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Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

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	<li>Hulleman C.S., Kosovich J.J., Barron K.E., Daniel D.B. (2017), &laquo;Making Connections: Replicating and Extending the Utility Value Intervention in the Classroom&raquo;, Journal of Educational Psychology, 109(3), 387-404. doi:10.1037/edu0000146</li>
	<li>Kashdan T.B., Stiksma M.C., Disabato D.J., McKnight P.E., Bekier J., Kaji J., Lazarus R. (2018), &laquo;The Five-Dimensional Curiosity Scale: Capturing the bandwidth of curiosity and identifying four unique subgroups of curious people&raquo;, Journal of Research in Personality, 73, 130-149. doi:10.1016/j.jrp.2017.11.011</li>
	<li>Von Stumm S., Hell B., Chamorro-Premuzic T. (2011), &laquo;The hungry mind: Intellectual curiosity is the third pillar of academic performance&raquo;, Perspectives on Psychological Science, 6(6), 574-588. doi:10.1177/1745691611421204</li>
	<li>World Economic Forum (2016), New Vision for Education: Fostering Social and Emotional Learning through Technology, World Economic Forum, Ginevra.</li>
</ul>

Studenti curiosi

Ma come saranno i nostri studenti a scuola una volta stimolata la loro curiosit&agrave;? La curiosit&agrave;, vista come caratteristica personale, influenzer&agrave; il comportamento, i pensieri e le emozioni dell&rsquo;individuo anche a scuola. In particolare, si trova che studenti pi&ugrave; curiosi mostrano un migliore approccio allo studio, quindi utilizzano migliori strategie, sono pi&ugrave; propensi a riflettere sul loro modo di apprendere e tendono a organizzarsi meglio per imparare ci&ograve; che li incuriosisce. Gli stessi studenti sono inoltre pi&ugrave; motivati e mostrano di impegnarsi nello studio per il piacere di apprendere piuttosto che per ottenere un buon voto, si percepiranno pi&ugrave; autoefficaci verso i compiti di apprendimento e avranno una maggiore autostima, oltre a sentirsi pi&ugrave; coinvolti e integrati a scuola, a livello sia intellettuale sia relazionale. 
Gli studenti curiosi, infine, tenderanno a provare maggiori emozioni positive verso i loro compiti scolastici, le ore passate in classe, le loro verifiche e interrogazioni, mantenendo un clima pi&ugrave; positivo e favorendo indirettamente il loro benessere.

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Tutti gli insegnanti, o quasi, sognano da sempre di entrare in classe e trovare un gruppo di studenti propositivi, aperti alle nuove conoscenze e pronti a mettere da parte le loro convinzioni, vogliosi di costruire un proprio bagaglio di esperienze e di farlo l&igrave;, in classe, assieme alle loro insegnanti, alle loro maestre, agli educatori o ai tutor che li accompagnano pazientemente tutti i giorni. Alla base di un gruppo classe di questo tipo vi &egrave; anche la curiosit&agrave;, ma questa, pur essendo una predisposizione individuale che contraddistingue ognuno in modo diverso, pu&ograve; essere allenata, facilitata, promossa e ricompensata per ottenerne il meglio e per renderla un elemento caratterizzante della classe o della scuola stessa. 
Per sfruttarla e facilitarla &egrave; per&ograve; necessario conoscerla approfonditamente e capirne costi e benefici. Nel nostro caso, per farlo, ci rifaremo al recente modello a cinque dimensioni di Kashdan, uno dei pi&ugrave; importanti studiosi di curiosit&agrave; al mondo, che considera la curiosit&agrave; come un costrutto multidimensionale (Kashdan et al., 2018), e andremo a esaminare il suo ruolo nel promuovere l&rsquo;apprendimento e il benessere di adolescenti e studenti. La curiosit&agrave; &egrave; infatti uno degli aspetti motivazionali che maggiormente influenza l&rsquo;apprendimento, l&rsquo;acquisizione di nuove conoscenze e, anche, la soddisfazione e il benessere delle persone, studenti inclusi, che &ndash; si sa &ndash; crescendo vanno perdendola di anno in anno.

