Avanguardia didattica in pratica: flipped classroom e integrazione CDD/libri di testo

Nuovi spazi educativi tra pedagogia e architettura

Intessere trame: l'ambiente di apprendimento

Esperienze al nido

Spazi e ambienti per apprendere

Molteplici sono le progettualità che in questi anni hanno preso forma grazie al prestito di sguardi e competenze fra famiglie e nido. Mattinate in lingua Fra queste il progetto “Mattinate in Lingua”, nell’intento di valorizzare il patrimonio linguistico dei genitori provenienti da altre nazionalità e di promuovere il plurilinguismo fin dai primi anni di vita. Il progetto si rivolge ai bambini più grandi del nido e prevede la presenza di un genitore di madrelingua diversa dall’italiano che partecipa, o meglio ancora, vive la sua lingua interagendo, giocando, cantando con i bambini. Band del nido Molto spazio è stato dato anche ad altri linguaggi espressivi: il contatto con la musica nelle sue diverse declinazioni, la creazione di una vivace “Band del Nido” composta da genitori ed educatori per accompagnare la quotidianità e i momenti di festa, l’incontro con la danza, con i linguaggi visivi dell’arte, della letteratura e del teatro per l’infanzia attraverso percorsi sulla narrazione e la lettura ad alta voce. La voce delle relazioni richiama la nostra attenzione su quelle intenzionalità educative che mettono al centro valori come vicinanza, presenza e disponibilità: <ul><li>appartenere significa essere riconosciuti nella propria identità, nella propria storia, ma anche avere la possibilità di vedere i propri genitori attivi e protagonisti nella vita del nido. Gli adulti significativi per il bambino insieme per… eventi da costruire insieme, momenti di cui fare memoria collettiva, un tempo trascorso al nido per raccontare storie; </li><li>consentire ai genitori un loro spazio, anche piccolo, ma gradevole, che possono organizzare e personalizzare in modo da condividere la reciproca conoscenza e costruire quei legami di solidarietà che danno sicurezza non solo agli adulti, ma attraverso di loro, anche ai bambini; </li><li>dare ai colloqui iniziali un’impronta di salutare ascolto sul percorso di ogni genitore nella relazione con il proprio bambino. Informare e lasciarsi informare è un’occasione per ogni genitore di sentirsi al centro di un clima rassicurante, che consente di rifondare la propria esperienza, riviverla con serenità, ma anche di partecipare interrogativi, incertezze, timori verso la scelta del nido. </li></ul>

Ongari, B. (a cura di), 2019. Un nido di persone. Parma: Edizioni Junior.

Giocare fuori per ricercare insieme: spazi e materiali “ordinari” per la curiosità dei bambini.

Stare in ascolto, raccogliere parole, costruire relazioni per condividere responsabilità educative.

In quanto rivelatore di rappresentazioni, scelte e pensieri, lo spazio ha un ruolo importante nel favorire o inibire la costruzione di relazioni positive. Per questo la collaborazione di tutto il gruppo di lavoro del nido (educatori, personale d’appoggio e di coordinamento) è centrale perché il messaggio di accoglienza passi silenziosamente, ma in profondità. Curare la scelta di arredi, materiali e immagini, ma anche porre attenzione a parole, gesti e toni di voce significa cercare di dare forma concreta e coerente al pensiero che sostiene l’idea di un ambiente educativo sensibile, in grado di comunicare il piacere di essere insieme in un percorso di crescita condivisa. Fin dalla sua apertura il nido dell’Università di Trento si è proposto come punto di ascolto, di confronto e spazio di co-costruzione della storia di crescita dei bambini e degli adulti. Per i genitori, i nonni e altri adulti significativi questo ha aperto l’opportunità di partecipare alla vita del nido, mettendo in gioco risorse e competenze personali.

SUGGERIMENTI DA CONDIVIDERE

UNO SPAZIO CHE DIALOGA

Il modello psico-pedagogico si fonda sull’idea di nido come “luogo di vita e di relazioni accoglienti e di scambio non solo per i bambini, anche per gli educatori e i genitori nel loro essere persone, ciascuna portatrice di caratteristiche, bisogni e risorse individuali che devono essere riconosciuti, ascoltati e valorizzati in senso costruttivo” (Carta dei Servizi, S. I. Unitn, 2008). Perciò creare “un nido di persone”, capace di garantire benessere per bambini e adulti, è stata la consegna che ha animato l’organizzazione dello spazio e la ricerca intorno alle caratteristiche peculiari del contesto educativo. Dare valore alla partecipazione dei genitori come “partener competenti e accreditati” è stato il filo conduttore di scelte operative utili a creare uno spazio condiviso di crescita.

