Intelligenza creativa

La macchina ritmica

Una verifica

Saluto e mi presento

In classe: gli oggetti e le azioni a scuola

Cantare è emozione

PERCHÉ È IMPORTANTE L’INTELLIGENZA EMOTIVA?Per un bambino vivere emozioni complesse e non trovare adulti significativi in grado di “sintonizzarsi” con esse, riconoscendole, rispecchiandole e soprattutto contenendole e “significandole”, vuol dire rimanere abitante di “un territorio sospeso”, dove la regola è quella del non detto e dove le emozioni possono trovare vie “disfunzionali” per diventare visibili, oppure rimanere per sempre sommerse.Quando un adulto riesce a rispondere agli stati di attivazione emotiva del bambino, quest’ultimo ne ricava una sensazione di sicurezza e di protezione. Al contrario, quando un bambino ci consegna il suo disegno e la nostra risposta è “Dopo lo guardo”, o quando ci pone le sue domande filosofiche e noi rispondiamo con un “Da grande capirai”, gli stiamo comunicando che lui non è interessante.Come nell’apprendimento di una seconda lingua, se si viene esposti nell’infanzia a un ambiente dove è diffusa un’elevata intelligenza emotiva, il bambino svilupperà rapidamente e naturalmente una buona intelligenza emotiva. LA RESPONSABILITÀ DEGLI ADULTIGli adulti hanno quindi una grande responsabilità e dovrebbero aiutare i bambini a:• riconoscere le proprie emozioni, sentirle nel corpo, dare loro un nome. Per diventare consapevoli del nostro mondo interno, dobbiamo allenarci alla consapevolezza anche di ciò che ci circonda; per esempio, proporre esperienze come quella di annusare un fiore, guardarlo, toccarlo con delicatezza e gentilezza e sentire che cosa provoca in noi e condividere questa esperienza, aiuta il processo di consapevolezza;• comprendere il motivo per cui stanno provando alcune emozioni e non altre. Utile a riguardo il lavoro con le storie; a volte i bambini, durante la lettura, chiedono perché il protagonista, per esempio è arrabbiato, questa è la dimostrazione che a loro interessa comprendere meglio il mondo emotivo;• accettare e normalizzare le proprie emozioni. Questo obiettivo è raggiungibile proponendo attività di drammatizzazione; recitare vuol dire immedesimarsi e quindi accettare, ascoltare;• cogliere il bisogno che l’emozione sta comunicando. “D’accordo, sei arrabbiato. E che cosa vorresti?”;• esprimersi in modo produttivo. Che cosa può fare di costruttivo il bambino rispetto all’emozione che sta provando? Aiutiamolo a scegliere, “Scegli tu, ti faccio notare che se fai A ci saranno queste conseguenze, se fai B, ci sono queste altre.”; “Capisco che sei arrabbiato, dimmi se c’è qualcosa che posso fare.” EDUCAZIONE EMOZIONALEL’educazione emozionale opera attraverso le parole e le azioni dei genitori o degli insegnanti, indirizzate direttamente al bambino, ma anche mediante i modelli che essi offrono mostrandogli come agiscono le proprie emozioni.È importante che i bambini capiscano che il problema non è nei sentimenti, ma nei comportamenti. Tutti i sentimenti e tutti i desideri sono accettabili, ma non tutti i comportamenti lo sono.E allora cosa possiamo fare? La professoressa Lucangeli parla dell’importanza degli “interruttori emozionali”, cioè il sorriso, l’abbraccio, lo sguardo, il tocco, la voce, l’incoraggiamento. Questi sono alcuni dei comportamenti che facilitano l’apprendimento, ma anche lo sviluppo dell’intelligenza emotiva.Prendendo spunto dalla vecchia storiella dei due lupi che vivono dentro di noi: quello buono, che vorrebbe superare le difficoltà per il bene di tutti, e quello cattivo, che vorrebbe farlo predominando sugli altri, ricordiamoci sempre che vincerà il lupo che sapremo nutrire al meglio.

L’intelligenza emotiva è la capacità di saper riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri (Goleman), ma significa anche, impiegare le proprie emozioni per facilitare il pensiero nella soluzione di problemi. Secondo altri ricercatori, l’intelligenza emotiva è un costrutto psicologico importante per la vita sociale, composto da competenze intra-personali (autonomia decisionale, auto-consapevolezza), da competenze inter-personali (empatia), dalla capacità di adattarsi a varie situazioni sia positive, sia negative (resilienza) e dalla gestione efficace dell’ansia personale e altrui (Anolli e Legrenzi).

EMOZIONI IN GIOCOLe emozioni sono sistemi biologicamente predisposti per rispondere a determinati stimoli, esperienze psico- fisiologiche che predispongono all’azione e che forniscono informazioni importanti anche agli altri.L’intelligenza emotiva si esprime principalmente (Salovey e Mayer) attraverso:• l’autoconsapevolezza, cogliere le proprie emozioni significa comprendersi e quindi evitare uno stato di confusione e incertezza;• il dominio di sé, controllare le proprie emozioni permette di calmarsi, di gestire l’irritazione senza che si trasformi in uno scoppio d’ira;• la motivazione, scoprire e cercare di raggiungere i propri obiettivi;• l’empatia, la coscienza delle proprie emozioni ci aiuta a essere coscienti delle emozioni altrui;• la gestione delle relazioni, stare insieme agli altri influenzando positivamente le loro emozioni.

Questa allora è la nostra importante responsabilità educativa: nutrire il “lupo buono” dei nostri bambini

L’intelligenza è una funzione complessa, costituita dagli strumenti che aiutano l’uomo a essere felice e ad adattarsi al proprio ambiente

I bambini spesso hanno più emozioni che parole per poterle raccontare

Anolli, L., Legrenzi, P. (2012). Psicologia generale. Bologna: Il Mulino.Goleman, D. (1996). Intelligenza emotiva. Milano: Rizzoli.Salovey, P., Mayer, J.D. Emotional Intelligence. Imagination Cogn Pers 1990; 9:185-211.

Intelligenza emotiva

Dove trovi questo contenuto