservare i significati e a cambiare la loro formulazione, avvicinandosi così alla lingua scritta e al piacere di leggere con maggiore padronanza. </li><li>Costruiscono sulle proprie idee e sulle idee degli altri, attraverso regole comuni, per procedere insieme nella ricerca in uno scenario di gioco collaborativo. </li></ul>

Le sessioni di dialogo si possono realizzare anche con bambini molto piccoli.

<ul><li>A scuola, si può riuscire a cogliere questa spinta generativa e trasformarla in un progetto fondato sul dialogo fin da piccoli, che porti il “domandare” al centro. </li><li>Toccare ed esplorare con tutti i sensi, creare a partire da un’intuizione, stupirsi di fronte al mondo, accompagnano la vita dei bambini. La meraviglia è domanda e slancio verso il gioco e la ricerca. Ma la meraviglia è anche risposta al nostro sguardo, qualcosa che ci appaga e, nello stesso tempo ci appassiona; ci spinge e ci trattiene al tempo stesso, mettendo in movimento emozioni e sentimenti. </li></ul>

La meraviglia è un dono rotondo che va e ritorna fra gli occhi ed il mondo. Gli occhi la spargono su fiori e prati e poi li guardano meravigliati. Gli occhi la spalmano sopra le cose e poi le trovano meravigliose. La meraviglia sta in quello che guardi? Oppure sta nei tuoi sguardi? Sta nelle cose che vedi e che tocchi? O nelle mani e negli occhi?... Tognolini, B. (2013). Rime raminghe. Milano: Salani.

Dialoghi filosofici con i bambini

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