Il passaggio dei saperi: il ricambio generazionale degli educatori

Un’esperienza sul corpo

Il contesto che aiuta

Lettura e relazioni, le riflessioni Marcella Dondoli

pedagogicamente

Ascoltiamo e raccontiamo

Un libro per amico

Come e perché scriviamo

Il pranzo all’apertoL’esperienza di mangiare fuori provoca lentezza e distensione: i bambini stanno più volentieri seduti al tavolo, conversano più facilmente fra di loro, spesso rimangono anche in silenzio come per lasciarsi andare all’ascolto delle meraviglie della natura e dei suoi segnali. <img filer_id="233361" src="/d/filer/sharing/1620653624/233361/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" style="height: 489px; width: 500px;" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1620653624/233361/"> 1. Predisponiamo dei tavoli dove apparecchiare, prestando attenzione a scegliere spazi riparati dai raggi diretti del sole, e un carrello su cui disporre le stoviglie necessarie per apparecchiare e fare lo sporzionamento. 2. Sostituiamo i bicchieri con borracce individuali da utilizzare anche durante la giornata: ogni bambino imparerà riconoscere la propria e a rimetterla nel suo spazio. 3. Con del nastro adesivo colorato delimitiamo sul ripiano di ogni tavolo tanti spazi quanti sono i bambini che possono occuparlo, poi disegniamo: un rettangolo per il piatto, uno più piccolo a destra del piatto per le posate, un altro davanti per la borraccia. I bambini, così, imparano la posizione delle stoviglie e riescono&nbsp;con più facilità a utilizzarle.

1. Ogni mattina i bambini insieme alle insegnanti raccontano come si sentono. Quando tutti hanno parlato (adulti e bambini), l’insegnante rimanda quello che è stato detto nel cerchio mettendo in evidenza le emozioni scaturite e, quando ne rileva la necessità, sollecita sostegno fra i bambini stessi. Altri intervengono e il confronto va avanti. &nbsp; 2. Con l’aiuto dei coetanei e l’accoglienza da parte dell’adulto tesa a sostenere i bambini nella ricerca di significato delle emozioni che provano, si apre uno spazio in cui ognuno può avviare un processo di comprensione verso lo stato emotivo che prova e comprendere perché si è attivato in lui.

Il contesto e le metodologie

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 Secondo Munari fantasia, invenzione, creatività e immaginazione sono funzioni della nostra mente che ci aiutano a vedere le cose in modo diverso e a real
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Il contesto e le metodologieSecondo Munari fantasia, invenzione, creatività e immaginazione sono funzioni della nostra mente che ci aiutano a vedere le cose in modo diverso e a realizzare qualcosa che prima non c’era: fare ricorso a queste funzioni ci mette nella condizione di utilizzare uno sguardo aperto e libero da preconcetti, per essere pronti a scoprire prospettive della realtà che altrimenti non avremmo saputo vedere.L’anno scolastico appena trascorso ha messo alla prova la nostra capacità creativa, stiamo riuscendo ad attraversare la pandemia facendone un’occasione favorevole a innovare la pratica educativa quotidiana.Dalla necessità di trascorrere molto più tempo fuori è venuta la sollecitazione a riorganizzare il giardino della scuola come fosse un’aula all’aperto, suddiviso in angoli gioco strutturati per specifiche esperienze e anche dove poter realizzare le routine del pranzo, dell’accoglienza e del ricongiungimento.

Il circle time per dire come ci si senteIn questo anno scolastico l’esperienza della “piazza” si è arricchita di contenuti. Oltre a essere un luogo di apprendimenti cognitivi legati al trascorrere dei giorni, delle stagioni e al tempo meteorologico, è diventato uno spazio dedicato alla conoscenza di sé.Troppo spesso a scuola, come in famiglia, siamo abituati a prestare poca attenzione allo sviluppo emotivo dei bambini e a concentrarci in modo prevalente su quello cognitivo. Occorre iniziare dal presente dell’infanzia se vogliamo che i bambini siano adulti del domani competenti emotivamente di sé e degli altri.

L’angolo della casettaIl “far finta di…” è il gioco che permette ai bambini di immaginarsi il mondo degli adulti e rappresentarlo costruendo storie: per organizzare la casetta è importante pensare con la mente dei bambini e selezionare strumenti e materiali che siano in grado di attrarre la loro curiosità e sollecitare la fantasia.&nbsp; 1. Mettiamo a disposizione dei bambini un’attrezzatura semplice ed essenziale fatta di strumenti “veri” come pentole, mestoli di legno, cucchiai, scolapasta, passatutto, piatti, scopetta. 2. Aggiungiamo anche indumenti per il travestimento come grembiuli da cucina e borse. 3. Nell’organizzazione all’aperto di questo angolo non è necessario offrire materiali per arricchire il “far finta di…” perché i bambini possono cercarli fra quelli che la natura offre, come la terra, l’erba, le foglie, i rametti, qualche fiore del prato.&nbsp;All’aperto fantasia e immaginazione hanno spazi più ampi per manifestarsi e il gioco si impreziosisce in un intreccio di connessioni con altri vissuti che in quel momento e in quel contesto trovano l’occasione per essere rielaborati in modo personale e soggettivo.

Scuola dell’infanzia comunale Polo Arcobaleno, Grosseto

Il contesto e le metodologie<ul><li>Secondo Munari fantasia, invenzione, creatività e immaginazione sono funzioni della nostra mente che ci aiutano a vedere le cose in modo diverso e a realizzare qualcosa che prima non c’era: fare ricorso a queste funzioni ci mette nella condizione di utilizzare uno sguardo aperto e libero da preconcetti, per essere pronti a scoprire prospettive della realtà che altrimenti non avremmo saputo vedere.</li><li>L’anno scolastico appena trascorso ha messo alla prova la nostra capacità creativa, stiamo riuscendo ad attraversare la pandemia facendone un’occasione favorevole a innovare la pratica educativa quotidiana.</li><li>Dalla necessità di trascorrere molto più tempo fuori è venuta la sollecitazione a riorganizzare il giardino della scuola come fosse un’aula all’aperto, suddiviso in angoli gioco strutturati per specifiche esperienze e anche dove poter realizzare le routine del pranzo, dell’accoglienza e del ricongiungimento.</li></ul>

C’è sempre una ragione per impegnarsi a fare meglio e a immaginare qualcosa di nuovo. Al contrario non ce n’è una che, nella pratica educativa, ci dia la certezza che ciò che abbiamo imparato a fare vada sempre e comunque bene.&nbsp; Nelle professioni educative il sinonimo di coerenza potrebbe essere creatività.

C’è sempre una ragione per impegnarsi a fare meglio e a immaginare qualcosa di nuovo. Al contrario non ce n’è una che, nella pratica educativa, ci dia la certezza che ciò che abbiamo imparato a fare vada sempre e comunque bene.  Nelle professioni educative il sinonimo di coerenza potrebbe essere creatività.

Scuola dell’infanzia comunale Polo Arcobaleno, Grosseto

4. Accanto a ogni tavolo disponiamo dei cestini per la raccolta degli scarti alimentari in modo che i bambini, dopo aver mangiato, possano ripulire ciascuno il proprio piatto dagli avanzi e andare a riporlo sul carrello nel ripiano dello sporco.

Le routine da ricreare

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