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Qual è la base della formazione degli insegnanti di un servizio steineriano? Nella confusione economica e politica seguita alla sconfitta tedesca nel novembre 1918, Emil Molt direttore della fabbrica di sigarette Waldorf-Astoria di Stoccarda, prese la decisione di fondare una scuola per i figli dei suoi dipendenti e chiese a Rudolf Steiner di assumerne la direzione e l’organizzazione. Nell’agosto 1919 Rudolf Steiner tenne un corso di formazione per i futuri insegnanti e quello che disse cento anni fa è valido anche oggi, è patrimonio basilare per chi insegna nelle scuole Waldorf: “Non potete essere buoni educatori se guardate solo a ciò che fate e non badate molto di più a ciò che siete”. Questa è la base di quel processo di autoeducazione importantissima per affrontare le problematiche educative dei tre settenni.

Quali sono le problematiche educative dei tre settenni? Nel primo settennio, quando il bambino entra in relazione con il suo ambiente imitando, non servono discorsi morali e insegnamenti razionali. Agisce su di lui quello che l’adulto fa, con gioia e amore, davanti ai suoi occhi. Nei primi sette anni è al suo posto la gratitudine che l’educatore deve coltivare in sé per essere imitato e se avrà coltivato la gratitudine questa si trasformerà in amore. Nel secondo settennio non si fanno i compiti per dovere, ma perché si amano i genitori e l’insegnante. Il dovere appartiene al terzo periodo della vita: se saranno stati educati gratitudine e amore al momento giusto il dovere non sarà imposto, ma sgorgherà naturalmente dall’interiorità. Quindi è necessario sapere qual è il nutrimento giusto che ogni epoca richiede per poter crescere uomini e donne liberi.

Gli aspetti che identificano la pedagogia steinerianae come si possono rappresentare?
 


 È difficile parlare della pedagogia steineriana, non è qualcosa che si può insegnare, non ci sono ricette predefinite: è un’arte dell’educazione fondata sulla conoscenza dell’uomo costituito di un corpo, di un’anima e di un
 
 quid
 
 misterioso che possiamo chiamare spirito. È una conoscenza che comprende l’essenza della vita umana e per conoscere l’essenza della vita umana non ci si può accontentare di basarsi solo su ciò che si vede. Rudolf Steiner nelle sue conferenze pedagogiche mette in evidenza il fatto che tutta la vita è come una pianta che non conti

Gli aspetti che identificano la pedagogia steinerianae come si possono rappresentare? È difficile parlare della pedagogia steineriana, non è qualcosa che si può insegnare, non ci sono ricette predefinite: è un’arte dell’educazione fondata sulla conoscenza dell’uomo costituito di un corpo, di un’anima e di un quid misterioso che possiamo chiamare spirito. È una conoscenza che comprende l’essenza della vita umana e per conoscere l’essenza della vita umana non ci si può accontentare di basarsi solo su ciò che si vede. Rudolf Steiner nelle sue conferenze pedagogiche mette in evidenza il fatto che tutta la vita è come una pianta che non contiene solo quello che si vede, ma nasconde anche uno stadio futuro. Chi osserva una pianta rivestita di sole foglie, sa che dopo qualche tempo sul ramo frondoso vi saranno anche fiori e frutti e si potrà dire quale sarà il loro aspetto conoscendo la natura della pianta. Anche la vita umana contiene le disposizioni per il suo avvenire e per poter dire qualcosa occorre penetrare nella natura nascosta dell’uomo. La giusta base dell’educazione poggia quindi sulla conoscenza delle leggi evolutive della natura umana e le tre tappe della vita alle quali è rivolta l’arte pedagogica sono suddivise in settenni: 0-7; 7-14 e 14-21. Queste tappe non sono fasi isolate, né si sommano l’una all’altra; sono fasi evolutive che si “metamorfosano” nel corso degli anni. È fondamentale quindi avere dell’uomo l’immagine di un essere in divenire e sapere su quali parti dell’entità umana si deve agire in una determinata età.

