Sulla punizione: un sondaggio

Diversità: mai perdere la capacità di meravigliarsi

Il senso di sé cognitivo

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

È possibile offrire un servizio educativo di qualità e al tempo stesso assicurare le condizioni per rimanere aperti in periodo di emergenza sanitaria? È la questione di ogni giorno per noi educatori nei nidi d’infanzia. Il nostro è un lavoro di estrema prossimità e contatto, e per questo durante questa pandemia Covid-19 altamente rischioso. Un educatore non può seguire l’obbligo del distanziamento sociale e non è “bardato” come un infermiere o un medico; questo perché i bambini sono esenti dall’ammalarsi? No. Come abbiamo sperimentato, anche i bambini possono essere positivi e contagiare.&nbsp;Esperti di “normalità”&nbsp;Un educatore accoglie e si prende cura, facilita e accompagna nel proprio sviluppo le piccole persone, supporta e sostiene i genitori e soprattutto opera nella quotidianità ed è esperto della “normalità”. È in nome di questa normalità che si cerca di garantire ai bambini la frequenza al nido.&nbsp;Si sono però dovute pensare delle misure di contenimento del rischio: per esempio creare all’interno delle strutture “bolle”&nbsp;o microsezioni isolate l’una dalle altre, imporre misure restrittive come l’impossibilità per il genitore a entrare negli ambienti; ma sono sufficienti?&nbsp;Sono frequenti casi di bolle che chiudono e bolle in quarantena. Tutto quanto è stato fatto cercando di preservare il carattere essenziale del nido: luogo di educazione, di relazione e di sostegno alle famiglie. Lavorare non è un atto d’eroismo, ma in emergenza tutto si è complicato, perché trovare la sinergia tra il lavoro pedagogico e la tutela alla salute implica un ripensamento alle volte più che difficile delle modalità dell’ambientamento e dello stare al nido.&nbsp;La cura nei primi anni di vita&nbsp;Un educatore professionale conosce bene l’importanza dell’educazione dalla nascita:&nbsp;<blockquote>“l’uomo non si sviluppa all’università ma comincia il suo sviluppo mentale dalla nascita e lo effettua con la maggiore intensità nei primi tre anni di vita; a questo periodo più che a ogni altro è necessario sia data una vigile cura”,&nbsp;</blockquote>diceva Maria Montessori.&nbsp;Da cosa nasce la passione&nbsp;e la determinazione che caratterizza l’impegno educativo di un educatore nido? Nel mio caso da una immagine in cui mi sono imbattuta durante la mia formazione:<img filer_id="232789" data-cke-saved-src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/1a/cd/1acd400a-833c-46b6-a798-a2462a99b681/montessori_claudia_ricci.png__500x357_q85_subsampling-2.png" src="/media/filer_public_thumbnails/filer_public/1a/cd/1acd400a-833c-46b6-a798-a2462a99b681/montessori_claudia_ricci.png__500x357_q85_subsampling-2.png" title="" align="" thumb_option="" original_image="true" width="700" height="499"> Sono i Quattro Stadi dello Sviluppo, un'idea che Maria Montessori presenta in un corso di formazione a Perugia alcuni anni prima della sua morte in cui mostra i primi anni della vita di un bambino come il momento più importante nell'educazione. Li rappresenta come il bulbo di una pianta. Attribuisce grande importanza al periodo da 0 a 3 anni e all’adolescenza: la freccia verso l'alto della finalità indica che lo sviluppo nei primi anni è vertiginoso e poi piano piano si stabilizza fino a diventare una linea discontinua nell'ultima fase di maturità.Nella parte inferiore, Montessori mette in relazione ciascuno dei periodi di sviluppo con un sistema educativo mentre l’ampiezza del diagramma rappresenta l’offerta educativa proposta invece dalla società, che va al contrario della formazione della persona. È un’immagine che fa riflettere e che motiva il mio impegno in modo costante.&nbsp;Non sappiamo se e quanto riusciremo a tenere aperti i servizi educativi, ma se sarà possibile penso che prendersi cura del bulbo della pianta possa essere quel senso profondo che sostiene ogni giorno il lavoro di un educatore professionale.

La prima infanzia come un “bulbo”: il nido e la visione di Maria Montessori