“Un ago entra ed esce da qualcosa lasciandosi dietro un filo, segno del suo cammino che unisce luoghi e intenzioni. Più che il saldare e l’incollare, che portano estraneità, il filo unisce come si unisce guardando o parlando” (Maria Lai).


 Il fare della scuola deve essere promotore di comunità, di riti che ci fanno sentire di nuovo insieme: la scuola che esce dal suo edificio, la scuola che si racconta alla collettività, la scuola che diventa parte integrante di un territorio dove si riconosce e dove si
 
 instaurano relazioni efficaci
 
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 L’esperienza della tessitura ha in sé un valore simbolico dal sapore del rito antico, ma è anche una propo

“Un ago entra ed esce da qualcosa lasciandosi dietro un filo, segno del suo cammino che unisce luoghi e intenzioni. Più che il saldare e l’incollare, che portano estraneità, il filo unisce come si unisce guardando o parlando” (Maria Lai).
Il fare della scuola deve essere promotore di comunità, di riti che ci fanno sentire di nuovo insieme: la scuola che esce dal suo edificio, la scuola che si racconta alla collettività, la scuola che diventa parte integrante di un territorio dove si riconosce e dove si instaurano relazioni efficaci.
L’esperienza della tessitura ha in sé un valore simbolico dal sapore del rito antico, ma è anche una proposta che sviluppa molte abilità e obiettivi di coordinazione oculo-manuale.
 


Fili di relazione