La conquista dello spazio scenico 2

La conquista dello spazio scenico 3

La conquista dello spazio scenico 4

Comunicare con la musica

Giochi e... desideri

Le emozioni dell’inizio

Per tutti: passeggiata silenziosa

<ol><li>Mettiamo una <a data-cke-saved-href="https://www.youtube.com/watch?v=0w8uLkm1n9M" target="_blank" href="https://www.youtube.com/watch?v=0w8uLkm1n9M">musica con suoni della natura</a> per accompagnare la drammatizzazione e iniziamo la nostra passeggiata silenziosa, noi guidiamo la fila.</li><li>Camminiamo lentamente e, sussurrando, facciamo capire ai bambini che cosa sta succedendo: “C’è un ruscello: bagniamoci i piedi”. Mimiamo insieme l’azione cercando di restare in silenzio. È il corpo che racconta la storia.</li><li>“Quanti alberi fitti fitti! Facciamoci largo fra i rami”. Continuiamo a mimare le diverse situazioni.</li><li>“Guardate quanti uccellini! Salutiamoli!”. Sollecitiamo stupore e curiosità.</li><li>Al termine della passeggiata nella foresta scegliamo un libro adatto per tornare nel cerchio e raccontare una storia sugli alberi.</li><li>Infine, creiamo la nostra foresta alberata realizzando un collage o un dipinto.</li></ol>

Drammatizziamo una storia attraverso il linguaggio corporeo e potenziamo l’ascolto attivo. Come si fa <ul><li>Nel cerchio delle storie diciamo ai bambini che stiamo per proseguire il nostro viaggio nel Regno del silenzio attraversando la Foresta alberata. “Che cosa troveremo?”: stiamo per scoprirlo, ricordiamo ai bambini di restare in silenzio.</li></ul>

Per tutti: l’isola delle coccole

Per tutti: nella grotta delle danze

Sperimentiamo un’attività di rilassamento creativo e sviluppiamo empatia. Come si fa <ul><li>Nel cerchio delle storie diciamo ai bambini che stiamo per andare nell’Isola delle coccole, un altro luogo magico del Regno del silenzio. Qui, ci trasformeremo in fiori e farfalle.</li></ul><ol><li>Formiamo le coppie: un bambino è il fiore, l’altro la farfalla. Mettiamo come sottofondo una <a data-cke-saved-href="https://www.youtube.com/watch?v=TFIBFd3gKHE" target="_blank" href="https://www.youtube.com/watch?v=TFIBFd3gKHE">musica rilassante</a>.</li><li>Raccontiamo l’attività come se fosse una storia: “I fiorellini sono seduti, sono un po’ stanchi e chiudono gli occhi. Le farfalle decidono di coccolare i fiori”.</li><li>Ogni farfalla utilizza le ali (le mani) per accarezzare dolcemente il suo fiore: tocca delicatamente la testa e la schiena del bambino seduto davanti a lui.</li><li>Non smettiamo di narrare durante l’attività: “Le farfalle accarezzano dolcemente il fiore e poi lo salutano”. Poi, invertiamo i ruoli.</li><li>Confrontiamoci per condividere le sensazioni provate: “Essere fiori è stato rilassante? Le farfalle si sono prese cura dei fiori?”. Prendersi cura dell’altro è alla base dell’empatia.</li></ol>

Danziamo nel silenzio, sviluppiamo la concentrazione e l’ascolto. Che cosa serve Strisce di carta d’alluminio. Come si fa <ul><li>Nel cerchio delle storie, raccontiamo ai bambini che stiamo per visitare il Regno del silenzio, un luogo magico dove ci sono dei posti molto speciali dove si può apprezzare la magia del silenzio. Le seguenti attività sono tratte da Dentale, H. (2019). Prendiamoci il tempo per stare con noi. Torino: Edizioni Lindau.</li><li>Il primo luogo che incontriamo è la Grotta delle danze. Qui si gioca con il corpo.</li></ul><ol><li>Prepariamoci per danzare “la pioggia”: “Bambini, avete presente il suono della pioggia che cade?”. Diamo ai bambini delle strisce di carta d’alluminio, iniziamo a muoverci nello spazio, ascoltiamo il suono prodotto dal materiale.</li><li>Creiamo così un’atmosfera molto poetica: lasciamo che i bambini sperimentino dolcemente il movimento. Il materiale, mosso dai bambini, crea un tappeto sonoro suggestivo: siamo immersi nel suono della pioggia!</li><li>Cerchiamo di restare in silenzio durante la danza, possiamo comunicare attraverso lo sguardo, il sorriso o sussurrando. Stiamo facendo esperienza di un “silenzio amico”, spazio di ascolto e creatività.</li><li>Torniamo nel cerchio e condividiamo pensieri ed emozioni. Infine, trasferiamo l’esperienza vissuta nell’attività grafica.</li></ol>

Che magico silenzio!

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