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La didattica a distanza è una compensazione, non una vera e piena alternativa a quella in presenza. Questo vale per la scuola dell’infanzia, ma anche per gli adolescenti, se è vero che l’apprendimento cooperativo è sempre importante e la relazione diretta con gli insegnanti e col gruppo-classe è essenziale sul piano emotivo e motivazionale.


 Lavorando da remoto si può compensare tutto ciò?


 In parte,
 
 se le condizioni del contesto sono favorevoli
 
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 Poco, nei casi in cui
 
 i mezzi tecnologici e culturali sono inadeguati
 
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 Pochissimo, per gli alunni che sono
 
 già più indietro
 
 rispetto agli altri per motivazione e rendimento, e rischiano di restare anc

La didattica a distanza è una compensazione, non una vera e piena alternativa a quella in presenza. Questo vale per la scuola dell’infanzia, ma anche per gli adolescenti, se è vero che l’apprendimento cooperativo è sempre importante e la relazione diretta con gli insegnanti e col gruppo-classe è essenziale sul piano emotivo e motivazionale.Lavorando da remoto si può compensare tutto ciò?In parte, se le condizioni del contesto sono favorevoli.Poco, nei casi in cui i mezzi tecnologici e culturali sono inadeguati.Pochissimo, per gli alunni che sono già più indietro rispetto agli altri per motivazione e rendimento, e rischiano di restare ancora più penalizzati dalla mancanza di contatto personale col docente e col gruppo. Questo distacco andrebbe recuperato in qualche modo già durante la DAD e poi quando la situazione sarà normalizzata.  Quale didattica può aiutare? È prevedibile che il riadattamento alla didattica “normale” andrà realizzato in tempi lunghi. Come nei dopoguerra, o dopo un grave incidente o una malattia, i contraccolpi saranno difficili da assorbire, specie nelle personalità più fragili. Queste andranno sostenute con un impegno che richiederà strutture e supporti diversi da quelli precedenti l’epidemia. È necessario un aumento dei servizi psicologici per le scuole e per le famiglie, e il Ministero ha avviato una sperimentazione in tal senso. Ma quale psicologia può essere utile in questa direzione? Didattica e apprendimento a distanza richiedono specifiche applicazioni della psicologia. E il termine “richiedono” può assumere due significati: “hanno bisogno di…” e “spingono verso…”. Per quanto riguarda il primo, la DAD deve tenere conto delle funzioni cognitive fondamentali per l’apprendimento e di come queste funzioni cambiano quando la didattica viene spostata a distanza. La DAD e le applicazioni della psicologia Alcuni esempi, solo come riepilogo sommario dei “capitoli” della psicologia da rivedere. • Funzioni attentive: con i tempi di concentrazione da video cambiano le modalità di attenzione selettiva e sostenuta, e quella “divisa” tipica del multitasking; si modificano i modi di controllare le interferenze, e i ritmi di shifting, cioè il passaggio appropriato e tempestivo da uno stimolo all’altro. • Percezione e memoria: gli stimoli sullo schermo sollecitano queste funzioni diversamente che in presenza, dove il campo percettivo è più ampio e la memoria più contestualizzata. • Linguaggio: a distanza cambia l’integrazione tra comunicazione verbale e non verbale. • Relazioni interpersonali: pensiamo alle applicazioni della teoria della mente quando questa deve attivarsi non face-to-face ma via chat… • Funzionamento di gruppo: i gruppi di lavoro a distanza hanno dinamiche diverse da quelli in presenza. • Influenze sociali: essenziale l’incidenza del contesto familiare, che può interferire in positivo o in negativo nei periodi di forzata permanenza in casa. • Motivazione: cambiamenti nella auto-regolazione, nella meta-cognizione, nelle possibilità di “staccare” periodicamente la concentrazione per dedicarsi ad altro. • Gestione delle emozioni: a distanza è più forte la possibilità di lasciarle implicite e non manifeste, ma non per questo meno rilevanti. Al tempo stesso la DAD spinge la psicologia verso una ricerca su variabili di rilievo come: – Accettabilità delle modalità a distanza e relative motivazioni. – Usabilità del mezzo tecnologico: come sviluppare abilità e competenze adeguate e al tempo stesso assicurare caratteristiche ergonomiche facilitanti l’uso a chi non è “nativo digitale”. – Uso della comunicazione non verbale, centrata molto più sul volto e meno sull’intero corpo. – Gestione delle emozioni: come possono essere codificate e decodificate attraverso lo schermo? – Ristrutturazione delle relazioni, forzatamente meno legate alla prossemica e al contatto. La valutazione a distanza    Insegnanti e psicologi vanno indirizzati su come scegliere gli strumenti più o meno idonei a essere somministrati a distanza. Bisognerà individuare, se necessario, strumenti diversi da quelli tradizionali e non semplici sostituti di essi, tenendo sempre presente quali sono i differenti processi psicologici stimolati dai diversi tipi di strumenti. La scelta va finalizzata al tipo di alunno, agli scopi della valutazione (psicometrici o criteriali; di profitto o prerequisiti), ai momenti in cui l’assessment si effettua: se come baseline, o come monitoraggio, o come esito dell’intervento didattico o educativo.  In conclusione In conclusione, didattica e valutazione a distanza non sono una panacea generalizzabile per tutti i problemi logistici o organizzativi. Possono essere mezzi essenziali per mantenere la continuità educativa in condizioni di emergenza o comunque difficili, ma pongono problemi di usabilità e accettabilità come per tutte le tecnologie applicate alla formazione. 