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La curiosit&agrave;: una definizione

Per favorire la curiosit&agrave; in classe e l&rsquo;apprendimento e il benessere dei nostri studenti si possono seguire alcune regole. 
1.&nbsp;&nbsp; &nbsp;Tenere a mente le diverse tipologie di curiosit&agrave; per evitare di sovraccaricare la classe e incappare nei possibili risvolti negativi:

<ul>
	<li style="text-align:justify">cercare di soddisfare la gioia di esplorare degli studenti, considerando attentamente ci&ograve; che potrebbe stimolarla e soddisfarla maggiormente, senza dimenticare la naturale inclinazione delle persone alla curiosit&agrave; sociale;</li>
	<li style="text-align:justify">cercare di sfruttare la loro sensibilit&agrave; alla deprivazione proponendo sfide, quiz, indovinelli stimolanti. Considerare per&ograve; con attenzione la difficolt&agrave; di queste prove, cercando di creare sfide non troppo facili (noiose), ma nemmeno troppo difficili (potenzialmente stressanti);</li>
	<li style="text-align:justify">ricordare che ogni studente attuer&agrave; due valutazioni cognitive, una riguardo l&rsquo;attrattivit&agrave; cognitiva dello stimolo e una riguardo la propria capacit&agrave; di gestire e affrontare la lacuna che lo separa dal raggiungerlo. Oltre a rischiare di generare emozioni negative (sensibilit&agrave; alla deprivazione), si rischia addirittura di veder considerato come non curioso un argomento o un&rsquo;attivit&agrave; potenzialmente interessanti, in quanto si potrebbe non ritenersi pronti ad affrontarla.</li>
</ul>

2.&nbsp;&nbsp; &nbsp;Cercare di modellare la curiosit&agrave; dando il giusto esempio. Quando non sappiamo qualcosa, ammettiamolo sinceramente e proviamo a scoprire la risposta assieme ai nostri studenti. Possiamo condividere i nostri interessi e come li coltiviamo, sottolineando, con entusiasmo, l&rsquo;importanza di libri, podcast, piattaforme o altri strumenti di informazione. 
3.&nbsp;&nbsp; &nbsp;Celebrare la curiosit&agrave;. &laquo;Che bella domanda!&raquo;, &laquo;Bella risposta, ma credo ci sia un errore&hellip; riesci a trovarlo?&raquo;, &laquo;Bell&rsquo;idea! Riusciamo a farlo assieme?&raquo;. Lodiamo le domande, rendiamo le risposte sbagliate dei momenti di ricerca della soluzione, per esempio, e non di giudizio, dimostriamo curiosit&agrave; verso le proposte che ci vengono fatte. 
4.&nbsp;&nbsp; &nbsp;Dare spazio alla curiosit&agrave;. Ricordiamo sempre di programmare le lezioni in modo da avere momenti dedicati alle domande, stabiliamo dei rituali in cui dare spazio a piccoli argomenti curiosi, evitiamo le domande a risposta chiusa, ma stimoliamo il pensiero e la ricerca della risposta. 
5.&nbsp;&nbsp; &nbsp;Approfondire la curiosit&agrave;. Per fare in modo che gli studenti sviluppino davvero la curiosit&agrave; &egrave; necessario che la conoscano, che sappiano a che cosa serve e come funziona, che riflettano sulla propria curiosit&agrave;, individuando i propri punti di forza e di debolezza e ponendosi obiettivi di miglioramento e, infine, che applichino la curiosit&agrave; nel quotidiano. Per farlo potrete aiutarvi con questionari che rilevino la curiosit&agrave; per iniziare a riflettere su s&eacute; stessi, ma anche con storie e racconti di persone che, grazie alla curiosit&agrave;, sono riusciti a ottenere grandi risultati.

