La relazione allievo-scuola-genitore

Il colloquio insegnante-genitore-allievo - "Pillole" per cominciare bene

La musica fa bene, prima e dopo la nascita

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

Fin dal primo momento, con me Francesca si è mostrata molto cordiale e socievole, mi ha guardato negli occhi sorridendo, mi ha dato una vigorosa stretta di mano e quando ha iniziato a parlare mi è parsa molto lucida, precis

Fin dal primo momento, con me Francesca si è mostrata molto cordiale e socievole, mi ha guardato negli occhi sorridendo, mi ha dato una vigorosa stretta di mano e quando ha iniziato a parlare mi è parsa molto lucida, precisa e di un’acutezza quasi disarmante. Queste, più o meno, le sue parole: «Le sembrerò matta, ma sono qui perché credo di aver capito che non ho fiducia nella vita, e non so come si fa ad acquisirla. Insomma, mi pare che la gente viva e basta, faccia le sue cose… la gente vive perché le viene spontaneo. A me no, a me sembra sempre di dover scegliere di vivere, ha capito? Non è automatico. È faticoso. Devo mettere da parte la consapevolezza della morte, delle malattie, delle catastrofi naturali, degli incidenti, delle cattiverie umane, delle perversioni… e a volte non mi riesce, a volte il male del mondo mi piomba interamente addosso e mi pare tutto insostenibile».
 


&laquo;La ragazza &egrave; molto depressa&raquo;, mi disse uno psichiatra per presentarmi Francesca (nome di fantasia), una diciassettenne gi&agrave; in cura farmacologica che gli aveva espressamente chiesto di poter fare qualche incontro &laquo;solo per parlare&raquo;. Con quella premessa avrei immaginato di conoscere una persona cupa, magari un po&rsquo; ricurva, con lo sguardo basso e l&rsquo;eloquio lento, ma mi si present&ograve; davanti tutt&rsquo;altro.

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«La ragazza è molto depressa», mi disse uno psichiatra per presentarmi Francesca (nome di fantasia), una diciassettenne già in cura farmacologica che gli aveva espressamente chiesto di poter fare qualche incontro «solo per parlare». Con quella premessa avrei immaginato di conoscere una persona cupa, magari un po’ ricurva, con lo sguardo basso e l’eloquio lento, ma mi si presentò davanti tutt’altro.
 


Il male del mondo

Indicazioni e strategie per favorire la collaborazione tra scuola e famiglia

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FAQ 15. La famiglia può chiedere di tenere nascosto il disturbo e applicare solo forme di tutela che non siano visibili o riconoscibili come tali dai compagni? (ed. PLUS)

Una ragazza “depressa”

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