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La scuola deve configurarsi come
 
 luogo delle domande
 
 . Domande che provengono anche dagli alunni. Questo tipo di apprendimento risulta quindi adatto a una scuola che deve operare in una società in rapida trasformazione, dove è importante acquisire, oltre che a un buon bagaglio di conoscenze, anche la capacità di affrontare nuove situazioni e il desiderio di apprendere, imparare e studiare, recuperando la ricerca e l’amore per il sapere.
 


 È dunque una utile strategia per
 
 includere alunni con difficoltà
 
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 Analizzare un problema, di qualunque natura esso sia, e ipotizzare le possibili soluzioni, è importante perché
 
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 • abitua a mettere a fuoco

La scuola deve configurarsi come luogo delle domande. Domande che provengono anche dagli alunni. Questo tipo di apprendimento risulta quindi adatto a una scuola che deve operare in una società in rapida trasformazione, dove è importante acquisire, oltre che a un buon bagaglio di conoscenze, anche la capacità di affrontare nuove situazioni e il desiderio di apprendere, imparare e studiare, recuperando la ricerca e l’amore per il sapere. È dunque una utile strategia per includere alunni con difficoltà. Analizzare un problema, di qualunque natura esso sia, e ipotizzare le possibili soluzioni, è importante perché: • abitua a mettere a fuoco i problemi più importanti della comunità a cui si appartiene; • educa all’individuazione di problemi, alla ricerca, all’approfondimento; • motiva all’apprendimento; • fa convergere varie discipline nella soluzione di un problema; • consente di superare la parcellizzazione dei saperi, il nozionismo e il dogmatismo, in quanto presuppone un lavoro interdisciplinare; • sviluppa la capacità di costruire modelli; • abitua al lavoro di gruppo. In questa situazione l’insegnante si configura come un moderatore e come uno stimolatore della discussione e della metacognizione, supporta gli allievi in termini di sintesi e di risorse. L’allievo con difficoltà è chiamato a lavorare in gruppo e a discutere con gli altri esprimendo le proprie intuizioni, formulando ipotesi e progettando collaborativamente un lavoro. Le caratteristiche della situazione problema sono: • il suo carattere concreto; • la necessità di superare un ostacolo; • l’iniziale mancanza di mezzi per la risoluzione di questo e una certa resistenza che motivi l’alunno a investire le proprie conoscenze; • la percezione che la soluzione sia in una zona di sviluppo prossimale; • l’anticipazione dei risultati che sottende la presa in carico di responsabilità; • il funzionamento analogo a quello del dibattito scientifico; • infine, la possibilità di ritorno riflessivo sui processi procedurali e cognitivi attivati, attraverso un’attività metacognitiva. Per una didattica inclusiva Per far sì che una attività sia veramente inclusiva bisogna lavorare in un’ottica di didattica per competenze enfatizzando la capacità di far fronte al compito, riuscendo a mettere in moto le proprie risorse interne, cognitive, affettive e a utilizzare le risorse esterne disponibili in modo coerente (Pellerey). Bisogna puntare su: • un’organizzazione diversa delle lezioni in base ai bisogni concreti degli alunni; • la creazione di contesti formativi in cui lo studente è attivo nel processo di apprendimento per svolgere la prestazione richiesta; • la creazione di percorsi personalizzati per aiutare e/o valorizzare gli studenti; • lo sviluppo di strategie cognitive differenti. Attraverso questa strategia è possibile aumentare le proprie abilità di relazione con gli altri, sviluppare lo spirito creativo, data l’assenza di un’unica risposta corretta prestabilita, nonché mantenere elevato il livello di motivazione, in quanto la forma d’apprendimento adottata risulta più significativa e coinvolgente. 

La scuola deve configurarsi come luogo delle domande. Domande che provengono anche dagli alunni. Questo tipo di apprendimento risulta quindi adatto a una scuola che deve operare in una società in rapida trasformazione, dove è importante acquisire, oltre che a un buon bagaglio di conoscenze, anche la capacità di affrontare nuove situazioni e il desiderio di apprendere, imparare e studiare, recuperando la ricerca e l’amore per il sapere. È dunque una utile strategia per includere alunni con difficoltà.&nbsp;Analizzare un problema, di qualunque natura esso sia, e ipotizzare le possibili soluzioni, è importante perché: • abitua a mettere a fuoco i problemi più importanti della comunità a cui si appartiene; • educa all’individuazione di problemi, alla ricerca, all’approfondimento; • motiva all’apprendimento; • fa convergere varie discipline nella soluzione di un problema; • consente di superare la parcellizzazione dei saperi, il nozionismo e il dogmatismo, in quanto presuppone un lavoro interdisciplinare; • sviluppa la capacità di costruire modelli; • abitua al lavoro di gruppo. In questa situazione l’insegnante si configura come un moderatore e come uno stimolatore della discussione e della metacognizione, supporta gli allievi in termini di sintesi e di risorse. L’allievo con difficoltà è chiamato a lavorare in gruppo e a discutere con gli altri esprimendo le proprie intuizioni, formulando ipotesi e progettando collaborativamente un lavoro.&nbsp; Le caratteristiche della situazione problema sono: • il suo carattere concreto; • la necessità di superare un ostacolo; • l’iniziale mancanza di mezzi per la risoluzione di questo e una certa resistenza che motivi l’alunno a investire le proprie conoscenze; • la percezione che la soluzione sia in una zona di sviluppo prossimale; • l’anticipazione dei risultati che sottende la presa in carico di responsabilità; • il funzionamento analogo a quello del dibattito scientifico; • infine, la possibilità di ritorno riflessivo sui processi procedurali e cognitivi attivati, attraverso un’attività metacognitiva.&nbsp; Per una didattica inclusiva&nbsp;Per far sì che una attività sia veramente inclusiva bisogna lavorare in un’ottica di didattica per competenze enfatizzando la capacità di far fronte al compito, riuscendo a mettere in moto le proprie risorse interne, cognitive, affettive e a utilizzare le risorse esterne disponibili in modo coerente (Pellerey). Bisogna puntare su: • un’organizzazione diversa delle lezioni in base ai bisogni concreti degli alunni; • la creazione di contesti formativi in cui lo studente è attivo nel processo di apprendimento per svolgere la prestazione richiesta; • la creazione di percorsi personalizzati per aiutare e/o valorizzare gli studenti; • lo sviluppo di strategie cognitive differenti. Attraverso questa strategia è possibile aumentare le proprie abilità di relazione con gli altri, sviluppare lo spirito creativo, data l’assenza di un’unica risposta corretta prestabilita, nonché mantenere elevato il livello di motivazione, in quanto la forma d’apprendimento adottata risulta più significativa e coinvolgente.&nbsp;

Apprendere con le domande

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