Life skills e competenze chiave

Sostenere la crescita

Apprendere con il problem solving

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

Anche se molti di loro sono condizionati dai giochi elettronici e dalla sedentariet&agrave;, penso che se potessero chiederebbero pi&ugrave; giochi spontanei e pi&ugrave; attivit&agrave; all&rsquo;aperto.

I giochi spontanei hanno delle potenzialit&agrave; che non ritroviamo nelle attivit&agrave; strutturate, pure importanti. Molti bambini soffrono, senza esserne pienamente consapevoli, per la mancanza di uno stile di vita adatto alla loro et&agrave;: non soltanto per questi due anni di pandemia e di confinamento tra le mura domestiche, ma perch&eacute; vengono spesso trattati come dei piccoli adulti e non, invece, come dei bambini che hanno esigenze del tutto diverse dagli adolescenti, dagli adulti e dagli anziani. Penso, per esempio, a quelle bambine che, invece di dedicarsi insieme ai loro coetanei ai giochi tipici della loro et&agrave;, pensano gi&agrave; al look, al trucco, al piercing, a imitare le movenze dei personaggi &ldquo;trasgressivi&rdquo; proposti dalla cultura pop.

Se liberi e non gi&agrave; condizionati, i bambini chiederebbero anche di poter acquisire tutte quelle competenze cognitive ed emotive che consentiranno loro di orientarsi in un mondo molto complesso, dove realt&agrave; concreta e realt&agrave; virtuale saranno sempre pi&ugrave; intrecciate e dove saper muoversi su pi&ugrave; livelli sar&agrave; una competenza necessaria.

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4.&nbsp;Come rilanciare una cultura dell&rsquo;infanzia, dei suoi diritti/doveri, a tutti coloro che prendono decisioni per il futuro dei bambini?

Per quanto riguarda la fascia zero-sei, l&rsquo;adulto deve, nella relazione che ha con il bambino, soddisfare una serie di bisogni materiali e psicologici. Quelli materiali li si intuisce facilmente (cibo, cure, riparo, protezione&hellip;), quelli psicologici anche, ma &egrave; bene per&ograve; ricordarli, perch&eacute; spesso vengono trascurati.

Il primo &egrave; un amore incondizionato, che faccia sentire il bambino protetto nei confronti di un mondo che non pu&ograve; ancora controllare.

Il secondo &egrave; il rispetto per la sua personalit&agrave; in evoluzione. Il che significa molte cose, come il rispetto per i suoi sentimenti, per i tempi della crescita, per la sua unicit&agrave;.

Il tempo &egrave; un altro fattore strutturale della relazione. Se &egrave; vero che la qualit&agrave; del tempo trascorso con i bambini &egrave; importante, la quantit&agrave; non pu&ograve; andare al di sotto di un certo limite. I bambini hanno bisogno che le loro figure di attaccamento siano presenti, prestino loro attenzione, li guardino, svolgano delle attivit&agrave; insieme a loro. Il tempo &egrave; anche quello psico-biologico dei bambini, che ha scansioni e durate diverse dal tempo tecnologico-industriale degli adulti.

La stabilit&agrave; nelle relazioni affettive &egrave; un altro fattore importante: stimoli e novit&agrave; sono funzionali alla crescita, ci&ograve; per&ograve; non significa che non lo siano anche la stabilit&agrave;, la coerenza, la disponibilit&agrave; di punti di riferimento. Anche gli assistenti del nido e gli insegnanti della scuola dell&rsquo;infanzia sono punti di riferimento importanti verso cui i bambini sviluppano un legame di attaccamento. Serve, infine, un&rsquo;educazione emotivo-sentimentale, che inizi a partire dai due anni e continui fino all&rsquo;adolescenza.

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2.&nbsp;Se potessero aver voce le bambine e i bambini che cosa direbbero a noi adulti?

&Egrave; opportuno e anche urgente rilanciare la cultura dell&rsquo;infanzia, sia alla luce delle pi&ugrave; recenti conoscenze sullo sviluppo, che alla luce dei diritti di cui i bambini, come gli adulti, devono poter godere. Ogni generazione deve fare il proprio percorso e non &egrave; scontato che un neogenitore di oggi sia preparato al ruolo che lo attende.

Sappiamo che nei primi sei anni di vita si possono fare danni i cui effetti perdureranno nel tempo. Coloro che hanno competenze vanno perci&ograve; ascoltati, interpellati, invitati a intervenire attivamente. Devono poter mettere a disposizione di tutti, i risultati ottenuti in anni di studio e di esperienza. Sono necessari incontri dove i confronti avvengano senza le remore delle appartenenze politiche o ideologiche. Cosa che, nel nostro Paese, non sempre si verifica.

Ruoli decisionali e di guida non dovrebbero essere assunti da coloro che poco sanno di psicologia dello sviluppo, di pedagogia, di didattica e di scienze umane in generale. Il rischio &egrave; che vengano prese decisioni sbagliate, superficiali, insufficienti, a volte.

Le competenze nel nostro Paese non mancano, bisogna per&ograve; riconoscerle e utilizzarle al meglio.

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3.&nbsp;Quali aspetti della relazione e della crescita dobbiamo avere maggiormente a cuore per aiutarli?

Dobbiamo cercare di immaginarci il loro futuro, che sar&agrave; molto diverso dal nostro presente. Un futuro che richieder&agrave; capacit&agrave; di comprensione, di adattamento, ma anche di interventi intelligenti volti a migliorare le condizioni di vita e, soprattutto, a non consentire un deterioramento dell&rsquo;ambiente naturale, cittadino, comunitario e sociale.

Quindi bambine e bambini resi sicuri dall&rsquo;affetto da cui si sentono circondati a partire dai primi anni di vita, capaci di relazionarsi agli altri e di impegnarsi in attivit&agrave; che diano soddisfazione a diversi livelli (cognitivo, emotivo, motorio, sociale, relazionale). Ma anche in grado di assumersi mano a mano delle responsabilit&agrave; consone al loro stadio di sviluppo, secondo le indicazioni di Maria Montessori, che consentano di sentirsi competenti, di poter aiutare, collaborare, immaginare soluzioni, prendere delle iniziative, gestire le emozioni e comunicare, senza troppe inibizioni o timidezze.

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Ha insegnato Psicologia dello sviluppo all&rsquo;Universit&agrave;. Ha contribuito alla diffusione della cultura psicologica in Italia con iniziative formative e numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative. Ha scritto su Psicologia Contemporanea dalla sua fondazione e l&rsquo;ha diretta per nove anni.

Con Giunti ha pubblicato vari libri, tra cui i pi&ugrave; recenti sono: Chi manipola la tua mente?, Non solo amore e Conta su di me.

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1.&nbsp;Quale sguardo sull&rsquo;infanzia &egrave; necessario in questo momento storico, complesso e difficile?

Dare voce ai bambini

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