Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

Star bene sempre | Laboratori

Attività 1

Lavoriamo in gruppo 1. Invitiamo i bambini a raccontare, a turno, la storia del proprio nome e il motivo della scelta da parte del- la famiglia. Proponiamo a chi ne è all’oscuro di usare l’immaginazione per partecipare all’attività. 2. Con i bambini più grandi possiamo cercare insieme il significato etimologico di ciascun nome. Parliamo anche dei nomignoli con cui veniamo chiamati in fa- miglia o dagli amici o di come avremmo voluto chiamarci, indicando un nome alternativo al nostro... 3. Dopo aver ascoltato il racconto di tutti, invitiamo a disegnare il proprio nome, cercando per ogni lettera un acronimo accompagnato da un aggettivo qualificante la persona. Per esempio, Nina: Naturale, Istintiva, Nutriente, Amorevole. Con i più piccoli, se necessario, diamo supporto nella fase di scrittura oppure proponiamo di creare accanto a ogni lettera un piccolo disegno simbolico che corrisponda sia alla lettera del nome, che alla personalità del narratore o della narratrice. Per esempio, Nina: disegno di una pianta per indicare Naturale; dell’animale preferito per Istintiva; di una torta al cioccolato per Nutriente; il ritratto della nonna per Amorevole. 4. Proponiamo ai bambini più grandi di disegnare un simbolo o logo che li rappresenti, un’immagine che sintetizzi in un messaggio, una virtù o un talento che sentono di esprimere tramite il proprio nome. 5. Disegniamo e coloriamo la scritta del nostro nome per creare un cartellone pubblicitario di presentazione, giocando sul registro ironico di pubblicità e autopromozione. Per esempio, possiamo immaginare che la classe si trasformi in un mercato dove ognuno vende il proprio talento pubblicizzandolo attraverso l’associazione con il proprio nome. 6. Mostriamo i lavori fatti chiedendo a ciascun autore di commentare il proprio.

L’autoritratto

Attività 2

Condividiamo Dopo l’attività facciamo riflettere i bambini su quanto fatto, a partire da alcune domande guida: “Che cosa si prova a raccontare di sé agli altri? Che cosa mi ha colpito dei nomi degli altri che non mi aspettavo?”.

Esplorare il proprio nome

Le attività di questa lezione sono a cura della rivista “Psicologia e scuola”.&nbsp;

<blockquote>Parlare di sé, raccontarsi è un’arte antica, funzionale alla scoperta di sé, al dare forma al proprio mondo interno ed è un’importante tecnica di intervento in ambito educativo. Proporre un laboratorio di narrazione di sé in classe offre l’occasione di strutturare un processo di conoscenza reciproca, per dare vita a quello stato di fiducia necessario a far convivere gli alunni in un clima emotivo armonico e costruttivo, all’interno del quale potersi affidare e appassionare all’apprendimento scolastico.</blockquote>

Le regole dell’autobiografia&nbsp; Prima delle attività è importante ribadire le regole fondamentali da rispettare durante queste esperienze: <ul><li style="text-align: justify;">quando qualcuno parla di sé gli altri non giudicano, non commentano, possono solo narrare la propria esperienza o raccontare come si sentono;</li><li>ciascun bambino propone una propria narrazione che va accolta per come viene espressa, assecondando il modo più o meno sintetico di esprimersi. In questo modo anche i bambini e le bambine più introversi potranno sentirsi liberi di partecipare all’attività senza l’idea di dover produrre un risultato e restando in contatto con il lavoro di gruppo.</li></ul>

Prima di iniziare l’attività è importante creare un clima di fiducia che permetta a ciascuno di

Prima di iniziare l’attività è importante creare un clima di fiducia che permetta a ciascuno di aprirsi agli altri. Formiamo un cerchio e troviamo, insieme ai bambini, un rito per sancire un sodalizio di affidamento reciproco, che agevoli il lavoro di condivisione. Un’idea potrebbe essere disporre tutti le mani rivolte al centro del cerchio, per poi stringerle e alzarle al cielo in segno di incoraggiamento reciproco.Con questa esperienza vogliamo focalizzare l’attenzione del bambino sull’importanza dell’individualità come ricchezza specifica di ciascuno, per aumentare il livello di autostima personale. Puntiamo anche a valorizzare la condivisione e l’elaborazione artistica e linguistica attraverso il disegno e la capacità autodescrittiva di sé.

