Come relazionarci con le famiglie?

Il punto di partenza: i bambini

I rituali del mattino

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

Gentilissima, da quest&rsquo;anno c&rsquo;&egrave; un bambino disabile in sezione e di conseguenza sono arrivate da poco l&rsquo;insegnante di sostegno e un&rsquo;operatrice per l&rsquo;assistenza: &egrave; la prima volta che sperimentiamo questa convivenza e vorremmo farlo nel modo migliore. Quali sono i compiti dell&rsquo;insegnante di sostegno, dell&rsquo;assistente personale e i nostri? Al di l&agrave; degli aspetti formali e istituzionali, che cosa ci pu&ograve; aiutare a collaborare in modo efficace?

Clara da Verona

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Gentilissima, da quest’anno c’è un bambino disabile in sezione e di conseguenza sono arrivate da poco l’insegnante di sostegno e un’operatrice per l’assistenza: è la prima volta che sperimentiamo questa convivenza e vorremmo farlo nel modo migliore. Quali sono i compiti dell’insegnante di sostegno, dell’assistente personale e i nostri? Al di là degli aspetti formali e istituzionali, che cosa ci può aiutare a collaborare in modo efficace?
Clara da Verona
 


Risponde Maurizia Butturini

Gentile Clara,


 state per iniziare un’esperienza inclusiva, sicuramente impegnativa, che potrà arricchirvi molto sia dal punto di vista professionale che uman

Gentile Clara,
state per iniziare un’esperienza inclusiva, sicuramente impegnativa, che potrà arricchirvi molto sia dal punto di vista professionale che umano. E non solo, tutti i bambini della sezione saranno coinvolti e potranno avvalersi del positivo modello di interazione tra adulti che sarete in grado di offrire.
 

UNO SCAMBIO CONSAPEVOLE
Innanzitutto, è bene che vi conosciate, mettendo in campo le vostre idee di inclusione, di bambino, di collaborazione e di stile educativo. In questo modo potrete avviare una relazione di reciprocità, lavorando sulla consapevolezza che i vostri ruoli sono complementari e che c’è bisogno di tutte le figure presenti in sezione, e direi anche nella scuola e oltre, per realizzare un progetto di inclusione.
È bene conoscere sia le personali esperienze e competenze, ma anche i bisogni e le difficoltà di noi adulti, per potersi aiutare e per intraprendere, se opportuno, percorsi formativi e di studio: di fronte a ogni bambino è essenziale, infatti, ricercare e approfondire quali siano le necessità educative personali e le modalità adeguate a sostenerlo nello sviluppo dei propri potenziali di apprendimento.
 

I RUOLI SI INTEGRANO
A volte, invece di considerare l’insegnante di sostegno come docente della sezione, ovviamente con il focus principale di aiutare il bambino disabile a essere veramente incluso nel gruppo e sostenuto nella propria evoluzione, questa figura diviene l’unica responsabile verso il bambino.
Si tende in questo modo a delegare ogni funzione, lasciando che si crei una sorta di dipendenza tra insegnante di sostegno e bambino.
Se riuscite invece a procedere insieme, a confrontarvi su ogni scelta (come accogliere il bambino quando arriva, come gestire e mediare il suo stare nel gruppo, come renderlo partecipe alle routine e alle esperienze) potrete condividere e mantenere lo stesso stile nella relazione e opportunamente alternarvi nello stargli accanto, a seconda delle situazioni.
 

STRATEGIE E STRUMENTI UTILI
Per camminare insieme, con coerenza e nel rispetto di ogni professionalità:

il diario condiviso, scritto a più mani, quotidianamente, da tutte le persone che interagiscono con il bambino, in particolare su ambiti decisi insieme, senza escludere altre osservazioni. Utile da rileggere periodicamente per individuare il “filo rosso” che ci orienta per aiutare il bambino, uno strumento fondamentale anche per preparare il colloquio con la famiglia, alla quale presentarsi uniti;
il protocollo metodologico, da costruire insieme descrivendo per punti essenziali il vostro impegno e le modalità con cui aiutare il bambino, passo a passo, in modo che ogni intervento sia coerente e concordato.

 


Quale ruolo per il sostegno?

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