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L&rsquo;importanza della curiosit&agrave; non si ferma all&rsquo;acquisizione di conoscenze, ma soddisfa anche la persona che, quando raggiunge una nuova conoscenza o scopre la bellezza di una nuova attivit&agrave;, si sente appagata e felice, entrando in un nuovo stato di benessere, nonch&eacute; di crescita personale. Una crescita personale che, data la peculiarit&agrave; della curiosit&agrave;, verr&agrave; nuovamente ricercata, incrementando di volta in volta tali sensazioni positive. &Egrave; poi importante riconoscerla come una caratteristica valutata positivamente dalle altre persone, le quali considerano solitamente interessanti le persone che si dimostrano curiose verso di loro, che pongono loro domande o che trovano argomenti di conversazione sempre diversi e stimolanti. A tal proposito risulta fondamentale trovarsi in un ambiente in cui la curiosit&agrave; venga ben vista e in cui porre domande o interessarsi alle lezioni non sia ritenuto, n&eacute; dai pari, n&eacute; dagli insegnanti, come fastidioso o invadente.

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Curiosit&agrave; e apprendimento

La curiosit&agrave; espande la conoscenza, aumenta le competenze, le capacit&agrave; intellettive e creative, favorisce le relazioni sociali e lo scambio interpersonale

Nonostante definire la curiosit&agrave; risulti tuttora complicato, visti i diversi approcci, le diverse teorie e le varie applicazioni del costrutto in psicologia, sono numerosi i ricercatori e le ricercatrici che ne promuovono lo studio e la diffusione, dati gli evidenti benefici che l&rsquo;essere curiosi pu&ograve; portare alle persone. 
La curiosit&agrave; pu&ograve; essere generalmente definita come la tendenza al riconoscimento, alla ricerca e al desiderio di esplorare situazioni, eventi e conoscenze nuove, ambigue e complesse per vedere che cosa succede, come reagiremo o come reagiranno gli altri. La curiosit&agrave; viene quindi accompagnata generalmente da interesse verso quelle situazioni che mostrano di essere potenzialmente favorevoli per l&rsquo;apprendimento. A livello evolutivo possiamo quindi intravvedere la funzione della curiosit&agrave; di espandere la conoscenza dell&rsquo;individuo, di aumentarne le competenze, le capacit&agrave; intellettive e creative, ma anche di favorirne le relazioni sociali e lo scambio interpersonale. 
Come evidente gi&agrave; dalle diverse funzioni che la curiosit&agrave; sembra adempiere, risulta complicato pensarla come un costrutto unitario; anzi, al contrario, viene facile coglierne diverse sfaccettature (Kashdan et al., 2018). Tra queste possiamo citare: la gioia di esplorare, la sensibilit&agrave; alla deprivazione, la tolleranza allo stress (causato da situazioni o informazioni nuove, misteriose o complesse), la ricerca del brivido e, infine, la curiosit&agrave; cosiddetta sociale.

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La curiosit&agrave; &egrave; &ndash; secondo noi, ma anche secondo molti esperti &ndash; una caratteristica di primaria importanza, tanto che von Stumm e collaboratori (2011) sono arrivati a definirla come il &laquo;terzo pilastro&raquo; del successo scolastico degli studenti e molte organizzazioni la segnalano come una delle competenze pi&ugrave; importanti per i futuri lavoratori del XXI secolo (World Economic Forum, 2016). La letteratura psicologica, inoltre, ci permette di individuare nella curiosit&agrave; un&rsquo;ottima risorsa per favorire emozioni positive e benessere negli studenti, a patto di promuoverne un uso consapevole e corretto. Per questo &egrave; necessario tenere in considerazione i diversi aspetti della curiosit&agrave; e trovare, in base anche alle caratteristiche di curiosit&agrave; dei nostri alunni e delle nostre alunne, le migliori modalit&agrave; per favorirla all&rsquo;interno di ogni specifico gruppo classe. 
Per raggiungere tale obiettivo &egrave; stata presentata una serie di considerazioni generali e attivit&agrave; specifiche che richiedono il coinvolgimento attivo di insegnanti (o comunque persone coinvolte nell&rsquo;apprendimento in generale) e studenti che, insieme, possono lavorare alla costruzione di un clima che favorisca la curiosit&agrave;, l&rsquo;apprendimento e il benessere di entrambe le categorie.

