Anticipo scolastico? Una novità vecchia

Cubomania

Il passaggio dai suoni ai segni

La continuità educativa

Momenti speciali

Adesso siamo grandi!

Percorso continuità parte I: Prepariamo la festa

IN OGNI NUOVO CONTESTO

La continuit&agrave; chiede agli adulti che in contesti diversi accolgono e accompagnano il bambino nel suo percorso di crescita di garantire fili colorati di continuit&agrave; che insieme possiamo contribuire, tra nido e famiglia, tra nido e scuola dell&rsquo;infanzia, a ben filare perch&eacute; il bambino li possa riconoscere. 
Di seguito presentiamo tre fili fondamentali per la continuit&agrave; e per ogni azione educativa.

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	<li style="text-align:justify">L&rsquo;idea di bambino: &egrave; il bambino il soggetto della cura di tutti, &egrave; su di lui che debbono ritrovarsi le differenti visioni e aspettative dei genitori e degli educatori, e degli educatori con i colleghi. L&rsquo;idea di bambino &egrave; argomento di dialogo, anche quando rimane sottintesa, come durante gli incontri quotidiani. 
	Quando ci scambiamo informazioni e osservazioni, notizie, pareri, desideri... &egrave; del bambino reale che stiamo parlando. In questo dialogo stiamo chiarendo e costruendo un&rsquo;immagine del singolo bambino che pu&ograve; contribuire a farlo sentire amato e compreso sia a casa sia al nido. 
	Al tempo stesso, nei discorsi, passa anche l&rsquo;idea di bambino che ci orienta, indipendentemente dal piccolo in questione: l&rsquo;idea di bambino che crediamo, speriamo, vorremmo. 
	Altrettanto importante perci&ograve; &egrave; trovare spazi di interazione per approfondire tale idea dal punto di vista delle scienze pedagogiche, psicologiche e sociali, perch&eacute; essa &egrave; centrale e influente su tutte le scelte di cura e di azione educativa. Il bambino che vorrebbero i genitori (e i genitori di altre culture&hellip;) non &egrave; mai del tutto quello che vorremmo noi educatori, o che vorrebbero i colleghi della scuola dell&rsquo;infanzia e della scuola primaria. 
	Sono indispensabili spazi di ascolto e un lavoro forte che serva a far crescere un&rsquo;idea in gran parte condivisa, che accolga e rispetti il bambino, in una continuit&agrave; che integri le varie provenienze.</li>
	<li style="text-align:justify">I pensieri su educare e apprendere: attraverso Io scambio e il confronto su come il bambino si sviluppa e apprende e su quali siano i traguardi essenziali per una crescita equilibrata e ricca, che rispetti il suo essere bambino, i suoi modi e tempi personali&hellip; possiamo far convergere, in maniera positiva, idee che garantiscano i diritti di ciascuno a mettere ali al proprio divenire.&nbsp; 
	La contaminazione culturale tra i diversi contesti di vita del bambino, casa, nido, scuola... pu&ograve; aiutare a realizzare una continuit&agrave; vera, curricolare, metodologica e valoriale, pur nella specificit&agrave; di ogni istituzione, superando gli stereotipi e avvantaggiando il cammino sia degli adulti educatori che dei bambini.</li>
	<li style="text-align:justify">Il modo di vivere e la relazione: &egrave; lo sfondo sul quale tutto si realizza, la condizione necessaria perch&eacute; vissuti e apprendimenti possano fluire in una continuit&agrave; di dialogo profondo. Il dialogo &egrave; una speciale relazione che si fonda sulla reciprocit&agrave; e sulla possibilit&agrave; di costruire assieme, con rispetto, il nostro essere tutti attivi e partecipi in un contesto sociale e culturale. La relazione autentica, fondata su ascolto, rispetto, attenzione, fiducia, empatia, affetto&hellip; permette che l&rsquo;operativit&agrave; sia all&rsquo;altezza del sogno educativo. 
	Libert&agrave; e ascolto caratterizzano la relazione educativa che consente di esprimersi e di apprendere; una relazione fondata sulla cooperazione, sull&rsquo;essere assieme, ciascuno secondo le proprie possibilit&agrave;. </li>
</ul>

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E DOPO DI NOI? 

Una riflessione necessaria e impegnativa va fatta su come presentiamo e affidiamo il bambino a chi lo accoglier&agrave; nel pezzo di strada successivo al nostro. Quali sono i modi e le parole giuste per raccontare la storia educativa di un bambino? Quale responsabilit&agrave; abbiamo verso di lui, nel momento in cui descriviamo e interpretiamo il suo essere un bambino in continua evoluzione? Quali sono gli esiti che si possono produrre nel proseguo della sua storia attraverso il passaggio di informazioni e documentazioni? &hellip; 
Qui le domande sono tante e la questione rimane aperta perch&eacute; tutti possiamo riflettere: le famiglie e chi opera al nido, alla scuola dell&rsquo;infanzia e oltre. Dichiarare di conoscere il bambino e poterlo raccontare &egrave; tema delicato e sensibile. In una cultura educativa costruita assieme, dobbiamo rivedere modalit&agrave; e strumenti fin qui utilizzati e condividere priorit&agrave; non funzionali all&rsquo;organizzazione, ma alla vita educativa del bambino.

