L’importanza della sintonia dei punti di vista

Ritrovare un senso di appartenenza

Per abitare lo spazio e il tempo

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

L'assenza di tempo libero

Un malessere del presente

Oltre che limitarne senso di responsabilità e autonomia, la grande pressione del tempo pianificato imposto ai bambini presenta un ulteriore rischio: non consente loro di avere “tempo libero”. Costantemente intrattenuti, i piccoli sono privi dell’esperienza, invece essenziale, di avere a loro disposizione un tempo da riempire con qualcosa che nasce dai propri desideri, curiosità, interessi, ma dove può anche, momentaneamente, non accadere niente. Le opportunità di apprendimento organizzate sono certamente preziose, ma il tempo non strutturato e totalmente libero potrebbe, proprio in quanto tale, insegnare abilità e comportamenti di vitale importanza e unici per l’individuo. Psicologi e neuroscienziati concordano nel ritenere che il tempo libero sia una componente critica dello sviluppo: quando lo hanno a disposizione, i bambini usano aree del cervello che sono necessarie per l’immaginazione, l’introspezione e il sogno a occhi aperti; partecipando ad attività che non hanno una struttura chiara o regole rigide, sviluppano importanti abilità sociali come la comunicazione, la flessibilità, la cooperazione, la negoziazione e il fare a turno; sperimentando nuovi ruoli e scenari alimentano e favoriscono la propria creatività, imparano a gestire i conflitti e ad avere spirito di iniziativa.

La voce che arriva dal microfono è monotona, il volto dell’insegnante poco espressivo, la luminosità dello schermo sempre uguale. Seduto davanti al computer il ragazzo si guarda intorno: l’arredamento della stanza gli pare banale, i manifesti alle pareti sono visti e rivisti, gli indumenti che indossa sono sempre gli stessi. Aspetta la fine della lezione, che pare non arrivare mai: si sente esausto e irritato per essere bloccato in questo momento apparentemente senza fine. Vorrebbe essere altrove, impegnato in qualsiasi altra cosa: che noia!

La voce che arriva dal microfono è monotona, il volto dell’insegnante poco espressivo, la luminosità dello schermo sempre uguale. Seduto davanti al computer il ragazzo si guarda intorno: l’arredamento della stanza gli pare banale, i manifesti alle pareti sono visti e rivisti, gli indumenti che indossa sono sempre gli stessi. Aspetta la fine della lezione, che pare non arrivare mai: si sente esausto e irritato per essere bloccato in questo momento apparentemente senza fine. Vorrebbe essere altrove, impegnato in qualsiasi altra cosa: che noia!

Di conseguenza molti bambini e adolescenti, abituati a essere costantemente guidati nella loro organizzazione quotidiana, non hanno imparato a gestire i loro impegni in autonomia, senza richiedere continui richiami o assistenza da parte degli adulti. Marco, si lamenta una mamma, tende ad aspettare fino all’ultimo secondo possibile per completare i compiti richiesti per l’indomani. E non vi è giorno che Sofia non debba essere sollecitata ripetutamente a staccarsi dai videogiochi per preparare la cartella completa di tutto quel che le serve. Il “procrastinatore cronico”, con il suo sistematico rimandare, scoprirà che un imprevisto o una difficoltà inattesa possono impedirgli di portare a termine il suo impegno, situazione che scontenterà i professori che non accetteranno il continuo ritardo nell’esecuzione dei compiti, le scuse che lo accompagnano o la richiesta di tempo aggiuntivo. I vantaggi di una buona gestione del tempo includono, al contrario, migliori capacità decisionali, migliori prestazioni, maggior senso di responsabilità e indipendenza, una migliore capacità di interagire e collaborare con gli altri.

