Educare all'interezza

Burnout degli insegnanti: che cosa fare?

Il colloquio insegnante-genitore-allievo - "Pillole" per cominciare bene

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

Il filo che ci unisce: Sezione Coccinelle, Scuola dell’Infanzia Giacinto Pacchiotti, Giaveno (TO).

L'attuale condizione di emergenza si sta presentando come un periodo di fortissimo coinvolgimento emotivo, durante il quale veniamo letteralmente bombardati da stimoli ad alta rilevanza affettiva. Che impatto ha nell’immediato tutto ciò sull’equilibrio emotivo del bambino? E quali ripercussioni possiamo attenderci nel lungo periodo non solamente sugli stati affettivi (con un possibile incremento di stati ansiosi, depressivi ecc.), ma anche sul modo di processare le informazioni (per esempio con una eccessiva sensibilità verso possibili fonti di minaccia, reali o solo immaginarie)? Stimoli e clima emotivoSicuramente, non è la prima volta che ci dobbiamo confrontare con una tale esposizione a stimoli emotigeni, ma in questo caso vi sono delle dimensioni trasversali che aumentano il loro impatto, soprattutto per i più piccoli: innanzitutto la pervasività e la continuità di questi messaggi, per cui il bambino vive ormai da mesi letteralmente immerso in un ambiente che parla di questa pandemia a casa, a scuola, al parco, al supermercato ecc. In secondo luogo, il clima emotivo diffuso è segnato dall’incertezza (“Quando finirà questa situazione? Quando potremo tornare alla normalità?”) e dalla litigiosità adulta (le contrapposizioni rispetto alla reale diffusione del virus, rispetto all’utilità delle varie misure di contenimento ecc.).Già numerosi studi registrano l’impatto emotivo della pandemia e delle misure emergenziali, per esempio difficoltà nel sonno, aumento dei comportamenti di irrequietezza e disattenzione, incremento di condotte aggressive e sregolate ecc. (Orgilés et al., 2020;Cellini et al., 2021): queste alterazioni, a loro volta, possono avere ripercussioni negative anche a livello cognitivo, per esempio sul funzionamento esecutivo, sull’inibizione, pianificazione ecc. (Lavigne-Cervàn et al., 2021).

Cellini, N. et al. (2021). Sleep and psychological difficulties in italian school-age children during COVID-19 lockdown. Journal of Pediatric Psychology, 46, 153-167.Fedeli, D. (2013). Pedagogia delle emozioni. Roma: Anicia. Lavigne-Cervàn, R. et al. (2021). Consequences of COVID-19 confinement on anxiety, sleep and executive functions of children and adolescents in Spain. Frontiers in Psychology, 12, 1-11. Orgilés, M. et al. (2020). Immediate psychological effects of the COVID-19 quarantine in youth from Italy and Spain. Frontiers in Psychology, 11, 1-10.

Parafrasando Vasco Rossi, è necessario aiutare il bambino a “trovare un senso a questa situazione, anche se questa situazione un senso non ce l’ha”.

Contagio emotivoChe cosa accade quando il bambino è esposto a un clima emotivamente alterato e ansiogeno? In presenza di uno stimolo circoscritto e definito, è possibile parlarne con il bambino: “Sono spaventato perché ho sentito oppure perché ho visto…” e questo consente all’adulto di collocare l’emozione nello spazio e nel tempo, in qualche mondo delimitandola, dandole dei confini. Inoltre, diviene possibile aiutare il bambino a relativizzare la portata dello stimolo e a modulare la reazione emotiva: “Capisco che sei spaventato, ma possiamo provare a fare…”. In questa situazione, rischiamo che i bambini assorbano non solo gli stimoli concreti (immagini, parole ecc.) ma anche e soprattutto il clima emotivo circostante e questo potrebbe avere un impatto ancora peggiore.&nbsp;Si verifica un contagio emotivo non consapevole e quindi non elaborabile: in altre parole, è come se il bambino avvertisse un’alterazione emotiva di segno negativo (ansia, preoccupazione, nervosismo, agitazione ecc.), senza comprendere i motivi di queste sensazioni e, di conseguenza, senza riuscire a modularle adeguatamente. Inoltre, consideriamo che mentre gli stimoli discreti hanno un inizio e una fine (per esempio, le immagini trasmesse durante un telegiornale), il clima emotivo negativo si trascina molto più a lungo, sia in ambito domestico che scolastico, con effetti maggiori sul benessere del bambino.

Cercare un sensoQuale può essere l’obiettivo fondamentale in presenza di queste numerose sollecitazione emotive cui sono sottoposti i bambini? Innanzitutto, ricordiamo che il nostro cervello cerca sempre di dare un senso a quello che esperisce nel corpo: “Perché avverto questa tensione allo stomaco? E un aumento del battito cardiaco? E la sensazione di agitazione?”. Questa costruzione di senso, consapevole o meno, cerca di attribuire un nome all’esperienza provata: “Sono arrabbiato per questo motivo… oppure spaventato… triste… nervoso…”. Così facendo, l’emozione viene delimitata e contenuta.&nbsp;In caso contrario, tutti i segnali corporei rimangono tra loro scollegati, privi di senso, mentre al bambino resta una sensazione di malessere, di disagio, di pericolo incombente, ma indefinito. L’obiettivo, allora, non è quello di evitare al bambino determinate emozioni, ma di trovare momenti in cui parlare con lui, dare spazio alle sue sensazioni, guidarlo a verbalizzarle e a collegarle a specifici eventi, soprattutto in periodi complicati come l’attuale.

Ritratti d’autore,&nbsp;Sezione G, Scuola dell’infanzia Santa Lucia, I.C. Rossetti, Vasto (CH)

Esprimere emozioni

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