L'importanza del dialogo con i bambini - “Pillole” per cominciare bene

Bambini adottati in classe - “Pillole” per cominciare bene

Le paure dei bambini e l'importanza della famiglia - "Pillole" per cominciare bene

Psicologia e scuola, le riflessioni di Luisa Lauretta

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

Dopo i lunghi mesi di separazione fisica dai compagni, aggravata dalla didattica a distanza che in alcuni casi, soprattutto per alcuni ordini di scuola, ha preso il sopravvento sulla didattica in presenza, è oggi più che mai necessario aiutare gli allievi a rifondare il loro senso di appartenenza alla comunità scolastica. Soprattutto in età evolutiva è lo sguardo dell’altro che consente di dare senso al proprio essere nel mondo, alla propria riconoscibilità: anche per questo il lungo periodo di lontananza dagli altri può aver generato nei bambini e nei ragazzi uno smarrimento, una percezione confusa di sé oltre che dell’altro da

Dopo i lunghi mesi di separazione fisica dai compagni, aggravata dalla didattica a distanza che in alcuni casi, soprattutto per alcuni ordini di scuola, ha preso il sopravvento sulla didattica in presenza, è oggi più che mai necessario aiutare gli allievi a rifondare il loro senso di appartenenza alla comunità scolastica. Soprattutto in età evolutiva è lo sguardo dell’altro che consente di dare senso al proprio essere nel mondo, alla propria riconoscibilità: anche per questo il lungo periodo di lontananza dagli altri può aver generato nei bambini e nei ragazzi uno smarrimento, una percezione confusa di sé oltre che dell’altro da sé. Vale la pena allora esprimere, narrare questo tempo di “sconnessione sociale”, di rinuncia al contatto fisico con amici e conoscenti, di lontananza dal gruppo dei pari ma anche di allerta e di inquietudine per gli eventi (vissuta direttamente o attraverso gli adulti) protratta nel tempo.

Le attività che seguono in <a data-cke-saved-href="#schede1" href="#schede1">Strumenti e percorsi</a> possono essere proposte, con adattamenti e variazioni, ad allievi di più ordini di scuola, oltre a quelli indicati. Il tempo dedicato a ogni attività e il tipo di esperienza può variare a seconda dell’ordine di scuola e delle caratteristiche specifiche del gruppo classe. Va sempre previsto, alla fine di ogni esperienza, un momento di rielaborazione collettiva. Sia durante l’attività sia nel momento della condivisione è necessario chiarire che è bandita qualunque forma di giudizio tra gli allievi e da parte degli adulti. È soprattutto necessario mettere tra parentesi tutto quello che pensiamo di sapere sugli alunni perché possano avere la libertà di sorprenderci e di sorprendere se stessi manifestandosi in modo inedito. I bambini, i ragazzi, devono essere sicuri che quel tipo di esperienza non è assolutamente oggetto di valutazione ma è un momento importante di incontro e di conoscenza reciproca. Solo così potranno sentirsi veramente liberi di esprimersi e troveranno utili per loro esperienze proposte.

La narrazione per la coesione del gruppo

Strumenti e percorsi

<ul><li style="text-align: justify;">Bruner J. (2004), La cultura dell’educazione. Nuovi orizzonti per la scuola, Feltrinelli, Milano. </li><li style="text-align: justify;">Bruner J. (2006), La fabbrica delle storie. Diritto, letteratura, vita, Laterza, Roma-Bari. </li><li style="text-align: justify;">Canevaro A. (1997), Tu che mi guardi, tu che mi racconti, Feltrinelli, Milano. </li><li style="text-align: justify;">Demetrio D. (1996), Raccontarsi. L’autobiografia come cura di sé, Raffaello Cortina, Milano. </li><li style="text-align: justify;">Smorti A. (1994), Il pensiero narrativo, Giunti, Firenze.</li></ul>

Dopo i lunghi mesi di separazione fisica dai compagni, aggravata dalla didattica a distanza che in alcuni casi, soprattutto per alcuni ordini di scuola, ha preso il sopravvento sulla didattica in presenza, è oggi più che mai necessario aiutare gli allievi a rifondare il loro senso di appartenenza alla comunità scolastica. Soprattutto in età evolutiva è lo sguardo dell’altro che consente di dare senso al proprio essere nel mondo, alla propria riconoscibilità: anche per questo il lungo periodo di lontananza dagli altri può aver generato nei bambini e nei ragazzi uno smarrimento, una percezione confusa di sé oltre che dell’altro da sé. Vale la pena allora esprimere, narrare questo tempo di “sconnessione sociale”, di rinuncia al contatto fisico con amici e conoscenti, di lontananza dal gruppo dei pari ma anche di allerta e di inquietudine per gli eventi (vissuta direttamente o attraverso gli adulti) protratta nel tempo.

La narrazione è una pratica che sin dagli esordi della civiltà umana ha assolto alla funzione di “fare memoria” e di condividere in vario modo esperienze collettive. Secondo Bruner (2004), raccontare è uno degli strumenti culturalmente più preziosi per le società umane, dato che attraverso le storie narrate è possibile veicolare sin dalla più tenera età conoscenze comuni. Questa antica pratica ha la funzione di alimentare la coesione del gruppo e di fondare il sistema di base dei valori e delle credenze della collettività. L’atto di memoria e di condivisione che consente la narrazione, in particolare una narrazione che metaforizzi gli eventi, può essere molto utile per rielaborare quanto accaduto nei lunghi mesi del 2020, perché è a partire da questa rielaborazione che si può rifondare il senso di una comunità che ha smarrito le proprie coordinate ma è pronta a ricomporsi e a progettare il proprio futuro.

Narrazioni corali

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