IL NIDO SI PRESENTA

Nella convinzione che la qualità delle relazioni tra gli adulti sia la prima garanzia per consentire benessere ai bambini e coinvolgere le famiglie in un rapporto costruttivo, pensiamo all’accoglienza come a una tessitura quotidiana, una dimensione colorata e complessa che, andando oltre i primi momenti di incontro con i bambini e i loro genitori, possa tenere e durare nel tempo. Sul piano dell’organizzazione degli spazi questa impostazione richiede la messa in atto di attenzioni semplici, ma non scontate, quali, per esempio, la presenza di almeno due sedie a misura di adulto in ogni ambiente, per consentire all’educatore e al genitore di stare “comodamente seduti a chiacchierare” e una poltrona adatta perché l’educatore possa tenere in braccio un bambino in una posizione confortevole e rispettosa della sua colonna vertebrale. Si tratta quindi di predisporre ambienti pensati per incontri formali e informali tra adulti, dove poter sostare sentendosi a proprio agio; dove consultare libri e riviste, sperimentare insieme nei laboratori del fare, ma anche solo per concedersi piccole pause in relax tra genitori e con gli educatori davanti a una tazza di the o di caffè. Spazi allestiti con divani, poltroncine, tavoli e sedie, arredi a misura di adulto, che invitino a fermarsi in situazioni piacevoli, arricchiti da documentazioni e segni che valorizzino la loro partecipazione alla vita del servizio. Immagini d’arte, fotografie, piante e fiori freschi, una biblioteca su temi educativi, una bacheca con informazioni di base sul servizio e su avvenimenti locali che possono interessare le famiglie… sono piccoli accorgimenti che parlano di uno spazio pensato per tutte le persone che abitano o attraversano il nido.

UNO SPAZIO CHE GENERA RELAZIONI

Un nido di persone

Il nido dell’Università degli Studi di Trento è attivo dal 2006, nell’ambito del Sistema Integrato dei Servizi a Supporto della Genitorialità e delle politiche aziendali dell’Ateneo, finalizzate a favorire la conciliazione lavoro-famiglia e le pari opportunità. Dal 2015 la sede è in un palazzo storico del centro città e attualmente offre trenta posti. Il servizio è rivolto a tutto il personale dell’Università di Trento e intende rispondere con la massima flessibilità possibile ai bisogni di tutti i dipendenti (UNITN-Nido dell’Università di Trento).

Il contesto educativo è un insieme complesso di relazioni, ambienti, esperienze, capaci nella loro interazione di dare forma a opportunità e significati di crescita per i bambini e le bambine. Per questo l’intenzionalità che un progetto pedagogico esprime attiene all’idea di infanzia, all’idea di relazione e al benessere dei bambini e degli adulti che hanno cura di loro. Soffermarsi su come attivare e rinnovare il senso della partecipazione è un modo saggio per corrispondere all’isolamento dei genitori e dei bambini nel periodo del lockdown. Il nostro invito è quello di ripercorrere con sguardi “riflessivi”, rapportati alla propria realt

Il contesto educativo è un insieme complesso di relazioni, ambienti, esperienze, capaci nella loro interazione di dare forma a opportunità e significati di crescita per i bambini e le bambine. Per questo l’intenzionalità che un progetto pedagogico esprime attiene all’idea di infanzia, all’idea di relazione e al benessere dei bambini e degli adulti che hanno cura di loro. Soffermarsi su come attivare e rinnovare il senso della partecipazione è un modo saggio per corrispondere all’isolamento dei genitori e dei bambini nel periodo del lockdown. Il nostro invito è quello di ripercorrere con sguardi “riflessivi”, rapportati alla propria realtà, il progetto organizzativo, promosso e curato dall’Università di Trento, per il loro nido aziendale.

L’obiettivo è stato quello di valorizzare il più possibile le occasioni di scelta dei bambini nell’esplorazione, nel gioco e nelle relazioni con gli altri bambini e adulti. Ai bambini viene offerta la possibilità di scegliere, fin da piccoli, cosa esplorare, come comporre, costruire e creare fino a “far finta di”, per dare un senso al mondo. Questa opportunità viene amplificata dal poter sperimentare quotidianamente in maniera ricca e differenziata a livello percettivo e manipolativo, dentro e fuori, con materiali naturali e non strutturati, selezionati con attenzione, con caratteristiche di polifunzionalità che ne consentano un utilizzo creativo.L’educatore ha un ruolo di “agevolatore e orientatore”: cura e rinnova con costanza l’ambiente e i materiali, osserva i processi in atto per riconoscere le strategie esplorative e le modalità comunicative dei bambini, li sostiene attraverso lo sguardo, la presenza attenta e interessata, l’apertura allo scambio: per accogliere l’imprevisto e le scoperte dei bambini e rilanciarle fino a concordare con loro le proposte. Uno spazio ordinato, ben identificabile e differenziato in base all’età e alle competenze di ciascun bambino e del gruppo, favorisce la capacità di concentrazione e la possibilità di auto-organizzarsi nel gioco.

Il contesto educativo è un insieme complesso di relazioni, ambienti, esperienze, capaci nella loro interazione di dare forma a opportunità e significati di crescita per i bambini e le bambine. Per questo l’intenzionalità che un progetto pedagogico esprime attiene all’idea di infanzia, all’idea di relazione e al benessere dei bambini e degli adulti che hanno cura di loro. Soffermarsi su come attivare e rinnovare il senso della partecipazione è un modo saggio per corrispondere all’isolamento dei genitori e dei bambini nel periodo del lockdown. Il nostro invito è quello di ripercorrere con sguardi “riflessivi”, rapportati alla propria realtà, il progetto organizzativo, promosso e curato dall’Università di Trento, per il loro nido aziendale.

UNO SPAZIO DA VIVERE INSIEME

Ri-pensare il contesto

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