La relazione allievo-scuola-genitore

Il colloquio insegnante-genitore-allievo - "Pillole" per cominciare bene

La musica fa bene, prima e dopo la nascita

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

Cara Roberta,

quest&rsquo;anno per la prima volta inizio a insegnare di ruolo in una primaria e mi sto interrogando sulle nuove sensibilit&agrave; che la professione docente richiede di sviluppare nel mondo di oggi. Quando mi trover&ograve; a proporre i classici &ldquo;lavoretti&rdquo; a Natale e a Pasqua, come dovr&ograve; regolarmi? Tradizionalmente ogni alunno ne fa uno solo da portare a casa; come conciliare questo aspetto con la pluralit&agrave; di famiglie che esistono (monogenitoriali, omogenitoriali, allargate, composite, genitori separati&hellip;)?

Grazie, Giulia

Cara Roberta,
quest’anno per la prima volta inizio a insegnare di ruolo in una primaria e mi sto interrogando sulle nuove sensibilità che la professione docente richiede di sviluppare nel mondo di oggi. Quando mi troverò a proporre i classici “lavoretti” a Natale e a Pasqua, come dovrò regolarmi? Tradizionalmente ogni alunno ne fa uno solo da portare a casa; come conciliare questo aspetto con la pluralità di famiglie che esistono (monogenitoriali, omogenitoriali, allargate, composite, genitori separati…)?
Grazie, Giulia


Cara Giulia, ti poni un problema molto importante, perché i bambini e le bambine vivono una molteplicità di situazioni

Cara Giulia, ti poni un problema molto importante, perché i bambini e le bambine vivono una molteplicità di situazioni diverse, le famiglie possono avere alle spalle storie complesse che presentano rotture e difficoltà. Il mio suggerimento è quello di scegliere degli Atelier non troppo complicati e coinvolgere direttamente i tuoi alunni nel decidere se fare un lavoretto solo o due (o anche più di due) e a chi donarlo/i scegliendo tra le persone a cui è emotivamente più legato (anche un nonno, un amico…).
Invitare tutti e tutte a esprimersi liberamente e serenamente in merito, senza temere giudizi, trasmettendo loro che qualunque esigenza verrà ascoltata, accolta e agevolata.
Sarà un momento molto delicato di apertura e di confronto: ognuno di noi ha provato gioia o preoccupazione nel presentare – volontariamente o su richiesta – la propria famiglia davanti agli altri. Potranno emergere tante storie: genitori separati che hanno costruito nuove coppie e fatto nuovi figli, famiglie unite in cui uno dei due genitori ha vinto un concorso e si è trasferito per lavoro; famiglie con due papà o due mamme; cambiamenti di Paese, scuola, lingua…: tutte situazioni che potrebbero creare ansie e difficoltà. Potranno esserci in alcuni delle reticenze o l’impossibilità di aprirsi, e anche questo ci dirà molto di loro.
Nei casi di racconti più sofferti, contatta le famiglie, per metterle a conoscenza dei vissuti emotivi manifestati a scuola dal proprio figlio/a e suggerire loro eventualmente di appoggiarsi allo psicologo della scuola o a qualche altra figura esperta di sostegno.
In classe, dopo aver raccontato di sé e ascoltato le storie di chi ha voluto raccontarsi, i bambini potranno arrivare a concordare – sotto la tua regia – che può capitare a tutti e a tutte di provare per svariati motivi dei vissuti simili: di confusione, spaesamento, rabbia, nostalgia, senso di colpa…
A partire da questa riflessione potresti promuovere un laboratorio di Educazione dell’affettività in cui presentare delle situazioni problematiche delicate attraverso fumetti, film e/o storie adatte all’età, coinvolgendo i bambini e le bambine a mettersi nei panni dei protagonisti delle storie e a commentare la loro situazione.
La conversazione sui problemi crea sempre complicità e l’idea che stiamo cercando soluzioni migliori per tutti.


Indicazioni e strategie per favorire la collaborazione tra scuola e famiglia

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FAQ 15. La famiglia può chiedere di tenere nascosto il disturbo e applicare solo forme di tutela che non siano visibili o riconoscibili come tali dai compagni? (ed. PLUS)

Le storie delle famiglie

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