<div class="custom_text" id="iomh"><p>Oggi più che mai, forse, possiamo sentire la nostalgia e il valore del gruppo di lavoro come luogo di costruzione della comunità educante. È balzato agli occhi di tutti, in modo forte, in seguito all’isolamento imposto dal periodo dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, il valore dei legami e dei rapporti. Così anche nei servizi educativi chiusi, nel reinventarsi da casa i modi per tenere legami con le famiglie e i bambini, l’importanza del gruppo di lavoro si è fatta sentire. Viceversa, laddove il gruppo non ha funzionato, è stato più difficile per i singoli educatori essere creativi, sostenere le difficoltà emotive e superare i tanti ostacoli che, tra l’altro, anche la tecnologia pone a chi non è particolarmente esperto.</p><p><br></p></div><div class="custom_text" id="ih8a"><p class="heading3">TESTIMONIAMO, NON INSEGNIAMO</p></div><div class="custom_text" id="i18t"><p>Se da sempre modalità e atteggiamenti positivi sono fondamentali per connotare un contesto “educativo”, oggi ciò è reso ancor più evidente: spesso sono gli adulti a far più fatica a reagire alle situazioni critiche, mentre i <b>bambini mostrano enormi risorse, ma per svilupparle al meglio, hanno bisogno di modelli adulti che sappiano testimoniare nei loro comportamenti e azioni una positività sul piano relazionale ed emozionale</b>, sia con i bambini che tra adulti, colleghi e genitori. “Non insegnate ai bambini”, diceva Giorgio Gaber in una memorabile canzone, perché non servono insegnamenti morali su valori e comportamenti, ma è necessario viverli, vederli agiti, respirarli.</p><p><br></p></div><div class="custom_text" id="iq5z"><p class="heading3">COLTIVIAMO LA CULTURA DELL’INFANZIA</p></div><div class="custom_text" id="igtl"><p>Abbiamo bisogno allora di un gruppo di lavoro che ci sappia accogliere anche nelle nostre fragilità e limiti, più facilmente scoperchiati nei tempi difficili, ma che allo stesso tempo sia luogo costruttivo che ci sostenga e stimoli ad avere atteggiamenti e comportamenti positivi verso se stessi, gli altri e l’ambiente.<br>La comunità educante <b>richiede persone che sappiano responsabilmente coltivare e manifestare qualità di cordialità, amicizia, empatia e, sopra ogni cosa, fiducia nelle risorse e potenzialità dei bambini e della vita stessa</b>. Questa fiducia ci restituisce anche la responsabilità di rendere visibile la cultura dell’infanzia: si tratta di pensieri, sguardi, modi di concepire e leggere il mondo e i suoi avvenimenti unici e irripetibili, portatori di novità e meraviglia, che hanno molto da insegnare agli adulti e che perciò vanno assolutamente colti e valorizzati, altrimenti, come ogni cultura “minoritaria”, rischiano di andare perduti.</p><p><br></p></div><div class="focus-box focus-box"><div class="custom_text" id="iwpcj"><h4><span style="font-size:24px;"><span style="font-family:Calibri,sans-serif"><span style="font-family:&quot;Times New Roman&quot;,serif">Impegniamoci a generare una società più solidale creando, un “buon contesto” in cui i bambini sono sostenuti dall’intera comunità nel costruire la loro personale identità nel mondo</span></span></span></h4><p><br></p></div></div><img src="/d/filer/sharing/1601377091/223466/"><div class="custom_text" id="ijiz"><p class="heading3">REALIZZIAMO UN “BUON CONTESTO”</p></div><div class="custom_text" id="ikfh"><p>Una comunità educante si fonda sul concetto di <b>“corresponsabilità”,</b> dove ognuno è riconosciuto e al contempo si mette in gioco nella sua unicità e dignità e nel suo insostituibile apporto al gruppo: <b>nei diversi ruoli e responsabilità, il “bene comune” si costruisce insieme, in modo sempre nuovo e situazionale, grazie all’ascolto e al contributo di tutti.</b><br>È evidente allora che, pur nei limiti che le normative per la sicurezza e il distanziamento ci pongono, non dobbiamo arretrare nella ricerca, anche creativa, di forme di scambio, confronto e partecipazione, non solo tra nido e famiglia, ma anche tra le famiglie stesse, nella convinzione che il nido debba essere luogo di incontro di adulti che collaborano e condividono obiettivi, desideri, oltre che spazi e tempi di vita. <b>Potrà essere in piccoli gruppi, o a distanza, sfruttando le tecnologie, ma sarà un aspetto comunque da progettare e curare con grande attenzione.</b></p><p><br></p></div>