Spazi tra scuola e casa

Per una scuola "umana"

Accogliere i nuovi genitori

Progettare in modo flessibile alla scuola dell'infanzia

Alla scoperta di sogni ed emozioni

La Gioia di ricominciare

Rami per giocare e decorare

Le relazioni nelle scuole dell’infanzia devono essere
 
 inclusive
 
 . Ciò significa elaborare pensieri che accolgano tutti: i
 
 bambini
 
 nella loro diversità di età, di sviluppo e di competenze; le
 
 famiglie
 
 , ciascuna con la propria storia e risorse. Facciamo in modo che tutti possano partecipare e sentirsi protagonisti attivi.
 


 Viviamo la dimensione dell’inclusione all’interno del collegio docenti. Il
 
 rispetto
 
 e l’
 
 accoglienza
 
 della diversità tra colleghi è il primo passo: si può offrire con coerenza solo quello che si è già vissuto e sperimentato.
 


 Prendiamo un tempo opportuno per
 
 interrogarci
 
 se nelle nostre progettazioni e attività abbiamo cura

Le relazioni nelle scuole dell’infanzia devono essere inclusive. Ciò significa elaborare pensieri che accolgano tutti: i bambini nella loro diversità di età, di sviluppo e di competenze; le famiglie, ciascuna con la propria storia e risorse. Facciamo in modo che tutti possano partecipare e sentirsi protagonisti attivi. Viviamo la dimensione dell’inclusione all’interno del collegio docenti. Il rispetto e l’accoglienza della diversità tra colleghi è il primo passo: si può offrire con coerenza solo quello che si è già vissuto e sperimentato. Prendiamo un tempo opportuno per interrogarci se nelle nostre progettazioni e attività abbiamo cura degli elementi sopra descritti, se abbiamo dato la possibilità di restituire feedback alle nostre sollecitazioni, indicando occasioni concrete e strumenti operativi. Se lavoriamo con la didattica a distanza ricordiamoci di rivolgerci a tutti i bambini e che al loro fianco ci sono i genitori. Teniamo presente che ogni famiglia ha i suoi tempi, la propria organizzazione interna e che i genitori non sono dei docenti, nemmeno “pro tempore”.

Che cosa fare? • Condividiamo in ogni situazione uno stile comunicativo e relazionale fondato su empatia, ascolto, dialogo. • Promuoviamo le relazioni in presenza con occasioni di dialogo, scambio e cooperazione, seguendo le norme di sicurezza; a distanza attraverso videochiamate che permettano di salutarsi, di vedersi, anche tra bambini. • Scegliamo orari, diversifichiamo le possibilità di accesso, offriamo alternative a chi non ha gli strumenti adeguati a connettersi o ci riesce con fatica. • Definiamo i tempi dell’incontro, soprattutto se “a distanza”, stabilendo con anticipo quando e dando facilitatori per collegarsi (link di accesso). • Chiediamoci se le attività progettate, anche quelle online, sono inclusive e accessibili a tutti. • Diversifichiamo le sollecitazioni in modo da valorizzare le diversità e aprirle all’interazione. • Offriamo punti di riferimento (referenti) e modalità concrete per ricevere i feedback. • Dedichiamo del tempo per verificare come stiamo procedendo. &nbsp;

Le relazioni nelle scuole dell’infanzia devono essere inclusive. Ciò significa elaborare pensieri che accolgano tutti: i bambini nella loro diversità di età, di sviluppo e di competenze; le famiglie, ciascuna con la propria storia e risorse. Facciamo in modo che tutti possano partecipare e sentirsi protagonisti attivi. Viviamo la dimensione dell’inclusione all’interno del collegio docenti. Il rispetto e l’accoglienza della diversità tra colleghi è il primo passo: si può offrire con coerenza solo quello che si è già vissuto e sperimentato. Prendiamo un tempo opportuno per interrogarci se nelle nostre progettazioni e attività abbiamo cura degli elementi sopra descritti, se abbiamo dato la possibilità di restituire feedback alle nostre sollecitazioni, indicando occasioni concrete e strumenti operativi. Se lavoriamo con la didattica a distanza ricordiamoci di rivolgerci a tutti i bambini e che al loro fianco ci sono i genitori. Teniamo presente che ogni famiglia ha i suoi tempi, la propria organizzazione interna e che i genitori non sono dei docenti, nemmeno “pro tempore”.

FAQ 15. La famiglia può chiedere di tenere nascosto il disturbo e applicare solo forme di tutela che non siano visibili o riconoscibili come tali dai compagni? (ed. PLUS)

Includere bambini e genitori

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