Italiano L2, valutazione finale e problemi aperti

“Per valutare  bisogna partire dalla relazione con i bambini”

La cura dell’alleanza tra scuola e famiglie

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Se le famiglie non sono tutte uguali, esiste almeno un minimo comune denominatore: tutti vogliono che i loro figli trovino a scuola un ambiente competente e accogliente
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Si d&agrave; cos&igrave; inizio a un dialogo costruttivo con le famiglie, che deve continuare nel corso dell&rsquo;anno, al fine di creare una vera e propria alleanza scuola-famiglie. In alcune scuole questo compito risulta agevole, in altre richiede un impegno maggiore per svariate ragioni: la mancanza di una linea educativa coerente; genitori distratti o assenti o troppo assorbiti nel loro lavoro; genitori iperprotettivi che non promuovono l&rsquo;autonomia dei figli; genitori in difficolt&agrave; che necessitano di un sostegno psicologico, di chiarimenti, di linee guida; genitori che non tenendo in alcun conto la cultura, non aiutano i figli a dare un senso alle ore trascorse a scuola; genitori, infine, che hanno soprattutto bisogno di conferme, di sapere se stanno agendo bene o male.

Poich&eacute; molti genitori necessitano di formazione, di orientamento e di comprensione, sarebbe auspicabile che ogni scuola, oltre all&rsquo;incontro annuale iniziale e ai tradizionali colloqui individuali, pianificasse eventi e attivit&agrave; che consentano di coinvolgere le famiglie nella vita scolastica, a diversi livelli &ndash; creare momenti per informare sulle attivit&agrave; che si svolgono in classe, realizzare mostre sui lavori dei bambini e ancora stage di formazione, conferenze, dibattiti, socializzazione, attivit&agrave; ricreative &ndash; e magari appoggiarsi ad altre iniziative di associazioni, gi&agrave; presenti sul territorio.

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Si tratta, poi, anche di individuare e riflettere su eventuali carenze all&rsquo;interno della scuola: dal sovraffollamento a una didattica poco efficace, dall&rsquo;isolamento dei docenti a scambi difficili con i colleghi, dalla mancanza di spazi per le attivit&agrave; motorie alle difficolt&agrave; di comunicazione.

&Egrave; opportuno che ogni scuola prenda coscienza delle proprie d&eacute;faillance, al fine di migliorare la propria offerta formativa, con la consapevolezza che le carenze si possono potenziare a vicenda. Il tutto senza troppi sensi di colpa, perch&eacute; le carenze della scuola italiana non vanno tanto imputate ai singoli docenti o alle singole scuole quanto, in larga misura, alle politiche miopi attuate nel corso dei decenni.

Prendersi carico anche dei genitori?

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Paure, ansie e incomprensioni nel rapporto scuola-famiglie

A fronte, quindi, di genitori che hanno fiducia nelle potenzialit&agrave; del sistema scolastico, che hanno un buon rapporto con gli insegnanti e che vogliono essere informati e che seguono i figli, ce ne sono altri che, invece, entrano in rotta di collisione con i docenti, per svariati motivi.

Prendiamo il caso di quelle madri che, dovendo staccarsi dai figli per alcune ore al giorno, sono &ldquo;gelose&rdquo; del ruolo che svolge l&rsquo;insegnante nei confronti del/la figlio/a. Queste mamme entrano facilmente in competizione con la maestra, non approvano il suo stile di insegnamento, i compiti che assegna, le osservazioni che fa in classe. Criticando l&rsquo;operato della maestra, finiscono per indurre uno stato di insicurezza nei figli, che non sanno se dare ascolto alla maestra o alla propria madre.

Ci sono poi quei genitori che riempiono il tempo libero dei figli con attivit&agrave; extra scolastiche eccessive o quelli che, al contrario, li lasciano trascorrere ore e ore passivi davanti allo schermo della televisione, oppure connessi in permanenza al telefono cellulare, creando attitudini e abitudini che non favoriscono la concentrazione e l&rsquo;apprendimento.

A seguito della pandemia, inoltre, un timore ancora presente in un certo numero di genitori &egrave; quello del contagio; una paura che, se assillante, pu&ograve; essere trasmessa facilmente ai figli, creando un clima di diffidenza e di eccessiva cautela nei rapporti con gli altri, generando a volte fobie, insicurezze e ansie da prestazione.

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La scuola pu&ograve;, dunque, trovarsi nella necessit&agrave; di prendersi carico non solo dei bambini, ma anche dei loro genitori: di tranquillizzarli, orientarli e qualche volta anche di formarli.

Il che &egrave; possibile se fin dall&rsquo;inizio gli insegnanti, coordinati tra loro, rendono noti alle famiglie gli obiettivi che intendono raggiungere nel corso dell&rsquo;anno, le misure che vengono prese per evitare il contagio, i ruoli di ognuno. Se spiegano che, oltre ad un programma didattico e culturale, la scuola ha altres&igrave; un programma educativo, proprio perch&eacute; i bambini trascorrono molto tempo tra le mura scolastiche dove, tra le altre cose, imparano a vivere in una comunit&agrave;.

La scuola, del resto, ponte tra la famiglia e la societ&agrave;, &egrave; anche il luogo in cui si diventa cittadini.

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Il dialogo costruttivo con le famiglie

Le famiglie non sono tutte uguali e le attese nei confronti della scuola possono variare per una serie di motivi strutturali, culturali e di gestione familiare.

Per esempio, a fronte di quei genitori che sono contrari ai compiti a casa, ce ne sono altri che, invece, li considerano utili.

Non &egrave; impossibile trovare un minimo comune denominatore tra famiglie, o almeno, su alcuni aspetti fondamentali, proprio a partire dalla scuola primaria.

Nella maggior parte dei casi, infatti, le famiglie vorrebbero che i loro figli trovassero a scuola un ambiente competente e accogliente, in grado di fornire loro tutte le conoscenze e abilit&agrave; di cui bambini e bambine hanno bisogno per crescere fisicamente, intellettualmente e socialmente; un ambiente che non crei loro ansie e insicurezze, ma che li stimoli, li appassioni e favorisca la formazione di relazioni supportanti. Un bambino, che si trova bene in classe, si affeziona anche alla sua maestra e ai suoi compagni, impara a comunicare, a fare amicizia, a conoscere gli altri e, conoscendo gli altri, a conoscere anche s&eacute; stesso.

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Una riflessione interna alla scuola

Valutazione tra scuola e famiglia

FAQ 15. La famiglia può chiedere di tenere nascosto il disturbo e applicare solo forme di tutela che non siano visibili o riconoscibili come tali dai compagni? (ed. PLUS)

FAQ 18. Si possono somministrare prove di valutazione diverse da quelle dei compagni (facilitate, semplificate, abbreviate...) nelle normali prove di verifica durante l'anno e nelle prove INVALSI? (ed. PLUS)

Paure, bisogni e richieste delle famiglie di oggi

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