Scuola dell'infanzia di marzo: Per una scuola inclusiva

Scuola dell'infanzia di aprile: La didattica del fare

Scuola dell'infanzia di maggio: La continuità educativa

La Gioia di ricominciare

Comunicare con la musica

Giochi e... desideri

Perch&eacute; il gioco costituisce&shy; un architrave cos&igrave; importante nello sviluppo del bambino?

Perch&eacute; pu&ograve; rappresentare un fondamentale strumento sia di valutazione che di potenziamento dei repertori di abilit&agrave; cognitive e socio-emozionali?

Perch&eacute; consente di sfruttare una serie di dimensioni non sempre presenti nella normale attivit&agrave; didattica a scuola (Fedeli, 2015).

<ul>
	<li>In primo luogo, il bambino impegna nel gioco il massimo delle sue potenzialit&agrave;, in quanto si tratta di un&rsquo;attivit&agrave; intrinsecamente motivante: in questo modo, possiamo verificare con una certa attendibilit&agrave; i suoi tempi massimi di durata attentiva, la capacit&agrave; di memorizzare regole e sequenze di gioco ecc., stimando le sue reali potenzialit&agrave;.</li>
	<li>In secondo luogo, il gioco rappresenta sempre un&rsquo;attivit&agrave; che sollecita contemporaneamente pi&ugrave; abilit&agrave;: 
	― quelle cognitive, necessarie per comprendere le regole e pianificare le sequenze di gioco; 
	― quelle linguistiche e comunicative, utili per condividere obiettivi e senso del gioco; 
	― quelle attentive e mnestiche, per rimanere concentrato sull&rsquo;attivit&agrave;; 
	― quelle sociali e relazionali, fondamentali per mediare eventuali conflitti.</li>
	<li>In terzo luogo, il gioco pu&ograve; essere modulato su diversi livelli di complessit&agrave;, permettendo cos&igrave; anche osservazioni protratte nel tempo. In questo modo, potremo anzi verificare se e in quale misura il bambino persiste in determinate attivit&agrave; arricchendole nel tempo, integrandole con altre ecc. Inoltre, &egrave; possibile utilizzare il gioco come strumento osservativo nei diversi gradi di scolarit&agrave;, in tutte le fasce d&rsquo;et&agrave;, in tutti i contesti sociali ecc.</li>
	<li>Infine, &egrave; un&rsquo;attivit&agrave; che prende corpo naturalmente nel contesto della vita quotidiana del bambino, delle sue relazioni, dei suoi spazi e dei suoi tempi ecc. Infatti, nella maggior parte dei casi il gioco si sviluppa in modo informale e assume una sua strutturazione proprio in virt&ugrave; dell&rsquo;azione del soggetto e di eventuali compagni: per esempio, il bambino inizia giocando con alcune costruzioni e poi decide insieme a un compagno i vincoli da seguire per proseguire l&rsquo;attivit&agrave;.</li>
</ul>

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VANTAGGI DELL&rsquo;ATTIVIT&Agrave; LUDICA

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GIOCO E AUTOREGOLAZIONE

STRUMENTO OSSERVATIVO DELLA CRESCITA

In ogni caso, per&ograve;, al di l&agrave; della tipologia, le attivit&agrave; ludiche risultano particolarmente esigenti sul piano delle funzioni esecutive autoregolative.

Si tratta di quelle funzioni, come per esempio la pianificazione, la memoria di lavoro o l&rsquo;inibizione, che consentono al bambino di mantenere un comportamento regolato in vista di un obiettivo personale: &egrave; evidente come tali funzioni siano sempre indispensabili all&rsquo;attivit&agrave; ludica. Il gioco infatti rappresenta un&rsquo;attivit&agrave; intrinsecamente regolata, senza vincoli esterni: in altre parole, non esiste una costrizione a giocare, ma il volontario rispetto di regole talvolta specifiche per il gioco (come nel caso di alcuni giochi da tavolo) e molto pi&ugrave; spesso oggetto di accordo e transazione tra partecipanti.

Si pensi a un&rsquo;attivit&agrave; di movimento, come la classica partita a calcio tra bambini, nella quale i giovani calciatori si accordano sulle regole da seguire, sulla composizione delle squadre ecc.; oppure a un gioco di finzione, che comporta la regolamentazione dei ruoli e delle identit&agrave;.

Ma anche i giochi apparentemente pi&ugrave; strutturati (come i videogame) implicano un qualche livello di autoregolazione da parte dei bambini, che possono impostare vari tipi di personalizzazione, ma devono anche condividere turni di gioco, tempi ecc.

Infine, un ultimo aspetto &ldquo;autoregolativo&rdquo; del gioco riguarda il suo obiettivo finale: infatti, sebbene spesso i giochi abbiano un loro intrinseco fine (per esempio sconfiggere l&rsquo;avversario, completare un percorso ecc.), in molti casi i bambini stabiliscono dei loro obiettivi personalizzati, consistenti nel raggiungere un certo grado di padronanza, senza necessit&agrave; di giudizi esterni da parte dell&rsquo;adulto (come avviene per esempio nell&rsquo;attivit&agrave; didattica).

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Il gioco &egrave; il contesto ideale per esercitare e osservare lo sviluppo dell&rsquo;autoregolazione

<ul>
	<li>Fedeli, D. (2015). Ludica-mente. Un percorso ludico per la valutazione delle abilit&agrave; di autoregolazione. Psicologia e Scuola, 37, 49-57.</li>
	<li>Fedeli, D. (2018). Il gioco e le abilit&agrave; cognitive e socioemozionali. Psicologia e Scuola, 2, 16-21.</li>
</ul>

Da numerosi anni l&rsquo;attivit&agrave; ludica viene ormai riconosciuta come un importante strumento educativo, in quanto permette di promuovere una serie di abilit&agrave; cognitive, comportamentali e sociali: per esempio, le competenze linguistiche necessarie per comunicare con i compagni e contrattare le regole del gioco; le abilit&agrave; attentive e mnestiche, necessarie per seguire lo svolgersi del gioco, spesso anche per intervalli di tempo protratti; le abilit&agrave; grosso e fino-motorie e quelle prassiche, implicate soprattutto nei giochi di movimento e in quelli di costruzione ecc.

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Nonostante gli indubbi vantaggi, &egrave; allora abbastanza sorprendente notare come in ambito scolastico il gioco venga ancora poco utilizzato come strumento osservativo della crescita dei bambini, nonch&eacute; come occasione di potenziamento delle funzioni meno sviluppate. Vediamo invece come possiamo ricorrere all&rsquo;attivit&agrave; ludica per osservare l&rsquo;evoluzione del bambino in una serie di funzioni autoregolative molto significative in et&agrave; evolutive.

Esistono numerose tipologie di gioco, che nel tempo hanno anche conosciuto una loro modificazione: cos&igrave;, per esempio, mentre si sono ridotte almeno in parte alcune forme di gioco di finzione basate su ruoli tradizionali (per esempio il gioco del pompiere, del dottore ecc.) hanno trovato ampia diffusione tutti i videogiochi nelle diverse varianti (Fedeli, 2015).

Il gioco e le abilità cognitive

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