Scuola dell'infanzia di novembre: Lavorare in gruppo

Scuola dell'infanzia di dicembre: Educare a pensare

Scuola dell'infanzia di gennaio: Metodologie didattiche innovative

Saluto e mi presento

In classe: gli oggetti e le azioni a scuola

Parole per ritrovarsi

rappresentano i mezzi attraverso cui la natura garantisce ai cuccioli d&rsquo;uomo, in primis, di sopravvivere e, poi, di prosperare. Infatti, rappresentano i principali motori dell&rsquo;apprendimento umano che, attraverso il ponte della corporeit&agrave;, in particolare sensorialit&agrave; e movimento, gettano le fondamenta della costruzione del S&eacute; di ciascuno di noi, permettendoci di percorrere le strade della vita e di raccogliere il testimone delle generazioni precedenti.

La nostra esistenza &egrave; fortemente intrecciata e inscritta nella cultura di riferimento a cui apparteniamo e i tre istinti innati permettono ai nuovi membri della comunit&agrave; umana di imparare in modo piacevole e relativamente veloce, un corpus di conoscenze, abitudini, usi e costumi, difficilmente acquisibili altrimenti.

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LA CENTRALIT&Agrave; DEL GIOCO

SPUNTI OPERATIVI

In accordo con la ricerca neuro- scientifica, che sempre pi&ugrave; evidenzia il ruolo centrale della corporeit&agrave; nei processi di apprendimento e nello sviluppo cognitivo, in primis sarebbe importante apparecchiare occasioni per nutrire il cervello di bambini e bambine il quale ha &ldquo;bisogno di fare esperienze tattili e motorie perch&eacute; si sviluppino quelle aree sensorimotorie che costituiscono il punto di partenza per la manutenzione delle aree superiori, quelle del linguaggio e del pensiero complesso&rdquo; (Anna Oliverio). Nello specifico significa privilegiare l&rsquo;offerta di situazioni e oggetti che nutrano i sensi e il movimento in modo vario e diversificato.

Inoltre, possiamo impegnarci nei seguenti ulteriori passi:

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	<li>porsi in osservazione delle condotte ludiche spontanee di bambine e bambini per tracciarne e rintracciarne gli interessi, lavorando nell&rsquo;espandere le loro piste esplorative;</li>
	<li>offrire diverse &ldquo;materie intelligenti&rdquo; (Monica Guerra), a bassa strutturazione come i materiali di recupero, naturali, di scarto industriale che possano incontrare i diversi bisogni e curiosit&agrave; di bambini e bambine, nutrendone i sensi;</li>
	<li>aprirsi al dialogo con i bambini in merito ai loro progetti, procurare i materiali necessari ad ampliare i progetti stessi, raccogliere nuove ipotesi progettuali, sostenerne la realizzazione;</li>
	<li>documentare con cura i processi di apprendimento, mettendo in luce risorse, potenzialit&agrave;, acquisizioni;</li>
	<li>rivedere i contesti per adattarli sempre meglio ai bisogni di bambini e bambine, senza interferire nei processi ludici, restando a disposizione con la propria presenza partecipe, ma discreta.</li>
</ul>

L&rsquo;adulto accogliente, in ascolto, incoraggiante, regista, responsabile (Linee Pedagogiche Zerosei) dovrebbe avere quindi un pensiero alto e profondo per progettare e offrire contesti e materie intelligenti che arricchiscano interessi, curiosit&agrave;, vissuti di bambini e bambine, valorizzando il gioco autonomo, guidato da loro stessi, riconoscendogli un tempo dilatato, non strizzato in un&rsquo;infilata di attivit&agrave; strutturate e predefinite.

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&ldquo;Tutti gli uomini per natura tendono al sapere&rdquo; Aristotele

ESPLORAZIONE, GIOCO E SOCIALIT&Agrave;

Come ci insegna Peter Gray, nasciamo con tre &ldquo;istinti pedagogici&rdquo;, curiosit&agrave;, giocosit&agrave; e socievolezza, che ci motivano all&rsquo;auto-formazione, un impulso chiave, quest&rsquo;ultimo, per ciascuno di noi. Infatti, ogni essere umano manifesta l&rsquo;intrinseca tendenza ad autodeterminarsi e, pertanto, anche a essere l&rsquo;artefice della costruzione del proprio sapere, sebbene non in solitudine.

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I MOTORI DELL&rsquo;APPRENDIMENTO

Possiamo renderci consapevoli, una volta di pi&ugrave;, di come la dimensione ludica risulti centrale per la nostra esistenza e di come vada nutrita, curata, riflettuta dagli adulti che hanno il compito di accompagnare i bambini e le bambine lungo le strade del mondo.

&ldquo;Riconoscere la centralit&agrave; del gioco, nei contesti zerosei, significa predisporre spazi adeguati e concedere tempi dilatati a quest&rsquo;attivit&agrave;, arricchirla attraverso proposte di esperienze educative finalizzate a espanderne i contenuti e le trame (mediante letture, conversazioni, costruzione di materiali-allestimenti, visite ecc.), partecipare al gioco di bambine e bambini secondo una strategia delicata e interattiva, che consente non solo di arricchire i loro giochi, ma anche di ampliare le loro conoscenze&rdquo; (Orientamenti Nazionali per i servizi educativi per l&rsquo;infanzia).

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La curiosit&agrave; ci spinge a esplorare e comprendere la natura degli oggetti e dei fenomeni del mondo; la giocosit&agrave; ci pone nelle condizioni di esercitarci con tali elementi e a impiegarli in modo creativo; la socievolezza ci induce a condividere informazioni e idee con gli altri e a comporre reti di sapere co-costruito.

&ldquo;L&rsquo;apprendimento si fonda sulla naturale curiosit&agrave; dei bambini nei confronti dell&rsquo;ambiente circostante, da scoprire e da conoscere nelle sue tipicit&agrave; e variazioni, regolarit&agrave; e cambiamenti. Questo mondo comprende fenomeni fisici e naturali, oggetti materiali e loro propriet&agrave;, altre persone, nelle loro diverse individualit&agrave; e nelle loro relazioni reciproche, eventi sociali diversi e i significati e simboli che si producono&rdquo; (Linee Pedagogiche Zerosei).

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In che modo possiamo sostenere gli apprendimenti &ldquo;sfruttando&rdquo; i naturali istinti pedagogici che ci abitano?

Bambini e bambine alla scoperta del mondo

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