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Quando parliamo di routine al nido, pensiamo principalmente ai momenti della cura del corpo. Qui vorremmo riflettere su un altro momento di tutti i giorni, quello dedicato ai libri. Come tutte le routine, anche la proposta dei libri ha bisogno di essere pensata e ripensata continuamente.

PRENDERE CONFIDENZA CON I LIBRI

In molti nidi la lettura collettiva fa parte delle ricorrenze del primo mattino. Quando tutti i bambini sono arrivati, si guarda chi c’è e chi non c’è, si canta e si legge una storia ad alta voce. Un’altra lettura collettiva si svolge comunemente in attesa del pranzo.Si legge a tutto il gruppo, i bambini ascoltano e guardano mentre l’adulto anima il libro, mostra le illustrazioni, drammatizza, cambia tono di voce secondo i vari personaggi, crea suspense, si ferma, fa delle domande, riparte, cerca di coinvolgere tutti.

I bambini prendono i libri a scelta, li guardano al proprio ritmo, a volte condividono un libro con un compagno.

SOSTARE CON I LIBRI

UN CIRCOLO VIRTUOSO

Quando parliamo di routine al nido, pensiamo principalmente ai momenti della cura del corpo. Qui vorremmo riflettere su un altro momento di tutti i giorni, quello dedicato ai libri. Come tutte le routine, anche la proposta dei libri ha bisogno di essere pensata e ripensata continuamente.

La lettura ad alta voce ha una sua funzione “rituale” al nido, come durante il cerchio del mattino

Leggere “di fronte” e leggere “accanto”: le letture ad alta e a bassa voce sono due modalità complementari, le potremmo chiamare “leggere a” e “leggere con”, e secondo la situazione, dobbiamo valutare quale dei due approcci è più appropriato.Durante il cerchio del mattino, la lettura collettiva ad alta voce ha una sua funzione “rituale”. Ma non sempre le cose vanno come si vorrebbe. Succede che, mentre alcuni bambini seguono davvero la storia, qualcuno si alza e va altrove, c’è chi gli va dietro e c’è chi chiacchiera con l’amico vicino o bisticcia. Per qualcuno, la lettura della storia rinforza l’interesse per i libri. Per qualcun altro, invece, crea insofferenza, perché in quel momento ha altre esigenze. Una lettura collettiva va dosata bene, deve essere breve. Altrimenti rischia di essere controproducente.Teniamo presente che nei primi anni di vita, i bambini crescono quasi a vista d’occhio. Tra i bambini di un anno e quelli di due, sembra che ci sia la differenza di una generazione!Più i bambini sono piccoli e più è difficile per loro adeguare le proprie esigenze a ritmi stabiliti da altri: i momenti collettivi tendono a essere per loro una forzatura. Trovano meglio un loro spazio in situazioni con tempi meno strutturati. Per i bambini sotto i 2 anni in genere una lettura “accanto” è quella più appropriata.

Batini, F. (marzo-aprile 2020). Leggere ad alta voce. In Nidi d’infanzia, n. 4/2020. Firenze: Giunti Scuola.Merletti, R.V., Tognolini, B. (2006). Leggimi forte. Milano: Salani Editore.

Ci sono dei bambini al nido che già a casa hanno preso confidenza con i libri, forse è il caso di Sofia, la bambina dell’episodio appena raccontato. Per altri bambini, invece, la nostra proposta di libri al nido è un’occasione insolita.Abbiamo dei bambini, per esempio, che vivono in famiglie molto “digitalizzate” e, già a un anno, per cambiare pagina, strisciano l’indice sulla carta come se fosse uno schermo. Per loro, il mondo dei libri tangibili è una scoperta: i libri di carta non hanno bisogno né di apparecchi elettronici né di connessione. Offrono un’occasione di particolare autonomia, basta prenderli in mano e sfogliarli, dovunque ci si trova.

