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Dopo la formulazione della sua celebre teoria triarchica dell’intelligenza, lei ha sviluppato nuove idee nel campo dell’intelligenza. Quali sono i punti più importanti della teoria triarchica che considera ancora validi?

La mia recente teoria dell’amore è una “teoria duplice dell’amore” consultabile sul nostro sito web, lovemultiverse.com. In precedenza avevo espresso la teoria che l’amore comprenda tre componenti: intimità, passione e impegno. Le componenti derivano dalle storie d’amore che cominciamo ad avere molto presto nella nostra vita. Queste storie hanno degli inizi, delle fasi intermedie e, spesso, delle conclusioni. Esse sono quello che noi “consideriamo” amore. Per “teoria duplice dell’amore” intendo che si riesce ad avere successo nelle relazioni d’amore nella misura in cui esse hanno triangolazioni concordanti (desideri di intimità, passione, e impegno) e storie concordanti.

Le mie teorie dell’intelligenza sono tutte state costruite a partire dalle precedenti: le ho aggiornate man mano non perché non le ritenessi valide ma per il loro carattere incompleto. D’altra parte la teorizzazione sull’intelligenza ha almeno cento anni di vita e molti psicologi non sono andati oltre la teoria originaria. Che sarebbe accaduto se la medicina fosse rimasta ferma a quanto si sapeva all’inizio del XX secolo! I punti principali della teoria sono i seguenti:<ol><li style="text-align: justify;">L’intelligenza non è solo QI o i tipi di abilità analitica misurati dai test di QI o da test simili. Infatti l’intelligenza implica anche abilità creative e pratiche. Una persona ha bisogno di abilità creative per generare nuove idee, di abilità analitiche (QI) per verificare se tali idee sono quelle buone e di abilità pratiche per implementarle e per convincere gli altri del loro valore.</li><li style="text-align: justify;">Le persone che successivamente ho chiamato “intelligenti di successo” sono quelle che si rendono conto dei loro punti di forza e di debolezza e che poi riescono a valorizzare al massimo i loro punti di forza e al tempo stesso correggono o compensano le loro debolezze.</li><li style="text-align: justify;">Intelligenza è ciò che fai della tua vita; non è la tua prestazione in test che contengono tipi artificiali di stimoli che hanno poco o niente a che fare con la vita reale.</li></ol>

N.d.R. Per “effetto Flynn” si intende l’aumento costante e regolare del quoziente intellettivo umano. Lo ha ipotizzato negli anni ’80 lo scienziato neozelandese James Flynn, dopo aver analizzato i risultati di centinaia di test d’intelligenza in più di 20 Paesi.

Nel distinguere fra tipi diversi di intelligenza lei sottolinea l’importanza di quella pratica. Potrebbe spiegare meglio che cosa intende per “intelligenza pratica”?

Il titolo della sua presentazione a invito al XXIX Congresso Nazionale AIRIPA (settembre 2021) allude al fatto che l’idea di intelligenza del mondo occidentale sta rovinando l’umanità. Potrebbe spiegare brevemente perché?

Robert Sternberg è considerato uno dei massimi studiosi viventi a livello mondiale dell’intelligenza e dello sviluppo cognitivo.Nel 1972 si è laureato in Psicologia presso la Yale University, conseguendo successivamente il dottorato presso la Stanford University. Sternberg ha pubblicato più di mille scritti, tra articoli su riviste e giornali, oltre a un considerevole numero di libri che hanno per temi l’intelligenza, la creatività e l’amore.È stato presidente dell’American Psychological Association (APA) nel 2003 e ha vinto numerosi premi, tra cui il Distinguished Scholar Award dalla National Association for Gifted Children nel 1985 e il premio Thorndike per risultati in Psicologia dell’Educazione, conferitogli dall’APA nel 2003. È stato inserito dall’APA tra i 100 migliori psicologi del XX secolo ed è membro dell’American Academy of Arts and Sciences e della National Academy of Education. Attualmente è professore dello Sviluppo Umano presso la Cornell University (Ithaca, New York).

La situazione pandemica ha drammaticamente modificato i nostri modi di concepire l’istruzione. Vede cambiamenti anche nelle università americane più prestigiose?

L’intelligenza pratica è qualcosa che talvolta chiamiamo “senso comune”. È l’abilità di applicare i propri punti di forza nella vita quotidiana. La nostra ricerca ha mostrato che molte persone che hanno un’alta intelligenza scolastica (relata con il QI) mancano di senso comune e, viceversa, molte persone con grande senso comune non hanno un QI particolarmente elevato. Nel mio Paese (gli Stati Uniti) esiste il problema che il successo ai fini dell’ammissione universitaria o nei curriculi spesso dipende soprattutto dall’intelligenza scolastica e non da quella pratica, e così finiamo per collocare persone con titoli universitari in posizioni di leadership per le quali non sono qualificate. Nel mio lavoro degli ultimi anni ho evidenziato l’importanza della saggezza, cioè la capacità di usare l’intelligenza pratica e altre forme di intelligenza per raggiungere un bene comune.

Lo scorso anno tutto il mio insegnamento si è svolto su Zoom. Nel semestre che sta per iniziare tornerò in aula in presenza. La cosa peggiore relativa alla pandemia è stata che gli studenti non hanno avuto modo di socializzare con i compagni, come avviene di solito. La cosa migliore è la presa di coscienza, almeno negli Stati Uniti, che possiamo ammettere studenti senza far ricorso a test standardizzati che in ogni caso non ci avevano mai detto molto sulle loro abilità!

Lei è famoso anche per una teoria dell’amore nota ai lettori italiani grazie al libro La freccia di Cupido. Recentemente ha pubblicato un nuovo libro sull’argomento. Quali sono le novità nel suo pensiero?

L’idea di base è molto semplice. Nel corso del XX secolo, nel mondo, il QI è cresciuto di 30 punti (il cosiddetto “effetto Flynn”). L’unica ragione per cui il QI medio è rimasto a 100 consiste nel fatto che le case editrici che pubblicano i test hanno stabilito che la nuova, più alta, media trovata equivaleva a un QI di 100. Ma se guardiamo ai problemi del mondo d’oggi, è ovvio che il QI è di scarsa o nulla utilità per risolvere i problemi di fronte ai quali si trova il mondo, nel fare i conti con l’autoritarismo, il razzismo, la xenofobia, le armi di distruzione di massa, il terrorismo, l’inquinamento, il cambiamento nel clima globale, la pandemia. Tutti quei punti di QI ci hanno solo dato l’illusione che siamo una qualche forma di “specie superiore” di questo pianeta. Ma se continuiamo ad agire come abbiamo fatto finora, quale mondo lasceremo ai nostri nipoti? Un mondo surriscaldato, inquinato, forse invivibile.

Andare oltre il tradizionale QI

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