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<ul><li>Burnett, P.C. (2002). Teacher praise and feedback and stu- dents’ perceptions of the clas- sroom environment. Educational Psychology, 22(1), 1-16.</li><li>De Beni, R., Moè, A. (2000).&nbsp;Motivazione e Apprendimento. Bologna: Il Mulino.</li><li>Kluger, A.N., DeNisi, A. (1996). The effects of feedback interven- tions on performance: A historical review, a meta-analysis, and a preliminary feedback intervention theory. Psychological Bulletin, 119(2), 254-284.</li></ul>

La valutazione degli apprendimenti fa parte delle attività che quotidianamente gli insegnanti sono chiamati a svolgere. Ma quali sono gli effetti dei voti e dei commenti degli insegnanti sugli alunni? Quale tipo di feedback risulta più efficace per garantire l’apprendimento? In questa breve riflessione cercheremo di fornire delle risposte a queste domande.Cosa intendiamo per feedback?Il feedback è considerato lo strumento più potente, in grado di influenzare il processo di apprendimento. Nonostante questo, raramente ci si interroga su come e quando fornirlo, sulle diverse tipologie di feedback, e sulle sue conseguenze a livello psicologico e motivazionale.Idealmente i commenti dell’insegnante dovrebbero favorire la capacità di uno studente di sviluppare strategie per identificare possibili errori, e per sviluppare la capacità di auto-valutazione e auto-monitoraggio del proprio processo di apprendimento (De Beni e Moè, 2000).Sono tre le domande alle quali un feedback efficace dovrebbe fornire delle risposte:1) Quali sono gli obiettivi da raggiungere;2) Come lo studente sta progredendo rispetto al raggiungimento di tali obiettivi;3) Cosa fare per raggiungere quegli obiettivi.Una prima riflessione riguarda la definizione degli obiettivi, che devono essere chiaramente esplicitati: non possiamo attenderci che uno studente consideri un obiettivo di apprendimento come interessante o sfidante, se non ha compreso quale obiettivo dovrebbe raggiungere.Nonostante i feedback più frequenti in ambito scolastico siano quelli basati sul compito o sul risultato, che consistono in giudizi riassuntivi (Bravo, bene, …) o voti espressi in numeri, la loro efficacia non è considerata ottimale. Diverse ricerche mostrano, infatti, che non si generalizzano a compiti diversi e non forniscono informazioni su come migliorare (Kluger &amp; DeNisi, 1996).Un altro tipo di feedback di dubbia utilità è quello basato sulla persona (es. Mario sei sempre il più bravo in matematica!). Feedback come questo non contengono informazioni sul compito o sugli obiettivi da raggiungere. Vari studi dimostrano inoltre che lodi fornite pubblicamente non sono gradite agli studenti (Burnett, 2002).I feedback da preferireTra i feedback da preferire in ambito valutativo, consigliamo quelli basati sul processo di apprendimento e quelli che agiscono sull’auto-regolazione.Nei primi si spiegano le modalità attraverso le quali arrivare a una prestazione migliore, pur mettendo in luce le criticità (es. hai fatto confusione con i calcoli, ma hai comunque capito il testo deln problema e la procedura).Tali feedback possono aiutare gli studenti a individuare i loro errori, anche se l’utilizzo di strategie per raggiungere gli obiettivi di apprendimento dipende da quanto l’alunno è motivato.Infine, i feedback che agiscono sull’auto-regolazione attribuiscono fiducia allo studente rispetto alle sue potenzialità, e alle sue capacità di auto-correggersi (es. so che hai studiato questo argomento, verifica di aver inserito tutte le informazioni).Questi feedback possono essere utili per favorire la metacognizione e la capacità di auto-monitorare i propri processi di apprendimento in modo autonomo.

La valutazione degli apprendimenti fa parte delle attività che quotidianamente gli insegnanti sono chiamati a svolgere. Ma quali sono gli effetti dei voti e dei commenti degli insegnanti sugli alunni? Quale tipo di feedback risulta più efficace per garantire l’apprendimento? In questa breve riflessione cercheremo di fornire delle risposte a queste domande.


