Nonostante quest’anno scolastico – pur in mezzo ad ansie e limitazioni – proceda regolare, gli strascichi del lockdown si fanno sentire giornalmente. Molti i bambini poco sereni, in primis per paura che la scuola possa nuovamente interrompersi repentinamente ma anche perché vivono in un ambiente sociale percorso da tensioni che in qualche modo assorbono. Ultimamente, forse sarà dovuto anche all’età – ormai nella mia classe sono tutti sulla soglia dei 9 anni –, li trovo particolarmente litigiosi e critici nei confronti dei compagni.Per sopperire alle relazioni bruscamente interrotte lo scorso anno sono state messe in campo molte strategie educative ma l’obbligo di distanziamento non aiuta a ricucire, come si vorrebbe, le relazioni all’interno del gruppo-classe.L’importanza del “prendersi cura dell’altro”La conversazione e la discussione sono state, fin dai primi giorni di scuola e lo sono tuttora, il punto di partenza per cercare di ricreare amicizie e smorzare tutti quegli individualismi che con la Dad si sono purtroppo rafforzati. Anche i libri e gli albi illustrati, come spesso accade, si sono rivelati utili per mediare messaggi che altrimenti sarebbero difficili da comprendere.Nelle ultime settimane, in particolare, sto lavorando sul senso di responsabilità – argomento quanto mai attuale in questo momento – col supporto dell’albo illustrato “Il coraggio di essere responsabili”, scritto da Domenico Barillà e con le immagini di Emanuela Bussolati per Carthusia Edizioni.Il testo offre moltissimi spunti di riflessione, a cominciare dalla necessità di attuare strategie per stare bene con sé stessi – non per guadagnare qualcosa dalle proprie buone azioni – fino al valore delle differenze. Inoltre il libro, nelle ultime pagine, lancia uno slogan interessante: “Quando fai qualcosa per gli altri lasci un’impronta nel loro cuore”.Questo ha ispirato i bambini a riprodurre su un foglio di grandi dimensioni l’impronta delle loro mani e a scrivere una frase per loro significativa sull’essere responsabili in classe. Nei loro pensieri – e questo può essere un importante punto di partenza – è emersa soprattutto la volontà di “prendersi cura dell’altro” attraverso piccoli gesti riconducibili alla quotidianità.<img filer_id="230578" src="/d/filer/sharing/1614006695/230578/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" style="height: 575px; width: 500px;" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1614006695/230578/"> “Chi sono tutti gli altri?”Un altro testo che ho utilizzato per far riflettere i bambini – ancora una volta sul valore dell’amicizia e sul “peso” degli atteggiamenti e delle parole – è “Cosa succede a Uma?” di Raquel Díaz Reguera per NubeOcho Edizioni. Nel libro l’attenzione viene focalizzata sulla diversità e la “stranezza” delle persone, spesso attribuite erroneamente e con superficialità al non voler entrare in relazione. Infatti la piccola protagonista – Uma, una bambina timida – viene esclusa da “tutti gli altri” ed etichettata come strana.Anche nella mia classe, in questa difficile fase di crescita in cui ancora non è chiaro il vero significato del termine “amicizia”, accade che all’interno del gruppo di pari si formino gruppetti di compagni che si trovano bene tra loro e che spesso generano l’esclusione di alcuni bambini. Proprio per questo motivo la lettura ha condotto a una lunga discussione che ha coinvolto l’intero gruppo-classe facendo emergere alcune difficoltà di relazione.Le principali domande che i bambini si sono posti sono state: “Quanto mi sento come Uma?” e “Quanto voglio essere come tutti gli altri?”. Come sempre il conversare insieme ha svolto il suo ruolo di “collante” e tutti, anche quelli più timidi e schivi, non solo hanno espresso la loro opinione ed evidenziato i loro malesseri ma hanno anche fatto emergere l’impegno alla coesione.&nbsp; Il prossimo passo sarà la lettura del bellissimo silent book “Io sto con Vanessa. Quando la gentilezza fa la rivoluzione” di Kerascoë, per DeAgostini, che spero possa generare attraverso le sue delicate immagini empatia e partecipazione.

Le difficoltà di relazione in classe nel post lockdown