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COME SI PUÒ COLTIVARE LA VICINANZA?
 
 Fortunatamente, anche durante l’attuazione di pratiche di distanziame

COME SI PUÒ COLTIVARE LA VICINANZA?Fortunatamente, anche durante l’attuazione di pratiche di distanziamento fisico, possiamo far leva su altri canali che vanno consapevolmente utilizzati. Ciò è possibile nell’assunzione contemporanea di 3 direttrici.1. Utilizzo prevalente della motricità come canale di relazioneSappiamo che il sistema sensomotorio, oltre all’attivazione del sistema muscolo-scheletrico, svolge funzioni cognitive e mnemoniche ed è direttamente connesso ai sistemi emozionali.Nell’infanzia è il livello più esplicito di relazione; contemporaneamente il più sensibile alle deprivazioni determinate dal lockdown e dal distanziamento fisico, ma anche luogo privilegiato per sopperirvi.La motricità è sempre stata oggetto di grande attenzione nella scuola dell’infanzia, ciò che cambia è la consapevolezza della sua importanza nelle prassi educative e didattiche.2. Focalizzazione sul gruppo come vettore di vicinanzaAnche con le regole di distanziamento fisico il gruppo mantiene la sua decisiva forza collante: una ricchezza di processi relazionali che permette di sopperire alla deprivazione di contatto fisico. Essere parte di un gruppo crea appartenenza e vicinanza: attività svolte in gruppo aiutano i singoli; le capacità in evoluzione trovano nel gruppo una stampella virtuosa.Il gruppo deve quindi essere sempre sia oggetto del lavoro didattico che suo principale strumento, ma ancor di più questo deve avvenire nei panorami emergenziali.Le attività dovrebbero essere soprattutto collettive, anche quelle svolte per singoli. Il gruppo permette al bambino di sentirsi dentro un argine e un movimento, emotivo e motivazionale, facilitando la partecipazione.In un momento in cui la vicinanza fisica è ridotta, costituisce una grande forza supportiva, riducendo per l’insegnante la necessità di momenti di rapporto uno a uno.3. Assunzione di un ruolo di guida attiva dell’insegnante Nelle emergenze l’adulto è chiamato a un ruolo di guida consapevolmente più attivo, per bilanciare gli squilibri conseguenti. Lungi dal costituire un impegno aggiuntivo è in realtà una facilitazione del lavoro didattico.La nota scoperta dei neuroni specchio, che si attivano non solo nell’osservazione di movimenti, ma anche di emozioni espresse nel linguaggio del corpo, così come con il linguaggio (per esempio quando una persona ascolta un racconto che descrive delle azioni), conferma la potenza del ruolo di guida adulta e la forza dell’imitazione.

Gioco tratto da: Alessandro Bianchi ed Emilia Genta, “La programmazione 2020/2021 nei servizi 0/6. Affrontare gli effetti negativi dell’epidemia da Covid 19”, su www.health-elearning.it

COME SI PUÒ COLTIVARE LA VICINANZA? Fortunatamente, anche durante l’attuazione di pratiche di distanziamento fisico, possiamo far leva su altri canali che vanno consapevolmente utilizzati. Ciò è possibile nell’assunzione contemporanea di 3 direttrici. 1. Utilizzo prevalente della motricità come canale di relazione Sappiamo che il sistema sensomotorio, oltre all’attivazione del sistema muscolo-scheletrico, svolge funzioni cognitive e mnemoniche ed è direttamente connesso ai sistemi emozionali. Nell’infanzia è il livello più esplicito di relazione; contemporaneamente il più sensibile alle deprivazioni determinate dal lockdown e dal distanziamento fisico, ma anche luogo privilegiato per sopperirvi. La motricità è sempre stata oggetto di grande attenzione nella scuola dell’infanzia, ciò che cambia è la consapevolezza della sua importanza nelle prassi educative e didattiche. 2. Focalizzazione sul gruppo come vettore di vicinanza Anche con le regole di distanziamento fisico il gruppo mantiene la sua decisiva forza collante: una ricchezza di processi relazionali che permette di sopperire alla deprivazione di contatto fisico. Essere parte di un gruppo crea appartenenza e vicinanza: attività svolte in gruppo aiutano i singoli; le capacità in evoluzione trovano nel gruppo una stampella virtuosa. Il gruppo deve quindi essere sempre sia oggetto del lavoro didattico che suo principale strumento, ma ancor di più questo deve avvenire nei panorami emergenziali. Le attività dovrebbero essere soprattutto collettive, anche quelle svolte per singoli. Il gruppo permette al bambino di sentirsi dentro un argine e un movimento, emotivo e motivazionale, facilitando la partecipazione. In un momento in cui la vicinanza fisica è ridotta, costituisce una grande forza supportiva, riducendo per l’insegnante la necessità di momenti di rapporto uno a uno. 3. Assunzione di un ruolo di guida attiva dell’insegnante&nbsp; Nelle emergenze l’adulto è chiamato a un ruolo di guida consapevolmente più attivo, per bilanciare gli squilibri conseguenti. Lungi dal costituire un impegno aggiuntivo è in realtà una facilitazione del lavoro didattico. La nota scoperta dei neuroni specchio, che si attivano non solo nell’osservazione di movimenti, ma anche di emozioni espresse nel linguaggio del corpo, così come con il linguaggio (per esempio quando una persona ascolta un racconto che descrive delle azioni), conferma la potenza del ruolo di guida adulta e la forza dell’imitazione.

UN ESEMPIO DI ATTIVITÀ DI GRUPPO:LA DANZA CON I BASTONCINIÈ un gioco basato sui movimenti morbidi che l’insegnante può mimare mostrandolo. In questo caso il metro di distanza non costituisce una limitazione per la vicinanza, ma una occasione per renderla ancora più accordata e morbida.• Giochiamo con 3/4 coppie di bambini per volta abbastanza distanziate. • Ogni coppia ha un bastoncino (della lunghezza di un metro) tenuto con un dito all’estremità, con cui rimanere in contatto e trasmettere il movimento all’altro. • Mettiamo una musica di sottofondo per creare un clima morbido e iniziamo a esplorare i movimenti possibili, rendendoli sempre più ampi.• Quando il bastoncino cade lo si riprende senza disturbare le altre coppie che si muovono per la stanza. • Per chi ha più difficoltà è sufficiente passeggiare reggendo l’estremità della canna nell’incavo della mano piena, invece che con il dito. • È possibile anche provare il gioco con gli occhi chiusi, più difficile ma divertente, sempre distanziati. • Possono essere poi svolti più step a complessità crescente: unendo le coppie a formare cerchi di 4 bambini o più. • Dopo il gioco proponiamo un momento di rappresentazione dell’attività: su un unico foglio, meglio se con i colori a dito, realizziamo un grande disegno dell’esperienza in cui le azioni individuali si fondono nell’insieme. La consegna è di tracciare a turno una linea morbida che attraversa tutto il foglio, sopra/sotto, destra/sinistra, per poi divertirsi a turno a riempire, colorandoli, gli spazi vuoti creati dall’intreccio

Implementare la vicinanza per l'inclusione

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