Che cosa è importante nelle diverse tappe di sviluppo? Il bambino è come un fiore in boccio: nel primo settennio si dischiude il corpo fisico, nel secondo il corpo vitale, nel terzo il corpo senziente, quindi ogni età ha bisogno di interventi particolari da parte dell’educatore. Il bambino piccolo imita ed entra in relazione attraverso le azioni compiute con gioia e amore, non servono in questa età discorsi, spiegazioni, insegnamenti, ma è importante che l’educatore stia accanto a lui. Nel secondo settennio il bambino ha bisogno di conoscere vicende esemplari di uomini e donne; in questo periodo va curato il senso della bellezza e dell’arte e la musica deve apportare al suo corpo vitale quel ritmo che lo renda capace di sentire il ritmo nascosto anche in ogni altra cosa. È con la pubertà che si diventa capaci nei confronti delle cose della vita e del sapere per formarsi opinioni in piena indipendenza. È in questo periodo che si inizia a giudicare, perché si giudica quando si è accumulato materiale di giudizio, e per essere maturi per il pensare, si deve avere acquisito il rispetto per quello che altri hanno pensato. Per la pedagogia steineriana è necessario quindi conoscere l’uomo e sapere cosa richiede ogni età.

Bambole realizzate durante un laboratorio.

Gli spazi e i materiali che gli adulti predispongono hanno una funzione importante. Quali sono le scelte dell’approccio steineriano? Nel primo settennio il bambino lavora al suo corpo fisico e compie azioni che lo accompagnano per tutta la vita: impara a camminare, a parlare, a pensare e a dire “io” a sé stesso. In questo periodo va protetto da stimoli troppo intellettuali, quindi l’ambiente che lo circonda deve essere curato e semplice, il bambino deve vivere in un mondo buono, ricco di fantasia, di immagini, di meraviglia. Sono necessarie poche cose: giocattoli semplici costruiti dai genitori e dagli insegnanti con materiali naturali, stoffe, legni, pigne, oggetti cioè essenziali e poco definiti in modo che il bambino, con la sua fantasia, possa farli vivere come desidera. L’ambiente arredato viene trasformato dal bambino durante il gioco libero: tavoli e sedie diventano case, treni e ogni altra cosa che il bambino immagina e realizza con la sua fantasia. Ogni cosa è oggetto di trasformazione e se lasciamo il bambino libero di giocare, gli offriamo gli strumenti necessari per poi nella vita trasformare gli eventi che gli verranno incontro. È importante inoltre che i vari giochi, con un ritmo uguale nella giornata, vengano ordinatamente riposti negli appositi contenitori, scatole o cesti. La semplicità dei gesti e dell’ambiente offrono al bambino calore e serenità, tutto viene assorbito da lui fino a diventare parte del suo essere ed è così che apprende le qualità morali che saranno determinanti per il suo futuro.

Gli aspetti che identificano la pedagogia steinerianae come si possono rappresentare? È difficile parlare della pedagogia steineriana, non è qualcosa che si può insegnare, non ci sono ricette predefinite: è un’arte dell’educazione fondata sulla conoscenza dell’uomo costituito di un corpo, di un’anima e di un quid misterioso che possiamo chiamare spirito. È una conoscenza che comprende l’essenza della vita umana e per conoscere l’essenza della vita umana non ci si può accontentare di basarsi solo su ciò che si vede. Rudolf Steiner nelle sue conferenze pedagogiche mette in evidenza il fatto che tutta la vita è come una pianta che non contiene solo quello che si vede, ma nasconde anche uno stadio futuro. Chi osserva una pianta rivestita di sole foglie, sa che dopo qualche tempo sul ramo frondoso vi saranno anche fiori e frutti e si potrà dire quale sarà il loro aspetto conoscendo la natura della pianta. Anche la vita umana contiene le disposizioni per il suo avvenire e per poter dire qualcosa occorre penetrare nella natura nascosta dell’uomo. La giusta base dell’educazione poggia quindi sulla conoscenza delle leggi evolutive della natura umana e le tre tappe della vita alle quali è rivolta l’arte pedagogica sono suddivise in settenni: 0-7; 7-14 e 14-21. Queste tappe non sono fasi isolate, né si sommano l’una all’altra; sono fasi evolutive che si “metamorfosano” nel corso degli anni. È fondamentale quindi avere dell’uomo l’immagine di un essere in divenire e sapere su quali parti dell’entità umana si deve agire in una determinata età.

L'arte della pedagogia steineriana

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