Sulla punizione: un sondaggio

Diversità: mai perdere la capacità di meravigliarsi

Il senso di sé cognitivo

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

Consiglio di proporre questa attività con gli studenti che sono arrivati alla fine di un ciclo, ma anche con gli alunni più piccoli: proviamo a fare un bilancio collettivo sugli atteggiamenti ricorrenti, le caratteristiche del nostro comportamento che gli altri ci riconoscono.&nbsp;Entriamo ora nella progettazione dell’attività partendo dalla fine, ovvero dalla focalizzazione delle domande che ognuno, alla fine del percorso, dovrebbe riuscire a chiedersi:&nbsp;• Come mi vedono gli altri?&nbsp;• Quali sono i miei atteggiamenti ricorrenti secondo gli altri?&nbsp;• Me li riconosco?&nbsp;• Sono sempre efficaci oppure, a seconda della situazione, possono essere utili o meno?&nbsp; Il lavoro ha bisogno di un setting circolare e di una profonda fiducia di ogni alunno nel gruppo; è importante chiedere a ognuno se è d’accordo e se si sente di affrontare, quando sarà il suo turno, di avere una restituzione su di sé da parte degli altri. Mettiamo in conto il forte impatto emotivo che un’attività del genere può avere su ogni singola persona, esplicitiamo chiaramente che ciò che verrà detto sul conto di ognuno sono punti di vista sui loro atteggiamenti ricorrenti e non giudizi sulla persona e che l’obiettivo è quello di conoscere meglio sé stessi attraverso gli altri.&nbsp;Scegliamo l’alunno che riceverà la percezione degli altri e… iniziamo!&nbsp;• A turno ogni studente parla direttamente al suo compagno e inizierà prima restituendogli i suoi punti di forza e poi le criticità, per esempio: “Mario, tu dividi sempre le cose con tutti, se gli altri ti chiedono le tue cose tu gliele dai e giochi sempre con tutti. Però quando giochiamo dobbiamo sempre fare tutto come vuoi tu”.&nbsp;• A ogni intervento l’insegnante prova a sintetizzare e ad avere un feedback dal bambino in questione: “Se ho capito bene il tuo compagno ti sta dicendo che sei molto generoso e sei amico di tutti però quando giochi vuoi imporre le tue idee e decidere al posto degli altri. Sei d’accordo, Mario, con quanto ti ha detto il tuo compagno?”.&nbsp;• Proseguiamo finché tutti i compagni non si sono espressi. • Chiediamo un feedback ai ragazzi sul loro stato emotivo, sia alla fine dell’attività che qualche giorno dopo.&nbsp;

Suggerimenti per l'attività• È importante riuscire a garantire un clima positivo e sospendere ogni forma di giudizio durante le discussioni. Molto probabilmente potrà accadere che l’adulto si troverà a gestire reazioni emotive dovute a possibili dissonanze o risonanze con quanto emergerà.• È molto difficile accettare l’opinione degli altri su di noi, soprattutto di chi ci vuole bene e ci conosce perché spesso ci dice cose che sappiamo ma che non vogliamo sentire. Bambini e ragazzi, come tutti noi, hanno bisogno di sentirsi accettati per ciò che sono e nell’età della costruzione del proprio sé sono portati a considerare sé stessi in termini contrapposti: “buono” o “cattivo”, “forte” o “debole... Se non gli viene restituita un’immagine positiva pensano di essere “sbagliati”.• Questo lavoro può far emergere che nessuno agisce sempre bene o sempre male e che a ognuno sono riconosciuti dagli altri atteggiamenti ricorrenti che mettiamo in atto nelle relazioni sociali con più o meno efficacia e questo dipende anche da chi abbiamo di fronte e cosa vogliamo ottenere. È importante capire che, se tutte le emozioni sono accettabili, non tutti i comportamenti lo sono.

Proviamo a pensare, nel periodo di pausa estiva, quali sono gli atteggiamenti ricorrenti del nostro sé professionale:• abbiamo cambiato qualcosa in questo periodo nel nostro modo di insegnare?• Siamo sempre efficaci con tutti i nostri alunni?• Stiamo utilizzando gli stessi strumenti anche in questo periodo scolastico così difficile?• Le nostre modalità relazionali con gli studenti, i colleghi, i genitori sono cambiate?• Come stiamo affrontando il cambiamento della scuola?• Cosa abbiamo imparato in questo periodo?La consapevolezza del nostro agire ci aiuta ad autovalutarci e a riprogettare il nostro lavoro... Questo vale per tutti, per ogni contesto e per qualsiasi cosa stiamo facendo. Ripensare a ciò che facciamo è uno dei vari modi di prenderci cura di noi, dei nostri alunni e del nostro difficile mestiere.

È tempo di bilanci, siamo arrivati alla fine di questo particolare anno scolastico e siamo stati costretti, giocoforza, a dover cambiare molti aspetti della nostra vita. Questo tempo ci ha permesso di riflettere su tante questioni insieme ai nostri alunni. La scuola è diventata improvvisamente un luogo importante per tutti, non solo per chi la abita ma anche per il resto della società civile. Questo tempo ci ha permesso di riflettere su tante questioni insieme ai nostri alunni: la prevenzione, il rischio, il rispetto verso gli altri e verso noi stessi, la globalizzazione, il rapporto tra scienza e natura, l’importanza del contesto e il concetto di costruzione sociale dell’apprendimento. Ci siamo resi conto di quanto sia fondamentale un luogo dove poterci confrontare, ascoltare, dove poter condividere, apprendere, crescere insieme. Un altro tema riguarda la difficoltà ad affrontare il cambiamento. Qualsiasi mutamento mette in crisi ogni sistema perché implica un adattamento a una nuova situazione. E a meno che non sia costretto, ognuno di noi sfugge al cambiamento perché tende a mettere in atto sempre le stesse prassi. Questi mesi ci hanno costretto a uscire dalla nostra zona di comfort e a cercare nuove soluzioni.&nbsp;

Conoscersi attraverso gli altri

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