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Dobbiamo partire dalla raccolta di informazioni in possesso degli insegnanti della scuola dell’infanzia, dei genitori e degli operatori sociosanitari, per arrivare alla definizione di un progetto di intervento (obiettivi a breve, medio e lungo termine, modalità di in- tervento) ecc. Consideriamo di seguito a livello esemplificativo il caso della sindrome di Down.

Dobbiamo partire dalla raccolta di informazioni in possesso degli insegnanti della scuola dell’infanzia, dei genitori e degli operatori sociosanitari, per arrivare alla definizione di un progetto di intervento (obiettivi a breve, medio e lungo termine, modalità di in- tervento) ecc. Consideriamo di seguito a livello esemplificativo il caso della sindrome di Down.

Per la lettura:<ul><li style="text-align: justify;">proponiamo attività di differenziazione, come disegni vs parole scritte (stampatello maiuscolo), parole scritte vs numeri, parole lunghe vs parole corte (vedi l’esempio visto in precedenza con “re” e “pomodoro”); </li><li style="text-align: justify;">prepariamo dei cartoncini con scritte le parole importanti per l’alunno e facciamo attività di riconoscimento sincretico, in particolare il suo nome, quelli dei familiari e degli insegnanti; </li><li style="text-align: justify;">scopriamo se è colpito in particolare da alcune lettere, per esempio le quattro O di pomodoro o la lettera con cui inizia la parola mamma o la parola papà, da sfruttare subito se il suo nome inizia con M o P.</li></ul>

C’è sempre qualcosa da fare utile all’apprendimento della lettura, anche se le basi cognitive sono quelle di un bambino di 3 o 4 anni.

Varie proposte sono presenti in Insegnare a leggere e Insegnare l’aritmetica: primi calcoli (Vianello 2017).

Se mancano informazioni sul profilo per età, ogni insegnante può usare i suoi strumenti per verificare a che livello è il bambino nelle prestazioni scolastiche. Trovato il livello (nel disegno della figura umana, nel tenere la matita in mano, nel calcolare 2+2 con oggetti concreti, nello scegliere tra due cartoncini sui quali è scritto POMODORO, parola lunga, o RE, parola corta) proponiamo attività mirate a portare a piena padronanza ciò che il bambino sa già fare. Un po’ alla volta emergerà il suo potenziale di apprendimento e le proposte scolastiche potranno adeguarsi. Ricordiamo sempre che ogni intervento risulta efficace se coerente con ciò che il bambino sa già fare.

Punti di forza e punti di debolezza

Gli allievi con disabilità intellettive raramente imparano a leggere a 6 anni e a fare i calcoli a mente che sanno fare i loro compagni. Che cosa possiamo fare, sapendo che le basi cognitive per la lettura richiedono una età mentale fra i 4 e i 5anni e i calcoli a mente proposti in prima una età mentale anche superiore?

Motivazione all’apprendimento

<ul><li style="text-align: justify;">Vianello, R. (2006). Sindrome di Down. Sviluppo psicologico e integrazione dalla nascita all’età senile. Bergamo: edizioni Junior. </li><li style="text-align: justify;">Vianello, R. (2017). Insegnare l’aritmetica. Primi calcoli. Firenze: Giunti EDU. </li><li style="text-align: justify;">Vianello, R. (2018). Disabilità intellettive. Come e cosa fare. Firenze: Giunti EDU. </li><li style="text-align: justify;">Vianello, R. (2021). Insegnare a leggere a bambini e ragazzi con disabilità intellettiva. Firenze: Giunti EDU.</li></ul>

Quali competenze possiamo aspettarci da un bambino con sindrome di Down in prima?
 
 Dipende in primis dall’età: la maggioranza entra in prima a 6 anni, alcuni a 7 e una ristretta minoranza a 8. Le prestazioni medie a livello cognitivo (Vianello,

Quali competenze possiamo aspettarci da un bambino con sindrome di Down in prima?Dipende in primis dall’età: la maggioranza entra in prima a 6 anni, alcuni a 7 e una ristretta minoranza a 8. Le prestazioni medie a livello cognitivo (Vianello, 2006 e 2018) di un bambino con sindrome di Down di 6 anni sono paragonabili a quelle di un bambino a sviluppo tipico fra i 36 e i 48 mesi. Poi le condizioni biologiche e ambientali (ambiente impoverito vs arricchito) possono influire.L’età mentale è solo un indice generale (come il QI). Il profilo tipico della sindrome è caratterizzato da prestazioni nel linguaggio (fonologico e morfo-sintattico in particolare, cioè come pronuncia i suoni e ricchezza della frase) e nella memoria inferiori al livello intellettivo, mentre la comunicazione non verbale, le capacità visuo-spaziali e la socializzazione tendono ad essere in linea con l’età mentale o superiori.E se il bambino o la bambina hanno 7 o 8 anni? Modifichiamo in proporzione, per esempio i 36-48 diventano 48-60 mesi.

Nei saggi dedicati all’apprendimento si trova spesso l’indicazione che è opportuno proporre attività nelle potenzialità dell’individuo (la “zona di sviluppo potenziale-prossimale” di Vygotskij). L’esperienza con la disabilità intellettiva invita a un suggerimento ulteriore: verifichiamo se l’atteggiamento nei confronti dell’apprendimento è adeguato (motivazione intrinseca e non solo estrinseca, desiderio di apprendere cose nuove e non di evitare le sfide scolastiche per paura di sbagliare ecc.). Se non è adeguato, l’obiettivo primario deve essere “ricostruire” l’atteggiamento con proposte anche “troppo facili”, ma che progressivamente danno fiducia al bambino, creano l’abitudine a essere riflessivo, a usare semplici strategie attentive e mnemoniche ecc. (Vianello 2018).

Quali competenze possiamo aspettarci da un bambino con sindrome di Down in prima? Dipende in primis dall’età: la maggioranza entra in prima a 6 anni, alcuni a 7 e una ristretta minoranza a 8. Le prestazioni medie a livello cognitivo (Vianello, 2006 e 2018) di un bambino con sindrome di Down di 6 anni sono paragonabili a quelle di un bambino a sviluppo tipico fra i 36 e i 48 mesi. Poi le condizioni biologiche e ambientali (ambiente impoverito vs arricchito) possono influire. L’età mentale è solo un indice generale (come il QI). Il profilo tipico della sindrome è caratterizzato da prestazioni nel linguaggio (fonologico e morfo-sintattico in particolare, cioè come pronuncia i suoni e ricchezza della frase) e nella memoria inferiori al livello intellettivo, mentre la comunicazione non verbale, le capacità visuo-spaziali e la socializzazione tendono ad essere in linea con l’età mentale o superiori. E se il bambino o la bambina hanno 7 o 8 anni? Modifichiamo in proporzione, per esempio i 36-48 diventano 48-60 mesi.

Per porre le basi del calcolo a mente (senza per questo dare meno importanza al fatto che l’uso delle dita o di altri materiali può aiutare a fare i calcoli):<ul><li style="text-align: justify;">procediamo lentamente tenendo conto dei “numeri del bambino”, 1 come me, 2 come i genitori e come io e la mamma, 3 come ecc.; </li><li style="text-align: justify;">fondamentali sono all’inizio le attività senza andare oltre il 3, mettiamo su una scatola tre monete attraverso una fessura e a mente dobbiamo ricordarci quante ce ne sono; giochiamo a domino con cartoncini che hanno solo 1, 2 e 3 (prima solo le figure, poi anche con i numeri) ecc.</li></ul>

Quando imparerà a leggere e a fare i primi calcoli?

Un bambino con sindrome di Down in classe prima

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