Anticipo scolastico? Una novità vecchia

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Il passaggio dai suoni ai segni

La continuità educativa

Momenti speciali

Adesso siamo grandi!

Percorso continuità parte I: Prepariamo la festa

Il Polo educativo 0-6 di Pergine Valsugana dall’anno educativo 2018-2019 ospita contemporaneamente tre servizi: la scuola dell’infanzia GB2 e il nido comunale Il Castello, gestiti da Asif Chimelli e il nido comunale Il Girasole gestito dalla società cooperativa Città Futura. La realtà della condivisione quotidiana degli spazi, dei tempi e dei materiali costituisce per tutti una novità, in quanto legata al decreto legislativo n. 65/2017, che vede come base di partenza un ambiente unico che offre servizi educativi diversi, ognuno con caratteristiche proprie, ma comunque sede dei processi di cura, educazione ed istruzione: un sistema formativo integrato di servizi che accoglie bambine e bambini, modulando gli interventi in base alle età, ma creando una trama che veda tutti gli utenti come protagonisti attivi e competenti con pari opportunità. L'esperienza qui raccontata è stata messa in pratica lo scorso anno educativo.L’importanza di una continuità nel quotidianoIn un ambiente così organizzato, dove tutti, bambini e famiglie, hanno la possibilità di entrare in contatto con diverse realtà contemporaneamente, il tema della continuità diviene fondamentale: una continuità nuova ed intrigante, che lascia indietro la propria definizione storicamente radicata, in cui nido e scuola dell’infanzia si incontrano solamente a ridosso del passaggio dei bambini da un servizio all’altro, per fare spazio ad interessanti idee e pratiche educative di condivisione quotidiane, continuative ed in costante evoluzione. Il progetto della continuità così intesa prende piede un passo alla volta, tenendo conto dei vari contributi provenienti dai professionisti dell’educazione che ne prendono parte e che si fanno portavoce dei tre servizi presenti: lavorando insieme, creano coerenze e condividono idee, perplessità, timori e convinzioni; talvolta, come è giusto che sia, emergono pensieri diversi e magari anche molto distanti tra loro, che tuttavia, procedendo per tentativi e a piccoli passi, a partire da un atteggiamento di apertura e disponibilità, trovano sempre un punto di incontro.<img filer_id="232542" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1618556375/232542/" src="/d/filer/sharing/1618556375/232542/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="" height="">La sperimentazioneCon il mese di dicembre 2019, si avvia la prima sperimentazione di una continuità nella quotidianità, tra le varie possibilità, che prevede anche una continuità pomeridiana, che si costituisce di momenti ed esperienze condivise dai bambini dei diversi servizi che il mercoledì e il venerdì si incontrano, alla scuola dell’infanzia, nelle stanze del nido o in giardino, per giocare insieme e attendere l’arrivo dei genitori per il momento del ricongiungimento. Rispetto al mattino, il punto di partenza è la stanza della continuità, dove bambini ed educatori dei diversi gruppi si incontrano. Gli allestimenti sono ragionati insieme e la stanza ha le sembianze di un piccolo cantiere in costruzione, che si fa metafora del progetto stesso: così come un cantiere con materiale destrutturato non è definitivo ed i bambini procedono alla costruzione e al perfezionamento del proprio operato, in egual modo il piano di lavoro subisce modifiche e correzioni strada facendo, in un’ottica di continua progett-azione.Con lo scorrere del tempo, anche le altre stanze della scuola dell’infanzia divengono teatro di incontri tra bambini di età diverse, dove i più grandi coinvolgono i più piccoli prendendosene cura costante, aiutandoli a superare ostacoli e favorendo l’acquisizione di nuove competenze. L’obiettivo è quello di offrire ai bambini la possibilità di conoscere altri bambini e adulti, di imparare a convivere e condividere esperienze e competenze, per costruire, strada facendo, una continuità su misura che non abbia né troppe regole ed orari da rispettare né troppi limiti, ma che sappia sempre accogliere la ricchezza dell’imprevisto. &nbsp;Dal punto di vista dell'educatriceIl progetto comincia durante il mese di dicembre ed interessa, prima della pausa