La didattica a distanza è una compensazione, non una vera e piena alternativa a quella in presenza. Questo vale per la scuola dell’infanzia, ma anche per gli adolescenti, se è vero che l’apprendimento cooperativo è sempre importante e la relazione diretta con gli insegnanti e col gruppo-classe è essenziale sul piano emotivo e motivazionale.Lavorando da remoto si può compensare tutto ciò?In parte, se le condizioni del contesto sono favorevoli.Poco, nei casi in cui i mezzi tecnologici e culturali sono inadeguati.Pochissimo, per gli alunni che sono già più indietro rispetto agli altri per motivazione e rendimento, e rischiano di restare ancora più penalizzati dalla mancanza di contatto personale col docente e col gruppo. Questo distacco andrebbe recuperato in qualche modo già durante la DAD e poi quando la situazione sarà normalizzata. &nbsp;Quale didattica può aiutare?&nbsp;È prevedibile che il riadattamento alla didattica “normale” andrà realizzato in tempi lunghi. Come nei dopoguerra, o dopo un grave incidente o una malattia, i contraccolpi saranno difficili da assorbire, specie nelle personalità più fragili. Queste andranno sostenute con un impegno che richiederà strutture e supporti diversi da quelli precedenti l’epidemia. È necessario un aumento dei servizi psicologici per le scuole e per le famiglie, e il Ministero ha avviato una sperimentazione in tal senso. Ma quale psicologia può essere utile in questa direzione? Didattica e apprendimento a distanza richiedono specifiche applicazioni della psicologia. E il termine “richiedono” può assumere due significati: “hanno bisogno di…” e “spingono verso…”. Per quanto riguarda il primo, la DAD deve tenere conto delle funzioni cognitive fondamentali per l’apprendimento e di come queste funzioni cambiano quando la didattica viene spostata a distanza.&nbsp;La DAD e le applicazioni della psicologia&nbsp;Alcuni esempi, solo come riepilogo sommario dei “capitoli” della psicologia da rivedere.&nbsp;• Funzioni attentive: con i tempi di concentrazione da video cambiano le modalità di attenzione selettiva e sostenuta, e quella “divisa” tipica del multitasking; si modificano i modi di controllare le interferenze, e i ritmi di shifting, cioè il passaggio appropriato e tempestivo da uno stimolo all’altro.&nbsp;• Percezione e memoria: gli stimoli sullo schermo sollecitano queste funzioni diversamente che in presenza, dove il campo percettivo è più ampio e la memoria più contestualizzata.&nbsp;• Linguaggio: a distanza cambia l’integrazione tra comunicazione verbale e non verbale.&nbsp;• Relazioni interpersonali: pensiamo alle applicazioni della teoria della mente quando questa deve attivarsi non face-to-face ma via chat…&nbsp;• Funzionamento di gruppo: i gruppi di lavoro a distanza hanno dinamiche diverse da quelli in presenza.&nbsp;• Influenze sociali: essenziale l’incidenza del contesto familiare, che può interferire in positivo o in negativo nei periodi di forzata permanenza in casa.&nbsp;• Motivazione: cambiamenti nella auto-regolazione, nella meta-cognizione, nelle possibilità di “staccare” periodicamente la concentrazione per dedicarsi ad altro.&nbsp;• Gestione delle emozioni: a distanza è più forte la possibilità di lasciarle implicite e non manifeste, ma non per questo meno rilevanti.&nbsp;Al tempo stesso la DAD spinge la psicologia verso una ricerca su variabili di rilievo come:&nbsp;– Accettabilità delle modalità a distanza e relative motivazioni.&nbsp;– Usabilità del mezzo tecnologico: come sviluppare abilità e competenze adeguate e al tempo stesso assicurare caratteristiche ergonomiche facilitanti l’uso a chi non è “nativo digitale”.&nbsp;– Uso della comunicazione non verbale, centrata molto più sul volto e meno sull’intero corpo.&nbsp;– Gestione delle emozioni: come possono essere codificate e decodificate attraverso lo schermo?&nbsp;– Ristrutturazione delle relazioni, forzatamente meno legate alla prossemica e al contatto.&nbsp; <img filer_id="233286" src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/f6/23/f623eb73-6c34-4980-a47c-fe896d81b3e2/parole_bambini_addario_-_matilde.png__500x304_q85_subsampling-2.png" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="500" height="304"> La valutazione a distanza &nbsp; &nbsp;Insegnanti e psicologi vanno indirizzati su come scegliere gli strumenti più o meno idonei a essere somministrati a distanza. Bisognerà individuare, se necessario, strumenti diversi da quelli tradizionali e non semplici sostituti di essi, tenendo sempre presente quali sono i differenti processi psicologici stimolati dai diversi tipi di strumenti. La scelta va finalizzata al tipo di alunno, agli scopi della valutazione (psicometrici o criteriali; di profitto o prerequisiti), ai momenti in cui l’assessment si effettua: se come baseline, o come monitoraggio, o come esito dell’intervento didattico o educativo. &nbsp;In conclusione&nbsp;In conclusione, didattica e valutazione a distanza non sono una panacea generalizzabile per tutti i problemi logistici o organizzativi. Possono essere mezzi essenziali per mantenere la continuità educativa in condizioni di emergenza o comunque difficili, ma pongono problemi di usabilità e accettabilità come per tutte le tecnologie applicate alla formazione.&nbsp;<img filer_id="233287" src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/7c/8a/7c8a374a-0f76-43ee-9f8b-0cbdbf52239d/a_cura_di_psicologia_e_scuola.png__600x200_q85_subsampling-2.png" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="600" height="200">

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