Condividiamo <ul><li style="text-align: justify;">Chiediamo ai bambini che cosa hanno notato di sé e se è stato facile o difficile rappresentare sé stessi. </li><li style="text-align: justify;">Riflettiamo insieme su come ognuno avrebbe potuto modificare la propria presentazione in base alle suggestioni date dagli interventi dei compagni.</li></ul>

Il ruolo dell’educatore Nel proporre queste esperienze, è necessario che anche il docente abbia un autentico interesse per ciò che i bambini raccontano di sé, che sappia ascoltare e accogliere con rispetto e senza giudizio ciò che emerge e che sia attento a tutelare la privacy degli allievi se ci sono particolari fragilità sociali e familiari.

Prima di iniziare l’attività è importante creare un clima di fiducia che permetta a ciascuno di aprirsi agli altri. Formiamo un cerchio e troviamo, insieme ai bambini, un rito per sancire un sodalizio di affidamento reciproco, che agevoli il lavoro di condivisione. Un’idea potrebbe essere disporre tutti le mani rivolte al centro del cerchio, per poi stringerle e alzarle al cielo in segno di incoraggiamento reciproco. Con questa esperienza vogliamo focalizzare l’attenzione del bambino sull’importanza dell’individualità come ricchezza specifica di ciascuno, per aumentare il livello di autostima personale. Puntiamo anche a valorizzare la condivisione e l’elaborazione artistica e linguistica attraverso il disegno e la capacità autodescrittiva di sé.

Promuoviamo il racconto personale a partire&nbsp;dal presente, da un contatto con sé stessi e dalla possibilità di ciò che verrà, per poi condividerlo con il gruppo classe. L’elaborazione artistica della propria immagine corporea ha l’intento di invitare ognuno a entrare in contatto con sé stesso da un punto di vista artistico-visuale: l’autoritratto è un pretesto per dire qualcosa di sé attraverso la mediazione dell’immaginazione. Mettiamo gli allievi in primo piano per valorizzare la loro presenza nel gruppo come risorsa e per far sperimentare, in una condizione di gioco, l’importanza di vincere vergogna e imbarazzo di parlare di sé agli altri, indipendentemente dalle differenze caratteriali di ciascuno. Con questa esperienza entriamo in relazione con gli altri e creiamo una base di fiducia e coesione all’interno del gruppo classe che ci permette di esercitare una pratica di osservazione, ascolto e condivisione liberi dal giudizio.

Parlare di sé, raccontarsi è un’arte antica, funzionale alla scoperta di sé, al dare forma al proprio mondo interno ed è un’importante tecnica di intervento in ambito educativo. Proporre un laboratorio di narrazione di sé in classe offre l’occasione di strutturare un processo di conoscenza reciproca, per dare vita a quello stato di fiducia necessario a far convivere gli alunni in un clima emotivo armonico e costruttivo, all’interno del quale potersi affidare e appassionare all’apprendimento scolastico.

PSICOLOGIA E SCUOLA

Lavoriamo in gruppo 1. Invitiamo i bambini a realizzare e colorare il proprio autoritratto, scegliendo liberamente se ritrarre soltanto il volto o la figura intera. 2. Non diamo indicazioni particolareggiate, in modo da lasciare libertà espressiva ai pittori-narratori. 3. Una volta terminata la creazione esponiamo i quadri all’interno di una galleria d’arte, in una mostra&nbsp;collettiva di autori vari dal titolo “Autoritratti”, che verrà allestita all’interno della classe. 4. Invitiamo ogni narratore-artista a descrivere la propria creazione di fronte agli altri.

laboratori

<ol><li class="heading5"><a data-cke-saved-href="#att1" href="#att1">Esplorare il proprio nome</a></li><li class="heading5"><a data-cke-saved-href="#att2" href="#att2">L'autoritratto</a></li></ol>

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