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Diversità: mai perdere la capacità di meravigliarsi

Il senso di sé cognitivo

Star bene al nido: educatori, bambini, famiglie

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

EMOZIONI E APPRENDIMENTO

MOLTEPLICI FATTORI IN GIOCO

Bowlby, J. (1996). Costruzione e rottura dei legami affettivi. Milano: Raffaello Cortina editore.MIUR (2012). Indicazioni Nazionali per il curricolo infanzia e primo ciclo d’istruzione.

SPAZI PER APPRENDERE

TEMPO DI BENESSERE

CLIMA EDUCATIVO

Oggi promuovere e raggiungere il benessere costituisce una grande finalità del nostro tempo, da favorire e sostenere per tutti, a tutte le età e a tutti i livelli di scuola.Le Indicazioni per il curricolo del 2012, testo di riferimento unico per l’infanzia e il primo ciclo d’istruzione, tra gli altri obiettivi raccomandano di&nbsp; “promuovere lo stare bene e un sereno apprendimento attraverso la cura degli ambienti, la predisposizione degli spazi educativi, la conduzione attenta dell’intera giornata scolastica”.Ma quali possono essere le qualità, le caratteristiche necessarie di un nido che consentano al bambino di ritrovarvi spazi di ben-essere, luoghi e tempi di vita e di esperienze, di relazioni e di apprendimento?

Oggi promuovere e raggiungere il benessere costituisce una grande finalità del nostro tempo, da favorire e sostenere per tutti, a tutte le età e a tutti i livelli di scuola.


 Le Indicazioni per il curricolo del 2012, testo di riferimento unico per l’infanzia e il primo ciclo d’istruzione, tra gli altri obiettivi raccomandano di  “promuovere lo stare bene e un sereno apprendimento attraverso la cura degli ambienti, la predisposizione degli spazi educativi, la conduzione attenta dell’intera giornata scolastica”.


 Ma quali possono essere le qualità, le caratteristiche necessarie di un nido che consentano al bambino di ritrovarvi spazi di ben-es

Oggi promuovere e raggiungere il benessere costituisce una grande finalità del nostro tempo, da favorire e sostenere per tutti, a tutte le età e a tutti i livelli di scuola.Le Indicazioni per il curricolo del 2012, testo di riferimento unico per l’infanzia e il primo ciclo d’istruzione, tra gli altri obiettivi raccomandano di  “promuovere lo stare bene e un sereno apprendimento attraverso la cura degli ambienti, la predisposizione degli spazi educativi, la conduzione attenta dell’intera giornata scolastica”.Ma quali possono essere le qualità, le caratteristiche necessarie di un nido che consentano al bambino di ritrovarvi spazi di ben-essere, luoghi e tempi di vita e di esperienze, di relazioni e di apprendimento?

RELAZIONI EDUCATIVE

Gli spazi del nido vanno immaginati e costruiti in modo da facilitare l’incontro di ciascuno con situazioni significative e stimolanti.&nbsp;

Lo stare bene del bambino piccolo dipende da diversi fattori: dalle relazioni che gli adulti stabiliscono con lui e dalle comunicazioni che si creano all’interno di un nido, ma anche dall’organizzazione degli spazi, dai tempi personalizzati, dalle attività di vita quotidiana, così come sono pensate e organizzate, da come sono vissute e agite dai bambini.Ogni bambino arriva al nido con una storia che racconta una grande ricchezza di bisogni ed emozioni. C’è bisogno di accogliere e riconoscere questa pluralità di voci, attraverso l’ascolto, le relazioni affettuose, i gesti di cura, gli spazi caldi, i tempi morbidi e distesi.

Come lo spazio anche il tempo, è innanzitutto tempo di vita e quindi la giornata del nido con i suoi orari e rituali quotidiani va organizzata in modo significativo, in una scansione che tenga conto delle esigenze dei bambini, del loro tempo di crescita e di apprendimento.La percezione del tempo, il tempo esistenziale, per i bambini è diverso da quello degli adulti, ed è tanto più dilatato quanto più il bambino è piccolo.Per questi motivi al nido, è importante rispettare i tempi e i ritmi dell’apprendimento (tempi di attenzione e di stanchezza) e dell’esecuzione (caratteristiche caratteriali e fisiche), tenere conto anche delle diverse forme di esperienza temporale nel corso della giornata (ingresso-uscita), avere cura di passare da momenti di forte coinvolgimento e partecipazione ad altri di intimità e di tranquillità.A proposito del tempo, le Indicazioni Nazionali del 2012 fanno riferimento alla necessità della “progettazione di un tempo disteso, nel quale sia possibile per il bambino giocare, esplorare, dialogare, osservare, ascoltare, capire, crescere con sicurezza e in tranquillità, sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta e nelle quali si esercita”.C’è un tempo di ascolto, che è il tempo dell’attenzione della tranquillità, della lentezza e della pazienza, strumenti necessari per uno sviluppo formativo naturale e permanente. È necessario anche “perdere” tempo per ascoltare i vissuti personali, per osservare, riconoscere la capacità che i bambini possiedono, con i loro sguardi sul mondo, di sorprenderci e di stupirci.