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Lavorare con la curiosit&agrave; in classe

Perch&eacute; la curiosit&agrave;, in tutte le sue sfaccettature, risulta utile per l&rsquo;apprendimento? La risposta, forse ovvia, &egrave; che persone pi&ugrave; curiose tendono a ricercare maggiori informazioni e ad apprendere pi&ugrave; cose, desiderando inoltre capire meglio ci&ograve; che imparano e finendo quindi con il porsi (o con il porci) maggiori domande per saziare la loro sete di conoscenza e comprensione. 
&Egrave; per&ograve; risaputo che la curiosit&agrave; non &egrave; necessariamente indirizzata ad apprendere ci&ograve; che viene richiesto dall&rsquo;insegnante o che bisogna studiare per la verifica o l&rsquo;interrogazione del giorno dopo. Una persona curiosa tender&agrave; invece a impegnare le proprie energie per il semplice gusto di apprendere qualcosa che, date le valutazioni del singolo, risulta interessante e alla portata (non genera distress o non rischia di inficiare le credenze che uno ha di s&eacute; stesso e delle proprie abilit&agrave;). Il ruolo dell&rsquo;insegnante risulta quindi quello di stimolare e incanalare la curiosit&agrave; degli studenti verso ci&ograve; che risulta importante apprendere anche per la buona riuscita scolastica degli stessi.

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Uno strumento per facilitare la curiosit&agrave;

A volte non &egrave; facile avere un&rsquo;intera classe, o anche una sola persona, incuriosita da un argomento. In questi casi possiamo coinvolgere direttamente gli alunni nel costruire un interesse verso un dato argomento. 
Uno dei modi pi&ugrave; semplici e funzionali &egrave; per esempio quello di invitare i ragazzi a costruire delle relazioni tra l&rsquo;argomento trattato e i loro interessi, hobby e passioni (Hulleman et al., 2017). Spesso, infatti, non basta che l&rsquo;insegnante citi esempi di vita quotidiana o campi di interesse correlati, perch&eacute; non &egrave; lo studente a compiere lo sforzo cognitivo e, inoltre, non sempre gli interessi delle due figure potranno corrispondere. Gli studenti, invece, costruendo da s&eacute; i collegamenti, troveranno un proprio valore nell&rsquo;argomento di studio. 
Lo strumento, schematizzato nella scheda di &ldquo;Strumenti e percorsi&rdquo; alla fine del presente contributo, pu&ograve; essere ottimo da utilizzare dopo aver introdotto un nuovo argomento o un nuovo modulo, in modo da dare la possibilit&agrave; di capire di che cosa si parler&agrave; nelle lezioni successive (per costruire collegamenti corretti) e di stimolare curiosit&agrave; e interesse nei giorni a seguire (attraverso l&rsquo;uso dei collegamenti). Pu&ograve; inoltre permettervi di conoscere meglio gli studenti in caso vogliate far condividere loro il lavoro che hanno preparato o consegnarvi le schede. Usate poi questi spunti per presentare le lezioni successive o per coinvolgerli di pi&ugrave; in futuro. La domanda del punto 2. della scheda pu&ograve; essere modificata al bisogno.

