Scuola dell'infanzia di marzo: Parole per crescere

Scuola dell'infanzia di novembre: Lavorare in gruppo

Scuola dell'infanzia di dicembre: Educare a pensare

Saluto e mi presento

In classe: gli oggetti e le azioni a scuola

Parole per ritrovarsi

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CREARE CONTESTI &ldquo;AMICI&rdquo;

Quando un bambino o una bambina entra in un contesto &ldquo;altro&rdquo;, pu&ograve; provare un senso di minaccia, di straniamento, di solitudine che va a sommarsi alla sfida di ambientarsi in un luogo e a persone anch&rsquo;esse sconosciute. Pu&ograve;, cos&igrave;, essere difficile: sentirsi a proprio agio; riuscire a comunicare i propri bisogni; riuscire a interagire con i pari in modo favorevole. Allo stesso modo, anche bambine e bambini con difficolt&agrave; nello sviluppo del linguaggio possono trovarsi in altrettanta fatica.

&ldquo;La complessit&agrave; culturale e il plurilinguismo sono una ricchezza difficile&rdquo; (Linee Pedagogiche per il Sistema Integrato zerosei): infatti, se da un lato la diversit&agrave;, anche linguistica, rappresenta un valore, dall&rsquo;altro, tale complessit&agrave; interroga educatori e insegnanti rispetto a come garantire, nella quotidianit&agrave;, l&rsquo;opportuno accompagnamento e ascolto empatico affinch&eacute; tutti possano sentire i contesti scolastici come luoghi amici, dove sia possibile coltivare la loro identit&agrave; a tutto tondo, compresa la o le lingue parlate in famiglia.

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Costruiamo ponti e strade per permettere a ciascun bambino e bambina di sentirsi visto e considerato nella propria soggettivit&agrave;, compresa la propria lingua madre

CHE COSA FARE&hellip;

PROGETTARE PRATICHE EDUCATIVE ACCOGLIENTI

Bambini e bambine di origine straniera che giungono nel nostro Paese o che nascono in famiglie dove si parlano lingue differenti dall&rsquo;italiano, possono provare un iniziale senso di disorientamento e di isolamento quando iniziano a frequentare il nido o la scuola dell&rsquo;infanzia.

Per quanto il loro sviluppo linguistico, soprattutto al nido, sia ancora nelle fasi iniziali, fin dal periodo prenatale, sono letteralmente immersi in un bagno sonoro che, attraverso la voce dei genitori e delle persone a loro vicine, li nutre e costruisce le fondamenta della comunicazione umana. Questo imprinting, sommato all&rsquo;esperienza post-natale, contribuisce a creare un senso di familiarit&agrave; verso determinati suoni linguistici che andr&agrave; poi a costruire la competenza linguistica, ricettiva ed espressiva. La familiarit&agrave; verso la lingua madre, profondamente inscritta nella storia di ognuno di noi, genera anche un significativo senso di sicurezza nel trovare e ritrovare quei suoni che, fin dall&rsquo;inizio della vita, ci hanno accompagnato.

SUGGERIMENTI OPERATIVI PER INCLUDERE TUTTI E TUTTE

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	<li>Valorizzare non solo la comunicazione verbale, ma anche quella non verbale, preponderante al nido, ma sempre importante a tutte le et&agrave;. Come possiamo, quindi, anche alla scuola dell&rsquo;infanzia, promuovere, avvalorare, sostenere la comunicazione sul piano corporeo? In che modo possiamo far sentire compresi e ascoltati quei bambini che, per diversi motivi, potrebbero essere in difficolt&agrave; con il linguaggio verbale?</li>
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	<li>Utilizzare aiuti visivi: agenade visive che rappresentano le routine della giornata, singole tessere per le diverse attivit&agrave; o per richieste specifiche, possono essere validi supporti per tutti i bambini e le bambine.</li>
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	<li>Considerare le diverse lingue come una ricchezza, un punto di forza della propria sezione, evitando di chiedere ai genitori di parlare italiano con i loro figli e, anzi, sostenendoli nel proseguire a usare la propria lingua madre.</li>
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	<li>Riservare spazi e tempi per dare alle diverse lingue presenti un ruolo protagonistico nello scambio con e tra i bambini, per esempio durante il circle time o le uscite sul territorio, in biblioteca ecc.</li>
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	<li>Coinvolgere attivamente le famiglie all&rsquo;interno di progetti che le vedano come nostre partner con l&rsquo;obiettivo di costruire insieme percorsi che possano generare nuovi apprendimenti per tutti rispetto alle diverse lingue e culture presenti in sezione. 
	Laddove il coinvolgimento delle famiglie risulti complesso, possiamo comunque lavorare con bambini e bambine, anche sfruttando i mezzi e gli strumenti digitali, per portare avanti ricerche e indagini che consentano di allargare gli orizzonti di tutti.</li>
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Quale via possibile ci indicano le Linee Pedagogiche per valorizzare il patrimonio culturale e linguistico di cui bambini e famiglie sono portatori?

Proseguendo nella lettura troviamo un&rsquo;esplicitazione importante: &ldquo;attirare l&rsquo;attenzione sulle lingue, creare contesti nei quali si possono usare pi&ugrave; lingue, consente di riconoscere il patrimonio culturale di ogni bambino, di sviluppare abilit&agrave; comunicative diversificate, di sollecitare curiosit&agrave; ed esplorazioni di lingue diverse.&rdquo; L&rsquo;italiano e le altre lingue si imparano &ldquo;giocando, sperimentando, interagendo, ascoltando storie, esplorando la realt&agrave; circostante insieme agli altri bambini e agli adulti.&rdquo;

L&rsquo;indicazione &egrave; quindi quella di progettare pratiche educative accoglienti, in grado di includere le diverse lingue presenti nelle nostre sezioni, attribuendo a ciascuna importanza, dignit&agrave; e valore.

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In che modo possiamo quindi lavorare per rendere le realt&agrave; educative 0-6 luoghi amici e non &ldquo;stranianti&rdquo; per bambini e bambine? In che modo valorizzare le differenze linguistiche? Come supportare quei bambini in fatica rispetto allo sviluppo linguistico? In che modo possiamo costruire pratiche nutrienti che concorrano a sviluppare menti aperte e curiose? Come gettare le basi perch&eacute; i bambini si sentano cittadini del mondo? Come tenere dentro anche le famiglie in queste riflessioni?

Ecco alcuni spunti su cui riflettere.

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Son tutte belle le lingue del mondo

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