L’interruzione di molte attività sociali, la riduzione del tempo trascorso all’esterno, le lunghe ore confinati in casa e inchiodati al computer, conseguenza dell’emergenza pandemica, hanno portato sotto gli occhi di genitori e insegnanti le manifestazioni della noia nei bambini e negli adolescenti. Gli studiosi concordano nel sostenere che la noia è caratterizzata, più di altre emozioni, da un disturbo nel senso del tempo e suggeriscono che, mentre la paura è orientata verso il futuro e la tristezza verso il passato, la noia è specificamente un senso di malessere riferito al presente. Questo stato d’animo, prevalentemente considerato come negativo, si verifica quando non siamo in grado di impegnare con successo l’attenzione né con stimoli esterni, proposte o compiti capaci di attrarci e spingerci a partecipare, né con informazioni interne, pensieri o sentimenti, che ci incoraggino ad avviare o a proseguire attività percepite come attraenti e soddisfacenti. I momenti in cui bambini e adolescenti si annoiano sono divenuti più frequenti nei mesi della pandemia anche perché il prolungato tempo “domestico” ha preso il posto di un tempo pre-pandemico rigidamente “programmato”, affollato di appuntamenti, scandito da attività extrascolastiche pianificate da altri, lezioni di piano, allenamenti sportivi, corsi di lingue straniere… in un mosaico che non lascia spazi vuoti. Perché sprecare tempo prezioso che un bambino potrebbe occupare per imparare qualcosa che la scuola non offre, o sviluppare un’abilità che potrebbe tornargli utile in futuro?

La grande pressione del tempo pianificato imposto ai bambini presenta un importante rischio: non consente loro di avere “tempo libero”

La responsabilità di scegliere

Lyn Fry, psicoanalista inglese, a proposito di come educare i bambini a “navigare” nel tempo libero, suggerisce di sedersi accanto ai propri figli e di preparare con loro un elenco di tutto ciò che vorrebbero fare, se ne avessero il tempo: attività semplici, come una partita a carte, la lettura di un libro, un giro in bicicletta, oppure attività più complesse, come cucinare o imparare a fare fotografie. Se poi il bambino dovesse lamentarsi della noia, il genitore gli ricorderà della lista, invitandolo a svolgere una delle attività elencate. «Si lascia loro la responsabilità di scegliere» – commenta la Fry – «e se non vorranno fare nulla di quello che c’è sulla lista, pazienza, si annoieranno un po’. Non c’è nulla di male, non è un problema, non è tempo sprecato. La noia è il fattore trainante, è ciò che porta a motivare se stessi a fare le cose». Morale della storia? Così come date la priorità alle attività extracurricolari, alle lezioni e agli allenamenti, mettete fra il necessario anche le ore vuote e i pomeriggi liberi. Abbandonare un’organizzazione del tempo stabile e ben collaudata può essere inizialmente scomodo, ma aiuterà a crescere bambini felici, autosufficienti e motivati.

Il procrastinare

L’interruzione di molte attività sociali, la riduzione del tempo trascors

L’interruzione di molte attività sociali, la riduzione del tempo trascorso all’esterno, le lunghe ore confinati in casa e inchiodati al computer, conseguenza dell’emergenza pandemica, hanno portato sotto gli occhi di genitori e insegnanti le manifestazioni della noia nei bambini e negli adolescenti. Gli studiosi concordano nel sostenere che la noia è caratterizzata, più di altre emozioni, da un disturbo nel senso del tempo e suggeriscono che, mentre la paura è orientata verso il futuro e la tristezza verso il passato, la noia è specificamente un senso di malessere riferito al presente.Questo stato d’animo, prevalentemente considerato come negativo, si verifica quando non siamo in grado di impegnare con successo l’attenzione né con stimoli esterni, proposte o compiti capaci di attrarci e spingerci a partecipare, né con informazioni interne, pensieri o sentimenti, che ci incoraggino ad avviare o a proseguire attività percepite come attraenti e soddisfacenti.I momenti in cui bambini e adolescenti si annoiano sono divenuti più frequenti nei mesi della pandemia anche perché il prolungato tempo “domestico” ha preso il posto di un tempo pre-pandemico rigidamente “programmato”, affollato di appuntamenti, scandito da attività extrascolastiche pianificate da altri, lezioni di piano, allenamenti sportivi, corsi di lingue straniere… in un mosaico che non lascia spazi vuoti. Perché sprecare tempo prezioso che un bambino potrebbe occupare per imparare qualcosa che la scuola non offre, o sviluppare un’abilità che potrebbe tornargli utile in futuro?

Tempo libero o tempo organizzato?

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