Difficoltà nella scrittura, nella gestione dello spazio e del corpo

Come evitare comportamenti provocatori in classe

Chiarimenti sui DSA

Muoviamo i primi passi

Il dettato ortografico

Calcolatrice e altre strategie

Il progetto di intervento

Il caso di Teresa

Teresa (nome di fantasia) giunge in valutazione al termine della classe seconda primaria per p

Teresa (nome di fantasia) giunge in valutazione al termine della classe seconda primaria per problemi di apprendimento e di comportamento. La valutazione evidenzia un profilo di dislessia e disortografia di grado severo e difficoltà nell’area del calcolo, in associazione con problematiche attentive e marcati comportamenti oppositivo-provocatori. La bambina fatica a seguire le attività scolastiche a causa delle strumentalità molto deboli e la sua gestione in classe è particolarmente difficoltosa. Teresa, infatti, si allontana spesso dal suo posto e dall’aula, ha tempi di attenzione brevi, si relaziona in modo sfidante con gli adulti e in modo aggressivo con i compagni. Inoltre la bambina attua comportamenti potenzialmente pericolosi per se stessa, che spesso attivano risposte di allarme e timore negli altri. Teresa va a scuola malvolentieri e manifesta malesseri a livello somatico. Il rapporto scuola-famiglia presenta diverse criticità, per cui la famiglia ha deciso di inserirla nell’anno successivo in un altro istituto scolastico.

Nel caso di Teresa, che entrava in terza primaria, si è stati costretti a riformulare il progetto perché la famiglia aveva deciso di farle cambiare scuola. Qualche volta, il cambiamento di scuola può portare aria nuova, interrompere certe vischiosità di relazione e approfittare di una eventuale presenza di contingenze nuove e favorevoli. Altre volte, invece, può creare inutili speranze presto deluse dal riproporsi delle difficoltà precedenti, cui si assomma il disagio di dover ripartire da zero nella progettazione con la scuola.

Nel caso di Teresa, che entrava in terza primaria, si è stati costretti a riformulare il progetto perché la famiglia aveva deciso di farle cambiare scuola. Qualche volta, il cambiamento di scuola può portare aria nuova, interrompere certe vischiosità di relazione e approfittare di una eventuale presenza di contingenze nuove e favorevoli. Altre volte, invece, può creare inutili speranze presto deluse dal riproporsi delle difficoltà precedenti, cui si assomma il disagio di dover ripartire da zero nella progettazione con la scuola.

È stato programmato un intervento multifocale che ha previsto: percorso di potenziamento con la bambina, condivisione degli obiettivi con la famiglia, preparazione dell’ambiente scolastico all’inserimento di Teresa nel contesto classe e alla successiva gestione. <ul><li>L’intervento con la bambina ha previsto incontri a cadenza settimanale e attività svolte a livello domiciliare. Gli obiettivi perseguiti sono stati il potenziamento delle strumentalità di letto-scrittura, l’incremento dei tempi di attenzione e la maggiore regolazione del comportamento. </li><li>La collaborazione con la famiglia ha avuto come primi obiettivi la condivisione del lavoro sugli apprendimenti da svolgere in parte a casa e l’accompagnamento verso la costruzione di un rapporto di fiducia e di collaborazione positiva con gli insegnanti. </li><li>Un ruolo importante è stato attribuito alla preparazione del contesto scolastico al fine di agire in ottica preventiva, favorendo l’attivarsi di circoli virtuosi sia nelle dinamiche interne alla classe (relazione Teresa-insegnanti-compagni) sia nella rete di collaborazione insegnanti-genitori. </li></ul>È stato programmato un primo incontro&nbsp;con insegnanti e genitori prima dell’inizio dell’anno scolastico, in cui sono stati condivisi: <ul><li>il profilo complessivo della bambina, che era ovviamente una perfetta sconosciuta per i nuovi insegnanti e i futuri compagni; </li><li>gli accorgimenti didattici e le misure compensative/dispensative finalizzate non solo a evitare che le difficoltà specifiche presenti ostacolassero l’apprendimento, ma anche a limitare i vissuti di frustrazione che enfatizzavano i comportamenti disfunzionali; </li><li>le strategie educative finalizzate a creare un ambiente accogliente e prevedibile (per esempio esplicitare a inizio lezione le attività da svolgere, strutturare i compiti in modo che fossero brevi, prevedere piccole pause, assegnare mansioni che consentissero movimento, rinforzare l’impegno ecc.), ma al contempo a porre dei punti fermi e delle regole (poche e chiare), privilegiando il rinforzo rispetto alla punizione; </li><li>gli adattamenti nell’organizzazione dell’orario scolastico (per esempio esentare dalla frequenza nelle ore pomeridiane di alcuni giorni della settimana, in cui non erano previsti insegnamenti essenziali ecc.); </li><li>le iniziative per favorire l’interazione con i compagni (per esempio attività in forma cooperativa, partendo dal lavoro in coppia). </li></ul>Un secondo incontro congiunto si è tenuto dopo circa un mese e mezzo dall’inizio della scuola, con l’obiettivo di effettuare un aggiornamento e concordare eventuali integrazioni rispetto ai punti precedentemente definiti alla luce dei primi riscontri e della conoscenza diretta di Teresa maturata a quel punto dagli insegnanti. In tale occasione è stato formalizzato il Piano Didattico Personalizzato. Il bilancio effettuato al termine del primo quadrimestre evidenziava: <ul><li>miglioramento delle strumentalità di letto-scrittura; </li><li>maggiore partecipazione in classe; </li><li>approccio più sereno verso la scuola; </li><li>riduzione di frequenza e intensità dei comportamenti-problema; </li><li>rapporto scuola-famiglia più costruttivo. </li></ul>Dunque, malgrado i passi che Teresa doveva ancora compiere, la preparazione preventiva del contesto scolastico e il lavoro di rete aveva consentito di porre delle buone basi per i futuri obiettivi e per il benessere della bambina.

Teresa (nome di fantasia) giunge in valutazione al termine della classe seconda primaria per problemi di apprendimento e di comportamento. La valutazione evidenzia un profilo di dislessia e disortografia di grado severo e difficoltà nell’area del calcolo, in associazione con problematiche attentive e marcati comportamenti oppositivo-provocatori. La bambina fatica a seguire le attività scolastiche a causa delle strumentalità molto deboli e la sua gestione in classe è particolarmente difficoltosa. Teresa, infatti, si allontana spesso dal suo posto e dall’aula, ha tempi di attenzione brevi, si relaziona in modo sfidante con gli adulti e in modo aggressivo con i compagni. Inoltre la bambina attua comportamenti potenzialmente pericolosi per se stessa, che spesso attivano risposte di allarme e timore negli altri. Teresa va a scuola malvolentieri e manifesta malesseri a livello somatico. Il rapporto scuola-famiglia presenta diverse criticità, per cui la famiglia ha deciso di inserirla nell’anno successivo in un altro istituto scolastico.

Riprogrammare il progetto psicopedagogico per una bambina in difficoltà che cambia scuola

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