Per una vera continuit&agrave; servono spazi di ascolto e un lavoro forte e coordinato

La continuit&agrave; fa parte dell&rsquo;esperienza di crescita, fin da piccoli, quando qualcuno tiene in mano per noi il filo della nostra storia e ci racconta chi siamo. Quando chi si prende cura di noi ci spinge verso nuovi orizzonti con fiducia, ci d&agrave; la mano, metaforicamente, e ci accompagna nel &ldquo;bosco dell&rsquo;esistenza&rdquo;, sui sentieri che mettono passi nel futuro. 

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FAMIGLIA, INNANZITUTTO

Il senso della continuit&agrave; si costruisce in noi stessi attraverso la vita familiare, il ripetersi dei modi e delle consuetudini che segnano l&rsquo;appartenenza a quel gruppo, a quella realt&agrave; affettiva e relazionale. Un elemento essenziale alla costruzione dell&rsquo;idea di continuit&agrave;, e non solo, &egrave; la narrazione in famiglia. 
I genitori, i nonni, le persone che sono presenti&nbsp; nella vita del bambino possono fargli incontrare, attraverso le fiabe, le letture e soprattutto le storie vere di eventi e circostanze le interpretazioni e le chiavi di riferimento per capire chi egli sia, quale sia il suo posto nel mondo e come pu&ograve; mettersi in relazione con i fatti della vita. La narrazione cos&igrave; intesa e una delle esperienze pi&ugrave; vere e forti per formare e comprendere noi stessi e per trovare forza e coraggio nel proprio cammino di crescita. 
Queste radici di continuit&agrave; forse erano presenti in passato, nella famiglia patriarcale, e non esenti da rischi; infatti la narrazione &egrave; anche un elemento fortemente condizionante: l&rsquo;esito in termini di crescita personale, umana, emozionale, cognitiva... dipende dalla qualit&agrave; e dal valore dei racconti che il bambino accoglie e interiorizza. 
Spesso le nostre famiglie di oggi sono sole, isolate, e cos&igrave; le narrazioni si fanno pi&ugrave; rare e la televisione, il computer, i media sostituiscono le relazioni significative. 
Per questo &egrave; molto importante che i giovani genitori capiscano che parlare, raccontare, leggere al proprio bambino hanno significati valenti e molteplici e tra questi l&rsquo;idea che essi stanno cos&igrave; intrecciando fili di continuit&agrave; per la sua formazione personale. E pensiamo ai bambini di altri Paesi che arrivano qui, a coloro che si ritrovano con storie interrotte, storie che cambiano e che mantengono dentro al cuore di chi le vive realt&agrave; differenti, diversi modi di guardare il mondo.

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AL NIDO E OLTRE

La continuit&agrave; si costruisce dunque giorno per giorno affrontando i rischi della crescita e le discontinuit&agrave; che ci mettono di fronte a ostacoli e prove, pi&ugrave; o meno difficili e ci costringono a trovare nuovi modi di stare al mondo e con noi stessi. 
Arrivare al nido spesso &egrave; la prima esperienza nella quale la continuit&agrave; del vivere &egrave; messa alla prova. Famiglia e nido sono contesti differenti e come tali hanno in s&eacute; elementi peculiari e di discontinuit&agrave;. 
La nostra competenza pedagogica ci aiuta a comprendere che il bambino nel suo crescere ha bisogno di incontrare il nuovo, senza soccombere a sentimenti di confusione, frustrazione, impotenza... Se la famiglia ha iniziato una buona &ldquo;narrazione&rdquo; fatta di vissuti positivi e rassicuranti, il bambino sar&agrave; curioso e disponibile verso le nuove esperienze. Sapr&agrave; tollerare le emozioni e i cambiamenti, aprendosi a ci&ograve; che incontra. 
E qui entra in gioco la continuit&agrave; educativa, che si pone come condizione alla riuscita del passaggio da una realt&agrave; all&rsquo;altra e che il bambino ritrover&agrave; pi&ugrave; volte sul proprio cammino. 
Se la discontinuit&agrave; non &egrave; eccessiva, se sappiamo ordire insieme fili e trame di continuit&agrave;, elementi che il bambino possa riconoscere, allora ci&ograve; che &egrave; nuovo viene ritenuto da lui affrontabile perch&eacute; pu&ograve; mettere radici e diventare riconosciuto e familiare, in una storia che continua.

Il senso della continuità

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