Nei mesi passati alcuni bambini bloccati in casa reclamavano i loro compagni, altri pretendevano di tornare a scuola il giorno stesso, altri ancora si sintonizzavano online con i loro amici più cari. E non sono mancati coloro che, per non sentirsi soli, si sono creati un amico immaginario. La mancanza dei coetanei è stata pesante per tutti, ma in particolare per i figli unici, che nel nostro Paese sono circa il 46%. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, molti bambini hanno imparato a soggiornare a lungo di fronte agli schermi televisivi, da cui provenivano notizie allarmanti, e a giocare da soli con ciò che offrivano le tecnologie, il che ha prodotto in molti di loro una sorta di effetto boomerang: alla fine del lockdown, quando ormai potevano tornare all’aperto e sperare di incontrare qualche amichetto, alcuni hanno preferito continuare a restare nel nido protetto della casa.

Tra i tre e i sei anni i bambini sono inclini alla socialità, ma hanno bisogno di metterla in pratica per poterla sviluppare

LE BASI DELLA SOCIALIZZAZIONETre-sei anni è un periodo sensibile per porre le basi dei futuri apprendimenti che consentono ai bambini di muoversi con disinvoltura in mezzo agli altri, formare delle relazioni, acquisire un linguaggio comune.Se questo esercizio quotidiano viene a mancare il bambino può abituarsi a farne a meno, il che però non lo aiuta sul piano delle relazioni. Non dobbiamo dimenticare che i bambini hanno bisogno degli altri bambini. ADULTI E BAMBINI NON BASTADurante il lockdown i genitori sono stati vicini ai figli, hanno giocato e svolto attività insieme.L’amicizia con gli adulti non può però sostituire il coinvolgimento con i coetanei. Anche quando sono aperti e disponibili, gli adulti rappresentano l’autorità e l’esperienza. Un adulto è una persona da osservare e da cui imparare: qualcuno che rappresenta una realtà sociale regolata, in un mondo gestito dagli adulti.Con i coetanei invece i bambini si mettono in relazione alla pari. Pensano in modi simili, condividono problemi, linguaggi ed esperienze simili e, non inibiti dall’autorità dei grandi, si sentono liberi di essere in disaccordo, di discutere e di negoziare su questioni che li coinvolgono. LE DUE FORME DI SOCIALIZZAZIONEDopo avere esaminato il lavoro di Jean Piaget sullo sviluppo cognitivo e quello di Harry Sullivan sul comportamento sociale, lo psicologo James Youniss concluse che i bambini sperimentano due forme di socializzazione molto diverse.1. I rapporti dei bambini con gli adulti sono caratterizzati da reciprocità complimentosa. Ciò significa che, durante le interazioni, essi rispondono essenzialmente alle iniziative e alle direttive degli adulti ed è più probabile che le seguano piuttosto che prendano iniziative. È anche più probabile che si mostrino passivi e sottomessi.2. Il tratto che caratterizza i rapporti tra bambini è invece la reciprocità simmetrica, dove tutti sono ugualmente liberi di contribuire con le proprie idee e iniziative. Quando affrontano delle controversie, i bambini sono indotti a fare delle concessioni e a cooperare perché nessuno può reclamare l’autorità finale.Entrambe le forme di socializzazione sono importanti. Gli adulti guidano i bambini a comprendere i limiti, le aspettative e i diritti che esistono nella società e i coetanei alimentano il pensiero creativo, la sensibilità relazionale e l’autonomia di giudizio. IMPARARE DAI COMPAGNIQuando sono con i pari, i bambini possono permettersi di “imparare perdendo” – perché non si sentono giudicati – ed è più probabile che sperimentino comportamenti sociali diversi rispetto a quando sono con i grandi. Essi trovano i loro compagni più disposti ad accettare un insuccesso e cercano di farsi nuovi amici se vengono respinti. Si mettono alla prova e scoprono nuove abilità. Secondo Zick Rubin, autore di un noto studio sulle amicizie tra bambini, il gruppo dei coetanei promuove lo sviluppo di tre importanti elementi. a) Le abilità relazionaliLe abilità relazionali si riferiscono a una varietà di strategie che i bambini utilizzano per avviare e guidare in modo efficace le interazioni. Grazie al sentimento che li accomuna essi imparano come fare amicizia, come mantenerla o romperla, come fare la pace dopo avere litigato, l’arte della trattativa e la capacità di risolvere i conflitti. Imparano anche ad evitare l’isolamento e il rifiuto confrontandosi con i compagni, senza l’interferenza degli adulti. Sebbene raramente i bambini piccoli si “ istruiscano” a vicenda, essi imparano osservando i comportamenti degli altri. b) Il senso di appartenenzaI bambini provano attrazione gli uni verso gli altri, cercano l’approvazione e l’accettazione reciproche e quando le ottengono provano un gratificante senso di appartenenza. Queste sensazioni, che sono fonte di gioia e di sicurezza, possono essere pienamente soddisfatte soltanto dai pari grado, a cui ci si sente uguali. c) Conoscere sé stessiConoscere sé stessi per mezzo del confronto e della conferma sociale, è un’altra funzione importante delle relazioni tra pari. I bambini si paragonano a vicenda e sollecitano i commenti di amici e compagni di scuola per controllare la veridicità di ciò che credono o sentono di se stessi. In questo modo essi man mano approfondiscono la conoscenza di sé, delle proprie abilità e caratteristiche, sono incoraggiati a cimentarsi in compiti che altrimenti non affronterebbero, ad apprendere nuove abilità e a sviluppare una propria identità.<a data-cke-saved-href="https://www.giuntiabbonamenti.it/io" target="_blank" href="https://www.giuntiabbonamenti.it/io"><img filer_id="226771" src="/d/filer/sharing/1606468340/226771/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="" height=""></a>

Relazioni e sviluppo