Gli psicologi e i pedagogisti concordano nel sostenere che le prime interazioni tra il bambino e l’adulto costituiscono la radice del suo sviluppo mentale: lo sviluppo cognitivo si fonda innanzitutto sui rapporti relazionali ed esso è possibile solo all’interno di un quadro di legami positivi.È dal primo incontro del bambino con la madre, o con la figura di riferimento, dal dialogo iniziale che stabilisce con lei, dal rapporto che si costruisce, dagli sguardi e dai sorrisi, che compaiono, si manifestano e si consolidano le prime forme di rappresentazione mentale.La teoria dell’attaccamento ha messo in evidenza come il bambino crea rapporti affettivi e mentali, costruisce rappresentazioni di sé e dell’altro, grazie a esperienze di cura e di accudimento dei suoi bisogni, sulla base della presenza, della vicinanza, della costanza, della disponibilità di chi si prende cura di lui. Attraverso le modalità del contatto fisico, dell’essere tenuto in braccio, accudito, coccolato, consolato, il bambino acquisisce una prima consapevolezza di un sé corporeo, con confini ed emozioni intense, piacevoli e non, e una prima consapevolezza dell’esistenza di un altro da sé, significativo e rassicurante (Bowlby, 1996).

Il nido necessita della progettazione di un ambiente di vita accogliente e motivante, nel quale svolgere attività di movimento, di esplorazione, di manipolazione, di riflessione per organizzare ed elaborare esperienze

Ma tenere conto solo della relazione affettiva non basta, i rapporti che si stabiliscono al nido non sono isolati dal contesto in cui il bambino si muove e agisce.Per promuovere benessere c’è bisogno di organizzare una dimensione sociale dello star bene, nella cura degli ambienti e dei tempi della giornata. Esistono spazi e tempi di ascolto.Quando parliamo di ambiente educativo, il concetto al quale facciamo riferimento è di un luogo vissuto in senso affettivo, cognitivo, relazionale, uno spazio-tempo che, all’interno di regole chiare e riconosciute da tutti, consente una libertà d’iniziative e di espressione di sé.Lo spazio del nido è il luogo in cui avvengono i rapporti educativi, il contesto carico di significati, dove si sviluppano vissuti, memorie, affetti, territorio nel quale il bambino sperimenta e costruisce la sua identità. Per lui, gli ambienti che percorre e attraversa, sono innanzitutto spazi di vita e di esperienze, di incontri e di relazioni.

Quando ancora non parlano, i bambini comprendono emotivamente e sono condizionati da ciò che percepiscono poiché sono sintonizzati sugli stati emozionali di chi si prende cura di loro. L’apprendimento dipende dunque dalla relazione, dal fatto di sentirsi ascoltati, compresi, osservati, curati, tenuti a mente.La costruzione di schemi mentali, lo sviluppo della rappresentazione della realtà, l’elaborazione di concetti, la costruzione di significati condivisi, accadono solo all’interno di un rapporto positivo con l’adulto.Anche nella relazione educatore-bambino esistono vissuti emotivi e affettivi di cui tenere conto, non solo per quanto riguarda lo sviluppo affettivo-emotivo, ma anche per quanto si riferisce alla maturazione del pensiero.

SPAZI DI ASCOLTO

Le Indicazioni Nazionali affermano che: “una cura privilegiata va dedicata all’organizzazione dello spazio che deve essere gradevole, ospitale, curato, orientato dal gusto. Uno spazio che parla dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione, d’intimità e di socialità”.Esiste una stretta relazione tra la strutturazione dell’ambiente fisico e lo sviluppo di apprendimenti e comportamenti dei bambini. Il bambino apprende se l’organizzazione dei luoghi incoraggia l’esplorazione e la curiosità, se sostiene la motivazione, se sollecita la conoscenza, se stimola la riflessione e consente l’espressione delle sue inclinazioni personali.

Per promuovere benessere al nido, fondamentale allora sarà la predisposizione di un “clima educativo” e di ascolto, dove ciò che conta è come si vive al suo interno, a come ci si sente nel profondo, in cui si pone attenzione alle atmosfere, alle relazioni con gli adulti e con i pari.Nelle Indicazioni Nazionali, il nido insieme alla scuola dell’infanzia, viene definito come&nbsp; “ambiente di relazione e cura, ambiente di vita e di apprendimento”.Questa espressione accoglie e sostiene un modo di pensare all’infanzia e al nido come a uno spazio e tempo, ricco di occasioni e opportunità, progettato per esplorare, pensare e ragionare insieme ad altri, adulti e bambini; luogo nel quale viene restituita “la parola” ai bambini concreti, ai loro modi di sentire e di essere al mondo e nel quale tutti gli adulti presenti si impegnano ad avvicinarsi con ascolto.

Star bene al nido

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