Sostenere la crescita

Dare voce ai bambini

Apprendere con il problem solving

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

A partire da queste premesse si pu&ograve; affermare che una scuola orientata allo sviluppo delle life skills e delle competenze europee presenta caratteristiche piuttosto differenti da quella che nel linguaggio comune viene chiamata &ldquo;scuola tradizionale&rdquo;.

Non &egrave; una scuola nozionistica, in quanto le conoscenze costituiscono solo un aspetto necessario, ma non sufficiente a caratterizzare la competenza.

Non &egrave; una scuola &ldquo;trasmissiva&rdquo;, in quanto per lo sviluppo delle competenze non basta n&eacute; la comprensione astratta di fatti e idee, n&eacute; l&rsquo;esercizio di abilit&agrave; mirate a obiettivi puntuali e, soprattutto, perch&eacute; richiede di mettere conoscenze e abilit&agrave; al servizio della soluzione di problemi contestuali e imprevisti.

&Egrave; una scuola che valorizza il dialogo, lo scambio di conoscenze tra pari, la partecipazione degli allievi al loro percorso di apprendimento.

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&Egrave; invece all&rsquo;interno dell&rsquo;intero ambiente fisico, relazionale e sociale, intenzionalmente allestito, insieme a percorsi che prendono spunto da osservazioni, curiosit&agrave;, domande dei bambini e si strutturano ed espandono attraverso l&rsquo;accompagnamento di un adulto competente e acculturato, che i bambini sviluppano quelle competenze e quelle life skills cos&igrave; importanti per la loro crescita:

<ul>
	<li>imparare a &ldquo;star bene insieme&rdquo; e a collaborare, sostenendo la fiducia in s&eacute; stessi e nelle proprie capacit&agrave;;</li>
	<li>comprendere il significato delle regole attraverso la negoziazione e il confronto costruttivo, ponendo cos&igrave; le basi per la partecipazione a forme di &ldquo;cittadinanza attiva&rdquo;;</li>
	<li>diventare sempre pi&ugrave; consapevoli e padroni delle proprie emozioni, sviluppare forme di pensiero orientato alla soluzione di problemi a partire da osservazioni e domande;</li>
	<li>usare il linguaggio per una pluralit&agrave; di funzioni e secondo registri differenti attraverso il dialogo con l&rsquo;adulto e i compagni;</li>
	<li>apprezzare la musica, l&rsquo;arte, la danza, il racconto e altre attivit&agrave; espressive esplorandole sia come fruitori sia come esecutori;</li>
	<li>imparare a imparare dedicandosi ad apprendimenti significativi con impegno e perseveranza.</li>
</ul>

Lo sviluppo delle competenze e delle life skills &egrave; il compito primario delle realt&agrave; educative 0-6, che pu&ograve; essere perseguito solo adottando quello specifico approccio olistico, inclusivo, orientato alla cooperazione, allo sviluppo di forme di pensiero convergente e divergente, alla promozione dei diversi linguaggi dei bambini.

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UNA SCUOLA NON &ldquo;TRADIZIONALE&rdquo;

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DA CHE COSA PARTIRE?

UN CAMBIAMENTO DI PROSPETTIVA

CAMPI DI ESPERIENZA E SVILUPPO DELLE COMPETENZE

Ecco gli aspetti pi&ugrave; rilevanti da segnalare ricavabili dai documenti citati:

<ul>
	<li>l&rsquo;importanza di un approccio olistico, che non separa l&rsquo;esperienza del bambino in settori, ma &egrave; attento a sostenere contemporaneamente, in ciascuna delle proposte e delle situazioni della quotidianit&agrave;, le dimensioni cognitive, affettive e sociali;</li>
	<li>l&rsquo;indissolubilit&agrave; di cura ed educazione nei primi anni di vita, cos&igrave; rilevante per l&rsquo;acquisizione di un senso di padronanza psicofisica e la percezione di un s&eacute; di valore;</li>
	<li>l&rsquo;attenzione allo stretto intreccio tra dimensione cognitiva e affettiva;</li>
	<li>la valorizzazione del gioco come libera esplorazione del mondo esterno, espressione di quello interno, fonte di gioia, coinvolgimento e condivisione;</li>
	<li>l&rsquo;interazione con i compagni, che conduce a scambi, negoziazioni, e all&rsquo;acquisizione di un primo senso delle regole;</li>
	<li>l&rsquo;incontro con i saperi del mondo adulto (arte, libri, narrazioni, danza, musica, scienza ecc.) che educatori e insegnanti utilizzano, non introducono, per ampliare, arricchire, dare significato agli interessi, alle domande, alla curiosit&agrave; dei bambini;</li>
	<li>le prime forme di &ldquo;cittadinanza democratica&rdquo;, che si manifestano nella collaborazione, nello scambio sociale della conoscenza, nel dialogo e nella discussione;</li>
	<li>la promozione delle potenzialit&agrave; di ciascun bambino e bambina a partire dal riconoscimento del loro protagonismo (&ldquo;il bambino al centro&rdquo;) come co-costruttori del proprio processo di crescita;</li>
	<li>l&rsquo;allestimento di un ambiente accogliente, ricco di possibilit&agrave; e di esperienze;</li>
	<li>l&rsquo;attenzione alla singolarit&agrave; di ciascuno, alle sue doti personali, ai suoi bisogni secondo una prospettiva inclusiva che &ldquo;non fa parti uguali tra disuguali&rdquo;.</li>
</ul>