Curiosit&agrave; e benessere

Una persona curiosa impegna le proprie energie per il gusto di apprendere qualcosa, per sentirsi appagata e felice, per entrare in uno stato di benessere

Partendo dalla prima e forse pi&ugrave; semplice distinzione, gli Autori suddividono la curiosit&agrave; in base alla valenza emozionale che la accompagna. In questo caso parleremo di gioia di esplorare quando la curiosit&agrave; &egrave; accompagnata da emozioni positive e si caratterizza come un&rsquo;esperienza piacevole in cui la persona &egrave; affascinata da quello che sta scoprendo e si sente attratta, quasi innamorata, dalla nuova conoscenza. La persona, quindi lo studente, si sente bene, prova emozioni positive e oltre a imparare si trova in una situazione di benessere data proprio dall&rsquo;opportunit&agrave; di apprendere. 
In altri casi, tuttavia, la curiosit&agrave; &egrave; accompagnata da emozioni completamente opposte, seppur funzionali. In questo caso, che chiamiamo sensibilit&agrave; alla deprivazione, la curiosit&agrave; viene accompagnata da ansia, frustrazione o rabbia, provocate dalla consapevolezza di una mancanza di conoscenza che non si riesce ad accettare. La persona in questo caso prover&agrave; sentimenti negativi fino a quando non riuscir&agrave; a raggiungere il proprio obiettivo o rispondere alla questione irrisolta&hellip; pensiamo alla sensazione che si prova davanti a un indovinello difficile, ma anche a un grande scienziato alla ricerca dell&rsquo;equazione perfetta. 
Un altro aspetto fondamentale sul quale si pu&ograve; facilmente lavorare riguarda la valutazione cognitiva che l&rsquo;individuo compie di fronte a uno stimolo nuovo, ambiguo o complesso (potenzialmente curioso). Se da una parte &ndash; come abbiamo visto &ndash; ci sono persone pi&ugrave; o meno propense a considerare uno stimolo come curioso, perch&eacute; per esempio provano molta gioia nell&rsquo;esplorare le novit&agrave; e quindi nel valutare cognitivamente lo stimolo come attraente, d&rsquo;altro canto le persone tendono anche a considerare quanto si sentono in grado di affrontare il potenziale stress che ogni situazione nuova o ambigua elicita. La terza dimensione della curiosit&agrave; da tenere in considerazione &egrave; quindi quella denominata tolleranza dello stress e caratterizza quelle persone che risultano maggiormente propense ad affrontare, in generale, questo tipo di situazioni. Promuovere la tolleranza allo stress pu&ograve; essere sicuramente un ottimo modo per favorire una sana sensibilit&agrave; alla deprivazione guidata dalla necessit&agrave; di imparare qualcosa, ma accompagnata da una buona gestione delle emozioni negative collegate! 
Facendo un passo ancora pi&ugrave; in l&agrave;, alcune persone risultano perfino attratte dalle situazioni stressanti o rischiose per la propria incolumit&agrave;. In questo caso abbiamo a che fare con i ricercatori del brivido, persone disposte a tutto, o quasi, per scoprire qualcosa di nuovo o provare una sensazione inedita. Non entreremo per&ograve; nel dettaglio di questa quarta dimensione nell&rsquo;ambito scolastico. 
Un&rsquo;ultima tipologia di curiosit&agrave; da tenere in considerazione riguarda, come anticipato, la cosiddetta curiosit&agrave; sociale, ossia quella curiosit&agrave; che non &egrave; diretta verso esperienze, attivit&agrave; o conoscenze pratiche/&shy;teoriche, bens&igrave; alla conoscenza delle altre persone, delle loro emozioni, dei loro pensieri o, anche, a quel desiderio di spettegolare che spesso ci coglie. Seppur questo tipo di curiosit&agrave; non sia ancora stato studiato a fondo, tenerlo in considerazione pu&ograve; sicuramente tornare utile per trovare nuovi modi di interessare i nostri alunni agli argomenti pi&ugrave; disparati. Pensiamo, per esempio, ad aneddoti sulla vita di autori, personaggi storici, politici o filosofi che possano catturare l&rsquo;attenzione degli studenti e favorirne motivazione e ricordo.

Diversi tipi di curiosit&agrave; da tenere in considerazione

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Conclusioni

Come coltivare la curiosità

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