Leggere è volare

Leggere è crescere

PARTE 1 - Idee per far venire l’acquolina  in bocca

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

L&rsquo;INCONTRO CON I LIBRI

Gli alfabeti entrano nella vita delle bambine e dei bambini fin dalla nascita, nascono dalla voce umana, incontrano i vagiti e le lallazioni, si tramutano poi da suoni a segni e simboli, compongono significati.

Soprattutto permettono il passaggio mentale che Vygotskij ci ha insegnato in modo straordinario: il bambino piccolo ha un suo &ldquo;discorso interno&rdquo; pre-verbale, che man mano crescendo incontra il linguaggio intorno e si forma quello orale con cui entra nel mondo diventando un &ldquo;noi sociale&rdquo; dell&rsquo;umano. Il discorso orale incontra i segni alfabetici e iconici del mondo visivo intorno. Cos&igrave; rientra nel discorso interno modificandolo in linguaggio umano per farsi pensiero via via sempre pi&ugrave; maturo.

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La relazione tra il raccontare e il leggere storie e lo sviluppo del linguaggio e dei concetti &egrave; strepitosa, &egrave; un veicolo di conoscenze e di emozioni di grande efficacia educativa.

Mi piacerebbe quindi proporre qui una specie di &ldquo;patto di ferro formativo&rdquo; tra educatori, insegnanti e genitori perch&eacute; si leggano o si raccontino storie sempre, non solo nelle nostre aule, ma anche durante le vacanze, la domenica, prima di dormire. Che tutto il mondo adulto goda cio&egrave; nel condividere parole, concetti ed emozioni con i nostri piccoli. Fa del bene anche a noi tornare piccoli e la lettura aiuta a capirli di pi&ugrave; ascoltando le loro reazioni. Non facendolo per&ograve; solo come &ldquo;volano educativo&rdquo; per farli pi&ugrave; &ldquo;intelligenti&rdquo; e chiacchieroni, ma per condividere un evento squisitamente culturale che pu&ograve; segnare nella crescita la curiosit&agrave;, l&rsquo;intelligenza, la fantasia, i sogni.

C&rsquo;&egrave; per&ograve; un altro aspetto, pi&ugrave; profondo. Forse non tutti sanno che Collodi scrisse Pinocchio a puntate in una rivista per bambini e quando arriv&ograve; all&rsquo;impiccagione del nostro Pinocchio alla quercia grande lo fece perch&eacute; si era stancato del burattino e non aveva pi&ugrave; idee. Ma nessuno si aspettava un&rsquo;autentica rivolta da parte di migliaia di bambini italiani arrabbiati e disperati che scrissero, con le loro mamme, lettere di fuoco all&rsquo;editore, al punto che Collodi fu costretto a resuscitare il nostro Pinocchio.

Dunque, i bambini sanno fare miracoli. Penso anche cos&igrave; al rapporto tra bambini e lettura: essere capaci noi di coinvolgerli e di essere da loro coinvolti, cio&egrave; un incontro tra generazioni che rende possibile ai bambini di diventar grandi e a noi vecchi di restare sempre un po&rsquo; bambini.

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Il libro &egrave; l&rsquo;anticamera dell&rsquo;autonomia, anche prima di conoscere la scrittura come forma del discorso

LA NASCITA DELLE PAROLE

E veniamo ora alle storie. Il raccontar e o l&rsquo;ascoltare storie &egrave; uno dei mestieri quotidiani di bambine e bambini; fino a farsi storia inventata, magari giocando con una bambola o un camioncino di plastica.

Le storie possono essere orali, ma anche iconiche (i video), per&ograve; particolare attenzione dobbiamo mettere al Signor Libro, in tutte le sue forme, meglio se anche disegnate come normalmente avviene per l&rsquo;infanzia.

Un libro &egrave; come un album di fotografie: si guarda non una volta sola, si sfoglia, si mescola, crea trame, non si butta via.

La scena educativamente potente che considero decisiva &egrave; quella di un adulto (genitore, educatore o docente &egrave; uguale) che apre un libro esprimendo curiosit&agrave; e piacere e legge a voce alta con tono recitato, scorrendo le parole che la bambina e il bambino sanno venire da quei tanti vermetti neri messi in riga vicino alle immagini. E dice parole, magari ancora astruse per il piccolo, e nomina persone, animali, paesaggi, vicende le pi&ugrave; varie.

&Egrave; arcinoto che se la stessa storia si legge una seconda volta cambiando parole o scene spesso bambine e bambini ci correggono, perfino un po&rsquo; arrabbiati, segno di quanto erano attenti alla storia.

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Attraverso le storie il mondo si fa ricco di emozioni, di tempi e spazi, di fantasie e di conoscenze

La parola che diventa scrittura (o disegno, o filmato, o cartello) &egrave; il passo successivo per comprendere il mondo, saperlo ri-costruire negli occhi e nella mente, per conoscere s&eacute; stessi e l&rsquo;ambiente di vita reale.

In ogni bambino o bambina che chiama &ldquo;nonno&rdquo; e &ldquo;pap&agrave;&rdquo; due adulti a lui vicini (concediamo anche mamma e nonna, suvvia), rivedo il gesto del Dio della Genesi che porta agli occhi di Adamo (si noti: gli occhi) le cose da lui create chiedendogli di dare un nome a ognuna. Adamo chiama fiore il fiore e albero l&rsquo;albero e cos&igrave; via, Finito l&rsquo;elenco Dio dice &ldquo;Il nome che Adamo ha dato alle cose sia il nome delle cose&rdquo;.

&Egrave; dunque Adamo il creatore del linguaggio, non Dio, una magnifica delega che ci rende cos&igrave; esseri pensanti e comunicanti.

Ma c&rsquo;&egrave; di pi&ugrave;: quando sempre mio nipote vede di notte in cielo una palla luminosa e grida a voce alta felice &ldquo;nonno, la luna&rdquo;, senza saper nulla di astronomia, sento con emozione intensa che anche la poesia e il bello entrano negli occhi e nella vita di un bambino ben prima di andare a scuola. Perch&eacute; in fondo, parlare &egrave; poesia.

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L&rsquo;AVVIO DEL LINGUAGGIO

Il mio nipotino esce di casa per mano a me, il nonno, in strada c&rsquo;&egrave; proprio vicino un grande STOP e ogni volta compie un rito pre-alfabetico curioso: mette i pedini nella O e dice a voce alta &ldquo;0&hellip; (di) &hellip; nonno ciccio&rdquo;. Cio&egrave; il nonno (come una malalingua gli ha insegnato a dire) ha una forma rotonda e la vocale ci sta giusta a disegnarlo. Poi passa alla P e dice (qui forse &egrave; normale) &ldquo;pap&agrave;&rdquo;.

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RACCONTIAMO STORIE&hellip; SEMPRE

Leggere è sognare

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