MODALITÀ DI LETTURA

Nell’episodio che segue vediamo un altro modo ancora per stare con i libri.Sofia ha trovato un posticino appartato tra il fianco di un armadio e la parete. È seduta lì, con un libro, lo sfoglia lentamente, lo racconta sottovoce a un compagno immaginario. L’educatrice chiama: “Venite bambini, ora leggiamo la storia della Pimpa”. Sofia rimane nel suo posticino. “Vieni, Sofia, ora leggiamo la Pimpa tutti insieme,” insiste l’educatrice. Nell’angolino Sofia è motivata e concentrata e non disturba il gruppo. Una volta finito di guardare il libro da sola, forse entrerebbe anche spontaneamente nel gruppo. Perché l’educatrice la richiama?Forse la spiegazione sta in una certa deformazione professionale, molto comune. Per tradizione, privilegiamo l’intervento diretto dell’adulto e sottovalutiamo le iniziative autonome dei bambini. Quando leggiamo “ai bambini”, seguiamo la falsa riga di una lezione. Sarà una lezione vivace e giocosa, ma pur sempre una proposta unica, allo stesso momento, all’intero gruppo. Nell’episodio appena raccontato, l’educatrice avrebbe potuto essere soddisfatta: la bambina aveva raggiunto un traguardo importante, si era mostrata capace di sfruttare il libro in autonomia.

UNA LETTURA AD ALTA VOCE

A casa alcuni nostri bambini hanno già preso confidenza con i libri

• I libri di qualità sono fragili, devono essere maneggiati con cura, altrimenti le pagine si strappano e la costola si rompe. Purtroppo, l’esperienza insegna che, se sono liberamenti accessibili, i libri si sciupano presto.• Almeno inizialmente, è più realistico proporli solo in situazioni gestite ad hoc: sapere adoperare i libri con cura e in autonomia è un punto di arrivo

LIBRI IN AUTONOMIA

Per stare bene con i libri, pensiamo a come li proponiamo, in quale contesto. Chiediamoci:• A quanti bambini proponiamo i libri? Per quanto tempo?• In quale spazio? È uno spazio tranquillo? O ci sono delle continue interferenze?• Come è l’acustica? C’è rimbombo? Dobbiamo sforzare la voce per farci sentire?•&nbsp;Dove ci posizioniamo rispetto ai bambini: di fronte a loro o in mezzo a loro?• Come ci sistemiamo: sulle panchine, in terra su un tappeto, su dei cuscini (sanificabili)?• I bambini stanno comodi? Anche noi?

Una lettura a bassa voce: un’altra pratica diffusa è quella di proporre i libri in modo meno formalizzato della lettura collettiva.Dentro una cesta, o una valigia, l’educatore predispone un assortimento di libri, scelti di volta in volta per&nbsp; l’età e gli interessi di quel gruppo di&nbsp; bambini. Li propone in un angolo raccolto, per esempio su un tappeto con dei cuscini. Adulto e bambini stanno vicini, anche accoccolati insieme (restrizioni sanitarie permettendo): su loro richiesta, l’adulto legge a bassa voce. Si parla insieme delle figure e della storia. Più che “lettura”, sarebbe più appropriato chiamare questa seconda modalità “stare con i libri”, o, meglio, “sostare con i libri”.

In molti nidi la lettura collettiva fa parte delle ricorrenze del primo mattino. Quando tutti i bambini sono arrivati, si guarda chi c’è e chi non c’è, si canta e si legge una storia ad alta voce. Un’altra lettura collettiva si svolge comunemente in attesa del pranzo.


 Si legge a tutto il gruppo, i bambini ascoltano e guardano mentre

In molti nidi la lettura collettiva fa parte delle ricorrenze del primo mattino. Quando tutti i bambini sono arrivati, si guarda chi c’è e chi non c’è, si canta e si legge una storia ad alta voce. Un’altra lettura collettiva si svolge comunemente in attesa del pranzo.Si legge a tutto il gruppo, i bambini ascoltano e guardano mentre l’adulto anima il libro, mostra le illustrazioni, drammatizza, cambia tono di voce secondo i vari personaggi, crea suspense, si ferma, fa delle domande, riparte, cerca di coinvolgere tutti.

ll nido offre occasioni ai bambini per prendere confidenza con i libri e per affezionarsene. Occasioni per stare bene con i libri. Cerchiamo di instaurare un circolo virtuoso. Proporre i libri significa proporre un momento di vita condiviso tra noi adulti, i bambini e l’autore. Un momento riflessivo e bello, un momento di vita a tutto tondo. Se i bambini stanno bene con i libri, ci prendono gusto e cresce il loro desiderio di starci ancora. Diventa per loro un’abitudine piacevole e immancabile.

Stare con i libri

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