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Il problema dell&rsquo;inserimento dei bambini stranieri a scuola &egrave; stato pi&ugrave; volte oggetto di attenzione attraverso numerosi documenti ufficiali (Linee guida 2006, Linee guida 2014, Orientamenti interculturali 2022) che hanno preso in considerazione i diversi aspetti inerenti tale questione. In questi documenti &egrave; comune l&rsquo;insistenza su alcuni interventi che, se messi in atto, potrebbero agevolare la frequenza scolastica dei bambini straniera il loro processo di inclusione nel contesto scolastico e quindi sociale (frequenza dei servizi educativi 0/6 anni, formazione dei docenti, possibilit&agrave; di fare ricorso a mediatori linguistici e culturali).

Questi interventi il pi&ugrave; delle volte sono solo annunciazioni in quanto non trovano una traduzione operativa per indisponibilit&agrave; di risorse o per carenza di norme attuative.

Gli Orientamenti interculturali 2022, ad esempio, sottolineano che&nbsp; &ldquo;la ridotta frequenza della scuola per l&rsquo;infanzia &ndash; e in generale dei servizi educativi 0/6 anni &ndash; da parte dei bambini e delle bambine che provengono da contesti migratori rallenta e condiziona la loro integrazione sociale e linguistica.&rdquo; Osservazione, questa, molto pertinente, ma se non vengono poste in essere adeguate misure per far s&igrave; che la frequenza dell&rsquo;asilo nido o della scuola dell&rsquo;infanzia non diventi un lusso per le famiglie (a causa degli alti costi da sostenere),&nbsp; quell&rsquo;osservazione rischia di rimanere una mera aspirazione senza consentire l&rsquo;esercizio di quel diritto.

Questo vuol dire che il processo di inclusione passa essenzialmente (se non esclusivamente) dal lavoro professionalmente competente e appassionato che i docenti riescono a svolgere a scuola.

Nel caso dei bambini stranieri &egrave; ovvio che gran parte dell&rsquo;attenzione sar&agrave; rivolta all&rsquo;integrazione linguistica, ma occorre stare attenti a non vedere il bambino solo nella sua valenza/differenza linguistica, altrimenti la parte diventa il tutto. Con ci&ograve; si vuole sottolineare che vi sono tante altre dimensioni che vanno considerate nel rapporto educativo (espressive, motorie, artistiche, relazionali ecc.) che restituiscono un&rsquo;immagine pi&ugrave; completa e complessa del bambino e non lo confinano nella sola sfera della lingua parlata. Occorre anche stare attenti a non adottare logiche &ldquo;produttivistiche&rdquo; nell&rsquo;insegnamento della lingua italiana (quante parole ha acquisito il bambino, quanto comprende del discorso parlato, quante espressioni riesce a produrre ecc.), come sembra indicare l&rsquo;attuale Ministro dell&rsquo;Istruzione, dimenticando che lo stesso Ministero (prima che diventasse del &ldquo;Merito&rdquo;), negli Orientamenti interculturali 2022, sottolinea che &ldquo;nel sistema educativo integrato 0/6 anni, i bambini e le bambine hanno la possibilit&agrave; di familiarizzarsi con l&rsquo;italiano del gioco e delle relazioni tra coetanei e con gli adulti e di acquisire la seconda lingua, che diventa &ndash; giorno dopo giorno &ndash; una seconda lingua madre.&rdquo;

Su queste basi va impostato il processo di inclusione dei bambini stranieri che pu&ograve; e deve prevedere anche interventi mirati nell&rsquo;ambito del campo di esperienza &ldquo;I discorsi e le parole&rdquo; (e non solo). Cos&igrave;, ad esempio, per i bambini non alfabetizzati nella lingua italiana (ma il discorso pu&ograve; valere anche per gli italofoni) &egrave; sempre bene associare le parole agli oggetti o alle loro immagini, in modo che non rimangano meri suoni. Come pure &egrave; opportuno che l&rsquo;insegnante &ldquo;corregga&rdquo; i bambini indirettamente, rimandando ad eco le forme linguistiche corrette. Un gruppo docente attento e coeso pu&ograve; progettare adeguati &ldquo;percorsi didattici finalizzati all&rsquo;estensione del lessico, alla corretta pronuncia di suoni, parole e frasi, alla pratica delle diverse modalit&agrave; di interazione verbale&rdquo; (Indicazioni Nazionali 2012), inserendoli in un contesto motivante e accogliente.

Bambini stranieri nella scuola dell’infanzia: molti annunci, poche risorse