natalizia, tutti i lunedì e i martedì mattina. Durante i due incontri della prima settimana, gli adulti rimangono in osservazione: la stanza della continuità è allestita da alcuni giorni, frutto di lavoro comune e la verifica delle scelte effettuate è il passo successivo. Mettere in discussione sé stessi e il proprio operato accorgendosi delle mosse vincenti e di cosa invece non funziona, in termini di idee e obiettivi, è fondamentale per riuscire a procedere: videocamera e carta alla mano per osservazioni ed appunti, costituiscono la base di partenza. I punti di forza dello spazio della continuità risultano essere il tappeto della grande costruzione con cartone e tubi di varie dimensioni e l’angolo del cantiere. Tutti i bambini sono attirati dal materiale di recupero, che si presta a molteplici utilizzi: trascorrono tanto tempo a sperimentare, entrano in contatto tra loro conoscendosi e ri-conoscendosi.&nbsp; Anche l’angolo del travaso, che rappresenta un cantiere in miniatura, riscuote successo: molti&nbsp;bambini si concentrano a lungo, perfezionando i propri movimenti fini in un gioco perlopiù solitario o parallelo. Già nel corso della mattinata, educatrice e insegnante si confrontano su cosa sembri non funzionare. Per esempio, l’angolo morbido pensato per il rilassamento ha dimensioni esagerate: i bambini non sono interessati al riposo durante questi momenti in cui le emozioni sono forti ed animano una voglia di fare insieme incredibile. Un confronto diretto porta immediatamente all’introduzione di modifiche necessarie a far sì che anche quell’angolo risponda alle esigenze momentanee dei bambini: le coperte divengono tunnel e caverne, mentre alcune panchine morbide si trasformano in grossi mattoni da costruzione, che seguono il filo rosso del cantiere.&nbsp;Gli incontri delle successive due settimane prendono strade diverse, pur avendo come punto di partenza la stanza della continuità: il lunedì è questa ad essere abitata e vissuta a pieno, mentre il martedì le possibilità si ampliano. I bambini del nido diventano attivi protagonisti nelle varie stanze della scuola dell’infanzia, mettendosi alla prova, insieme ai compagni più grandi, nei laboratori: quello della luce e delle ombre, dove sostenuti da stupore e meraviglia, partecipano ad esperimenti quasi magici, o quello della natura, dove poter sperimentare la propria curiosità e voglia di ricerca con tanti elementi naturali. Le varie sezioni, consentono inoltre di stare nella dimensione del grande gruppo, di cui, talvolta, fanno parte anche alcuni fratelli maggiori: l’emozione che compare sul viso per un incontro inaspettato porta con sé la certezza che quella intrapresa sia davvero la strada giusta.&nbsp; Non sono solo i bambini più grandi a farsi conoscere: quelli del nido portano con sé i propri diari, un vero bagaglio sia fisico sia metaforico, poiché attraverso di essi raccontano le proprie esperienze, la propria vita. Una documentazione così pensata, può costituire la base di partenza di un percorso di continuità e conoscenza, dove la condivisione ha da essere il fondamento ma anche la struttura.&nbsp;Tre parole chiaveLa continuità che fino ad oggi abbiamo sperimentato si può racchiudere in tre parole chiave. Condivisione non solo dal punto di vista dei bambini, ma ancor prima e ancor di più, da quello degli adulti: incontrare immaginari differenti per arricchirsi ed ampliare le proprie conoscenze; vedere le cose con occhi nuovi, avvicinandosi al cambiamento con meno timore. Allestimento da intendersi come spazi ragionati: un ambiente a misura di bambino, accogliente, che risponda alle necessità di tutti, consente all’adulto di rimanere un passo indietro ad osservare, come un regista silenzioso che non ha necessità di intervenire in continuazione. Riflessività, intesa come disponibilità a mettersi in gioco, a ripensare le pratiche e ri-pensarsi come professionisti, per assumersi responsabilmente il ruolo di educatori/insegnanti ricercatori.

FAQ 17. A fine ciclo o in caso di trasferimento, la scuola può inviare i documenti delle diagnosi e il PDP alla nuova scuola? (ed. PLUS)

Scuola dell'infanzia maggio 2023 | Editoriale di Maurizia Butturini

In classe prima: il mio quaderno

Per una continuità in co-costruzione

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