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Nelle Indicazioni nazionali per la scuola dell&rsquo;infanzia del 2012 e nelle pi&ugrave; recenti Linee guida per il sistema integrato 0/6 del 2021, queste tematiche trovano indicazioni precise e preziose, declinate in relazione alle caratteristiche e alle potenzialit&agrave; dei bambini e dello sviluppo infantile da 0 a 6 anni. Va detto che i nidi e le scuole dell&rsquo;infanzia, nelle loro finalit&agrave;, negli approcci educativi utilizzati, nelle modalit&agrave; di relazione adottate, sono gi&agrave; da tempo orientati allo sviluppo di competenze, piuttosto che di conoscenze e alla rilevazione/allestimento di situazioni di esperienza che sostengano e sollecitino le curiosit&agrave; dei bambini, le loro capacit&agrave; costruttive, riflessive e collaborative avviandoli a quelle conquiste indicate come finalit&agrave; prioritarie dei curricoli infantili.

Le realt&agrave; educative 0-6 hanno il prezioso compito di sostenere e promuovere autonomia, identit&agrave;, competenze e cittadinanza

Una scuola che lavora &ldquo;per competenze&rdquo; deve adottare forme di didattica laboratoriale, di apprendimento cooperativo e per problemi

I saperi adulti (i &ldquo;sistemi simbolico-culturali&rdquo;) devono essere guide nella mente dell&rsquo;insegnante e non quadri di riferimento da cui far scaturire i primi apprendimenti

Ma se le realt&agrave; educative 0/6 sono per tradizione nell&rsquo;alveo di questo orientamento, rimane tuttavia in sospeso una questione relativa al rapporto tra curricolo, &ldquo;campi di esperienza&rdquo; e sviluppo delle competenze, comprese le life skills.

Nelle Linee pedagogiche il curricolo viene definito in termini di &ldquo;progettualit&agrave;&rdquo;, intesa come: &ldquo;la definizione di un percorso che, partendo da scelte valoriali e dall&rsquo;identificazione di finalit&agrave; educative esplicite, tiene conto dei destinatari (i bambini), dell&rsquo;ambiente socio-culturale&rdquo; e delle &ldquo;direzioni di sviluppo da intraprendere lungo il percorso&rdquo;, secondo un&rsquo;idea di sviluppo non lineare n&eacute; standardizzato, ma che ha luogo in un processo teso a dare significato, connettere e arricchire le esperienze dei bambini.

In questa prospettiva si parla dei &ldquo;campi di esperienza&rdquo; come &ldquo;quadri culturali a disposizione degli educatori/insegnanti, per interpretare e amplificare le esperienze dei bambini&rdquo;, non come primi approcci disciplinari.

Un&rsquo;erronea, ma purtroppo ancora diffusa concezione di tali campi li considera come ambiti di specifiche attivit&agrave; finalizzate allo sviluppo di conoscenze e abilit&agrave; puntuali, a ciascuno dei quali vanno dedicati tempi e spazi ad hoc a partire da proposte dell&rsquo;adulto mirate al raggiungimento di obiettivi specifici.

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Un primo documento, emanato dall&rsquo;OMS nel 1993, definisce le skills for life &ldquo;quell&rsquo;insieme di abilit&agrave; sociali, cognitive e personali che consentono di affrontare positivamente le richieste e le sfide che ci riserva la vita quotidiana&rdquo;. Tali competenze riguardano ambiti diversi, ma fortemente intrecciati tra loro: nell&rsquo;area emotiva troviamo la consapevolezza di s&eacute;, la gestione delle emozioni e la gestione dello stress; in quella relazionale la comunicazione e le relazioni efficaci; in quella cognitiva la capacit&agrave; di risoluzione di problemi, di prendere decisioni, il pensiero critico e quello creativo.

Successivamente il Parlamento Europeo ha emanato due Raccomandazioni (la prima del 2006 e la seconda, rielaborata, del 2018, cui faremo qui riferimento) nelle quali vengono elencate otto competenze chiave ritenute &ldquo;necessarie per la realizzazione personale, la cittadinanza attiva, la coesione sociale e l&rsquo;occupabilit&agrave; in una societ&agrave; della conoscenza&rdquo;.

La competenza viene definita come &ldquo;una combinazione di conoscenze, abilit&agrave; e atteggiamenti&rdquo;, intendendo le conoscenze dei saperi codificati, le abilit&agrave; la capacit&agrave; di &ldquo;eseguire processi e applicare le conoscenze per ottenere dei risultati&rdquo; e gli atteggiamenti &ldquo;la disposizione ad agire o reagire a idee, persone o situazioni&rdquo;.

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Life skills e competenze chiave

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