Virtù dell’errore

Le tecnologie peggiorano l’apprendimento? Che cosa dice veramente il rapporto OCSE

Bambini e sessualità, un avvicinamento troppo precoce?

Psicologia e Scuola, le analisi di Giuliana Pinto

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

Il bisogno di una bussola affettiva e cognitiva che dia ordine al nostro mondo interno ed esterno è antichissimo e ha trovato nella narrazione una risposta potente, pervasiva, universale. Ben scelto, dunque, il tema della narrazione a fare da filo conduttore di questo numero di Psicologia e scuola: i contributi mostrano come la narrazione nelle sue varie forme, l’autobiografia, le confidenze tra amici, le favole, mobiliti molteplici funzioni mentali – memoria, creatività, emozione, giudizio, ragionamento – e consenta di conferire significato alle esperienze passate, presenti e future, raccordandole in una trama coerente e sensata.

Giuliana Pinto

Il bisogno di una bussola affettiva e cognitiva che dia ordine al nostro mondo interno ed esterno è antichissimo e ha trovato nella narrazione una risposta potente, pervasiva, universale. Ben scelto, dunque, il tema della narrazione a fare da filo conduttore di questo numero di Psicologia e scuola: i contributi mostrano come la narrazione nelle sue varie forme, l’autobiografia, le confidenze tra amici, le favole, mobiliti molteplici funzioni mentali – memoria, creatività, emozione, giudizio, ragionamento – e consenta di conferire significato alle esperienze passate, presenti e future, raccordandole in una trama coerente e sensata.

Ma una rivista, oltre che “contenitore” di storie, è essa stessa un esercizio di narratività. Perché preferirla a una enciclopedia online, a un blog, a una piazza virtuale? Psicologia e scuola è un luogo dove confluiscono narrazioni che scelgono la lente del pensiero scientifico per guardare la realtà e presentarne un’interpretazione. I testi vi sono inclusi previo il vaglio del Comitato editoriale, che ne accerta la rispondenza ai criteri metodologici di validità e ai criteri etici di rispetto per la persona connaturati alla ricerca scientifica. La rivista offre dunque un sapere metodologicamente ed eticamente validato, “resistendo” alle storie invadenti, stereotipate, talvolta manipolatorie, divulgate dai media. Tuttavia un testo è sempre parziale e reclama un lector in fabula mosso da quel perpetuo principio di inquietudine che vorremmo essere distintivo della conoscenza umana. Quel lettore attivo e critico tanto caro ad Alda Scopesi, per molti anni promotrice della linea editoriale di Psicologia e scuola, e alla sua profonda convinzione che ogni persona che non voglia banalizzare la vita debba sempre cercare di avere un senso e di dare un senso.

Ma un

Ma una rivista, oltre che “contenitore” di storie, è essa stessa un esercizio di narratività. Perché preferirla a una enciclopedia online, a un blog, a una piazza virtuale? Psicologia e scuola è un luogo dove confluiscono narrazioni che scelgono la lente del pensiero scientifico per guardare la realtà e presentarne un’interpretazione. I testi vi sono inclusi previo il vaglio del Comitato editoriale, che ne accerta la rispondenza ai criteri metodologici di validità e ai criteri etici di rispetto per la persona connaturati alla ricerca scientifica. La rivista offre dunque un sapere metodologicamente ed eticamente validato, “resistendo” alle storie invadenti, stereotipate, talvolta manipolatorie, divulgate dai media. Tuttavia un testo è sempre parziale e reclama un lector in fabula mosso da quel perpetuo principio di inquietudine che vorremmo essere distintivo della conoscenza umana. Quel lettore attivo e critico tanto caro ad Alda Scopesi, per molti anni promotrice della linea editoriale di Psicologia e scuola, e alla sua profonda convinzione che ogni persona che non voglia banalizzare la vita debba sempre cercare di avere un senso e di dare un senso.

Il racconto: multivocale e multimodale

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