Virtù dell’errore

Le tecnologie peggiorano l’apprendimento? Che cosa dice veramente il rapporto OCSE

Bambini e sessualità, un avvicinamento troppo precoce?

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

L’uso massiccio delle tecnologie digitali per bambini e ragazzi, in condizioni di isolamento sociale, che effetto può avere in generale e, in particolare, sull’empatia e sulla dimensione relazionale?

In un suo recente lavoro lei ha messo in evidenza l’importanza di andare oltre le classificazioni diagnostiche e di lavorare piuttosto sulle funzioni cognitive, affettive, relazionali degli allievi. Quali le implicazioni di questo approccio in ambito scolastico?

Nel lavoro cui lei fa riferimento portavo un esempio: non ci può essere una “taglia unica” di abiti per persone diverse e in continuo cambiamento. La scuola ha bisogno di attivare reti di interventi funzionali agli specifici scopi in certi momenti e in certi contesti, e per i singoli alunni; e questo comporta l’impossibilità di definire categorie fisse e rigide uguali per tutti. Materiali e metodi per attivare le diverse reti e la loro interconnessione implicano l’uso di diverse procedure: che cosa serve a quell’alunno in quel momento? Quali strategie preferisce e attua meglio, e dunque su quali metodi si può far leva?La stimolazione delle emozioni e delle motivazioni richiede spunti adatti allo specifico alunno e alla relazione che si stabilisce con l’insegnante e con i coetanei. Nel contesto scolastico questo apre prospettive nuove e più flessibilmente adattive rispetto alla scuola delle etichette e delle soluzioni preconfezionate per ciascuna etichetta: utili in una prospettiva di “diagnosi” (per esempio per le certificazioni) e di “cura”, sul modello medico-terapeutico; meno per il lavoro con i “bisogni speciali” in cui bisogna mettere in primo piano le funzioni da implementare per gli alunni che ne sono carenti, a prescindere dall’etichetta che la diagnosi ha loro assegnato.

Conosciamo da una letteratura ormai consolidata la funzione motivante che nell’apprendimento hanno le convinzioni e le attribuzioni dell’alunno riguardo l’intelligenza e la personalità, l’approccio allo studio e l’uso di strategie di apprendimento sorrette da stili cognitivi adatti a ciò che lo studio richiede. Valutazione metacognitiva delle proprie capacità, immagine di sé e autostima, adeguate competenze emotive e relazionali, sono pure essenziali per riuscire nell’apprendimento.Lo studente “di successo” è quello che sa affrontare le difficoltà e i momenti critici dell’apprendimento e le situazioni di valutazione e che sa gestire anche le relazioni interpersonali. Queste competenze “trasversali”, cognitive e socio-emotive, vanno quindi potenziate in parallelo con l’apprendimento, anzi in alcuni casi preliminarmente rispetto ad esso.

L’identità di bambini e ragazzi si sviluppa mediante un’interazione continua tra la persona e il suo contesto. Quando il contesto, come durante le emergenze, costringe a determinati comportamenti sociali, l’identità si assesta su criteri diversi, ma percepiti come transitori. Durante la pandemia si è cercato di surrogare l’interazione impedita in presenza con quella a distanza mediante i social media e le piattaforme telematiche.Però la comunicazione a distanza è una compensazione, non una vera e piena alternativa. Questo è vero particolarmente per i bambini e gli adolescenti. Per esempio, a scuola l’apprendimento deve essere anche cooperativo e la relazione diretta con gli insegnanti e con il gruppo-classe è essenziale. A distanza non si può compensare tutto ciò, e non per tutti allo stesso modo. C’è il rischio che quanti erano già più indietro – sul piano dell’apprendimento ma anche su quello emotivo e relazionale – lo restino ancora di più: questo distacco andrà recuperato in qualche modo quando la situazione sarà normalizzata.

Quanto incidono le competenze emotivo-motivazionali sui processi di apprendimento degli allievi?

In qualità di presidente dell’Associazione Italiana di Psicologia, quale specifico contributo ritiene possa dare la Psicologia all’educazione e alla scuola in questo particolare momento storico?

La ricerca scientifica può offrire significativi contributi sugli argomenti di cui si è tanto parlato durante l’epidemia di Covid, riguardo la scuola e l’educazione in generale. In un periodo di forzato distanziamento anche la ricerca si è spostata, quanto e come ha potuto, su canali digitali. Sono innumerevoli in Italia e nel mondo le ricerche avviate mediante strumenti telematici, come i questionari online: sia sugli effetti psicologici dell’epidemia e del distanziamento, sia sull’efficacia degli stessi strumenti digitali. Ma questi strumenti come possono essere di aiuto per aumentare le capacità di resilienza di alunni e insegnanti nei momenti di crisi?Su questo, la Psicologia dell’educazione sta facendo una riflessione metodologica per sfruttare a pieno le grandi possibilità di cui dispone per contribuire alla comprensione di fenomeni nuovi che sfidano le teorie e le prassi consolidate.

Santo Di Nuovo è professore di Psicologia presso l’Università degli Studi di Catania e attualmente è presidente dell’Associazione Italiana di Psicologia (AIP). Nell’ambito delle neuroscienze cognitive applicate collabora con centri di ricerca italiani e inglesi, in particolare sull’uso della Social Assistive Robotics per la riabilitazione e il trattamento di alunni con autismo e bisogni speciali. Di recente ha validato insieme con altri atenei uno strumento per la diagnosi dei disturbi specifici di apprendimento in studenti di scuola secondaria superiore e università. È autore di numerosi articoli e saggi sui metodi e sulle tecniche di valutazione e intervento educativo e orientativo, nonché sui fondamenti neuroscientifici delle funzioni cognitive e relazionali. Tra questi: <a data-cke-saved-href="https://www.scuolastore.it/it/book/prigionieri-delle-neuroscienze" target="_blank" href="https://www.scuolastore.it/it/book/prigionieri-delle-neuroscienze">Prigionieri delle neuroscienze?</a> (Giunti), Competenze trasversali e scelte formative (con Paola Magnano, Erickson), Alunni speciali, bisogni speciali. Interventi psicologici per i BES (il Mulino), Formazione e aiuto alla valutazione e alla ricerca psicopedagogica (nel volume Lo psicologo scolastico, a cura di Cesare Cornoldi e Luisa Molinari, il Mulino).

Oltre le etichette, esperienze di ricerca-azione

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