Educazione sessuale in classe: chiediamo aiuto ai libri!

Domande imbarazzanti? Leggiamoci sopra!

Gusti e disgusti

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

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	<li style="text-align: justify;">Iniziamo a lavorare partendo dalla riflessione sul significato del termine e cosa è necessario per realizzarla.</li>
	<li style="text-align: justify;">
	Il passaggio successivo è la suddivisione dei compiti, che devono essere ben precisi e svolti a rotazione dai bambini: il presidente ha il compito di moderare la discussione e attribuire i turni di parola; il segretario registra e mette a verbale gli interventi dei singoli; l&rsquo;insegnante &ndash; che inizialmente spiega come si redige il verbale &ndash; si limita al ruolo di semplice osservatore senza diritto di voto.
	</li>
	<li style="text-align: justify;">
	Al termine il segretario legge il verbale e riporta in penna rossa su un foglio da affiggere in un&rsquo;apposita bacheca le decisioni che modificano o rinnovano le &ldquo;regole&rdquo; del gruppo. Fondamentale è far capire ai bambini che l&rsquo;assemblea non può decidere su tutto: ci sono cose che da soli non possono cambiare e altre che attengono alla responsabilità degli adulti.
	</li>
</ol>

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Per aiutare i bambini a conoscere sé stessi è necessario offrire opportunità in cui ognuno possa dire pensieri in libertà, nella consapevolezza che chi ascolta non giudichi quello che sente. 
La costruzione dell&rsquo;identità soggettiva e lo sviluppo del rispetto verso l&rsquo;accettazione di come ognuno è, sono un processo che continua per tutta la vita e che cresce nella relazione fra sé e l&rsquo;altro, nell&rsquo;esperienza del dare e del ricevere, nell&rsquo;accogliere e nel sentirsi accolti. 
È in uno spazio di riconoscimento reciproco, nella possibilità di mostrarsi all&rsquo;altro così come ciascuno è, che si può acquisire fiducia e sicurezza in sé stessi senza aver timore di quello che non si sa fare perché nello stare con gli altri c&rsquo;è sempre la possibilità di arricchirsi.

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L&rsquo;assemblea di classe prevede regole ben precise: una discussione preliminare, il confronto tra pari su temi e problematiche legate alla quotidianità del gruppo, l&rsquo;individuazione dell&rsquo;ordine del giorno. 
Per fare tutto questo:

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	<li>
	predisponiamo lo spazio aula in modo che i bambini possano posizionarsi in cerchio, per consentire a tutti di guardarsi in viso e per favorire la circolarità del pensiero;
	</li>
	<li>
	stabiliamo insieme semplici regole di comportamento: rispetto dei turni di parola, astensione dal giudicare il pensiero altrui, disponibilità all&rsquo;ascolto;
	</li>
	<li>
	li invitiamo a scegliere, anche attraverso un brainstorming, alcuni argomenti su cui confrontarsi;
	</li>
	<li>
	cerchiamo di non intervenire durante la conversazione. I bambini devono sentirsi liberi di esprimere i loro pensieri senza essere interrotti da osservazioni dell&rsquo;insegnante, che in questo caso assume la funzione di osservatore;
	</li>
	<li>
	diamo il tempo necessario a esaurire gli argomenti in discussione;
	</li>
	<li>
	chiediamo loro di annotare le proposte da inserire nell&rsquo;ordine del giorno. Questa attività può essere svolta anche in piccolo gruppo per favorire il confronto;
	</li>
	<li>
	procediamo alla votazione per alzata di mano degli argomenti ritenuti di maggiore importanza;
	</li>
	<li>
	predisponiamo l&rsquo;ordine del giorno da discutere in assemblea;
	</li>
	<li>
	definiamo infine la data e l&rsquo;orario in cui dovrà svolgersi.
	</li>
</ul>

Prima di cominciare

A questo punto siamo pronti ad affrontare la discussione che porterà il gruppo a decidere alcune &ldquo;regole&rdquo; o &ldquo;norme&rdquo; che diverranno le &ldquo;leggi&rdquo; della classe.

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La condivisione dei vissuti e la pratica della conversazione sono fondamentali per creare un clima positivo che favorisca la motivazione all&rsquo;apprendimento. Nelle mie classi, fin dalla prima, ogni giornata inizia con uno spazio destinato alla conversazione. Quando i bambini iniziano a essere maggiormente consapevoli di cosa si intenda per pratiche di cittadinanza attiva, propongo di riflettere su vari temi legati non solo ai loro vissuti personali ma che coinvolgano anche i compagni o il tessuto sociale in cui vivono. Una delle pratiche, mutuata dalla pedagogia Freinet, che trova riscontri positivi tra i bambini è l&rsquo;assemblea scolastica.

Le fasi dell&rsquo;esperienza

L&rsquo;obiettivo di questo percorso è lavorare sulla creazione di situazioni che prevedono lo sviluppo delle competenze decisionali per sé e per gli altri, in continuum con altre life skills quali la capacità di risolvere problemi e di sviluppare ed esercitare il pensiero critico. In questo percorso di assunzione di responsabilità entra anche in gioco, soprattutto nelle discussioni che precedono e accompagnano l&rsquo;assemblea tra pari, la capacità di esaminare ed eventualmente rettificare una decisione presa nel caso in cui non sia ritenuta funzionale al gruppo.

Obiettivi:

<ul>
	<li style="text-align: justify;">promuovere l&rsquo;autonomia personale e collettiva;</li>
	<li style="text-align: justify;">stimolare la capacità di confronto e di ragionamento sugli eventi della vita quotidiana personale o del gruppo;</li>
	<li style="text-align: justify;">riconoscere il collegamento tra pensieri, emozioni e comportamenti propri e altrui.</li>
</ul>

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Le attività proposte risultano utili anche ad approfondire gli aspetti positivi e negativi di ogni singola decisione al fine di chiarire i diversi punti di vista. L&rsquo;obiettivo finale è quello di riuscire a riflettere sulla responsabilità personale rispetto al gruppo e sviluppare le capacità decisionali. 
In questo modo, prima di diventare adulto, il bambino sperimenta cosa significa essere &ldquo;cittadino&rdquo;. Il tutto attraverso la pratica della cooperazione, che sprona a diventare consapevole della propria libertà, autonomia e responsabilità.

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Il “Consiglio di cooperazione”

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