 Cosa intendiamo per feedback?


 Il feedback è considerato
 
 lo strumento più potente
 
 , in grado di influenzare il processo di apprendimento. Nonostante questo, raramente ci si interroga su come e quando fornirlo, sulle diverse tipologie di feedback, e sulle sue conseguenze a livello psicologi

La valutazione degli apprendimenti fa parte delle attività che quotidianamente gli insegnanti sono chiamati a svolgere. Ma quali sono gli effetti dei voti e dei commenti degli insegnanti sugli alunni? Quale tipo di feedback risulta più efficace per garantire l’apprendimento? In questa breve riflessione cercheremo di fornire delle risposte a queste domande.Cosa intendiamo per feedback?Il feedback è considerato lo strumento più potente, in grado di influenzare il processo di apprendimento. Nonostante questo, raramente ci si interroga su come e quando fornirlo, sulle diverse tipologie di feedback, e sulle sue conseguenze a livello psicologico e motivazionale.Idealmente i commenti dell’insegnante dovrebbero favorire la capacità di uno studente di sviluppare strategie per identificare possibili errori, e per sviluppare la capacità di auto-valutazione e auto-monitoraggio del proprio processo di apprendimento (De Beni e Moè, 2000).Sono tre le domande alle quali un feedback efficace dovrebbe fornire delle risposte:1) Quali sono gli obiettivi da raggiungere;2) Come lo studente sta progredendo rispetto al raggiungimento di tali obiettivi;3) Cosa fare per raggiungere quegli obiettivi.Una prima riflessione riguarda la definizione degli obiettivi, che devono essere chiaramente esplicitati: non possiamo attenderci che uno studente consideri un obiettivo di apprendimento come interessante o sfidante, se non ha compreso quale obiettivo dovrebbe raggiungere.Nonostante i feedback più frequenti in ambito scolastico siano quelli basati sul compito o sul risultato, che consistono in giudizi riassuntivi (Bravo, bene, …) o voti espressi in numeri, la loro efficacia non è considerata ottimale. Diverse ricerche mostrano, infatti, che non si generalizzano a compiti diversi e non forniscono informazioni su come migliorare (Kluger & DeNisi, 1996).Un altro tipo di feedback di dubbia utilità è quello basato sulla persona (es. Mario sei sempre il più bravo in matematica!). Feedback come questo non contengono informazioni sul compito o sugli obiettivi da raggiungere. Vari studi dimostrano inoltre che lodi fornite pubblicamente non sono gradite agli studenti (Burnett, 2002).I feedback da preferireTra i feedback da preferire in ambito valutativo, consigliamo quelli basati sul processo di apprendimento e quelli che agiscono sull’auto-regolazione.Nei primi si spiegano le modalità attraverso le quali arrivare a una prestazione migliore, pur mettendo in luce le criticità (es. hai fatto confusione con i calcoli, ma hai comunque capito il testo deln problema e la procedura).Tali feedback possono aiutare gli studenti a individuare i loro errori, anche se l’utilizzo di strategie per raggiungere gli obiettivi di apprendimento dipende da quanto l’alunno è motivato.Infine, i feedback che agiscono sull’auto-regolazione attribuiscono fiducia allo studente rispetto alle sue potenzialità, e alle sue capacità di auto-correggersi (es. so che hai studiato questo argomento, verifica di aver inserito tutte le informazioni).Questi feedback possono essere utili per favorire la metacognizione e la capacità di auto-monitorare i propri processi di apprendimento in modo autonomo.

                    Titolo                

FAQ 18. Si possono somministrare prove di valutazione diverse da quelle dei compagni (facilitate, semplificate, abbreviate...) nelle normali prove di verifica durante l'anno e nelle prove INVALSI? (ed. PLUS)

Il feedback nella valutazione

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