Virtù dell’errore

Le tecnologie peggiorano l’apprendimento? Che cosa dice veramente il rapporto OCSE

Bambini e sessualità, un avvicinamento troppo precoce?

Impariamo a rilassarci

Tutti insieme nel gruppo classe

Alleniamo la concentrazione

<ul><li>Anderson J.R. (1979), «Arguments concerning representations for mental imagery», Psychological Review, 85, 249-277.</li><li>Cornoldi C., Carretti B. (2016), Prove MT-3- Clinica, Giunti EDU, Firenze.</li><li>Cornoldi C., De Beni R., Gruppo MT (2013), Imparare a studiare 2. Strategie, stili cognitivi, metacognizione e atteggiamento nello studio, Erickson, Trento.</li><li>Cornoldi C., De Beni R., Zamperlin C., Meneghetti C. (2005), AMOS 8-15. Strumenti di valutazione di abilità e motivazione allo studio per studenti dagli 8 ai 15 anni, Erickson, Trento.</li><li>Cornoldi C., Meneghetti C., Moè A., Zamperlin C. (2018), Processi cognitivi, motivazione e apprendimento, il Mulino, Bologna.</li><li>Zamperlin C., Benvenuti C., Molin A., Vocetti C., De Beni R. (2012), Super Abilità più, Giunti Scuola, Firenze.</li><li>Zamperlin C., Vocetti C., De Beni R. (2019), Mi preparo per la Scuola Secondaria di I grado. Giunti EDU, Firenze.</li></ul>

Il passaggio alla scuola secondaria

La metafora del viaggio

Lo studio è un processo complesso che si articola in diverse fasi, quali quella dell’organizzazione iniziale, della comprensione ed elaborazione approfondita dei contenuti dei testi o delle lezioni, della memorizzazione e del ripasso. Ciascuna tappa è caratterizzata da abilità e strategie specifiche.<ol><li>Durante l’organizzazione lo studente prende visione di ciò che deve studiare e del materiale che ha a disposizione (libri, appunti, slide) e stabilisce il tempo da dedicare allo studio, considerando anche gli impegni extrascolastici del pomeriggio e dell’intera settimana. Nel fare questo, è fondamentale che tenga presente le caratteristiche del compito da affrontare, la preparazione e i risultati che vuole ottenere </li><li>La comprensione del testo e di ciò che deve essere appreso è la seconda tappa del processo di studio. È l’elaborazione attiva e personale del materiale che consente di capirlo in modo approfondito, con delle ricadute positive anche sulla memoria (Cornoldi, De Beni, Gruppo MT, 2013). </li><li>Durante la fase della memorizzazione, le informazioni, che sono state precedentemente comprese ed elaborate, vengono ulteriormente analizzate e depositate nella memoria a lungo termine, così da essere recuperate successivamente per sostenere un’interrogazione o una verifica scritta. Molto spesso capita, invece, che gli studenti leggano il testo, anche svariate volte, con la finalità di memorizzare le informazioni esclusivamente attraverso la ripetizione (Cornoldi et al., 2018). </li><li>Il ripasso rappresenta la fase finale dello studio. Permette di consolidare maggiormente le nozioni studiate e di verificare la propria preparazione attraverso l’autovalutazione. </li></ol>

Prima di descrivere il percorso che è stato realizzato nell’ambito dell’accoglienza e delle competenze di studio, è importante trovare una risposta chiara e condivisa ad alcuni interrogativi: che cos’è lo studio? Quali sono le sue caratteristiche? E le componenti a esso sottese? Spesso genitori, bambini e ragazzi associano lo studio allo svolgimento dei compiti per casa. In realtà questi ultimi servono allo studente per imparare e migliorare, ma non ne costituiscono l’attività in senso stretto. Lo studio è invece, una particolare forma di apprendimento, in cui è richiesto di leggere attentamente un testo, con lo scopo di comprendere e memorizzare le informazioni che servono per affrontare poi una prova (Anderson, 1979). Esso è caratterizzato da intenzionalità e autoregolazione. Queste implicano rispettivamente attenzione, concentrazione, la definizione di obiettivi specifici e raggiungibili e la capacità di gestire e controllare il proprio studio, utilizzando in modo flessibile strategie efficaci (Cornoldi et al., 2018). Le strategie ricoprono, infatti, un ruolo molto importante. Sono delle procedure potenzialmente consapevoli e controllabili, che lo studente utilizza per leggere, capire, memorizzare, ricordare in momenti successivi le informazioni apprese e monitorare l’attenzione.

Nello specifico, gli obiettivi generali dell’intervento sono stati due:<ol><li>sviluppo delle abilità strategiche di studio autonomo;</li><li>supporto alla consapevolezza di poter modificare e migliorare le proprie abilità.</li></ol>Gli obiettivi specifici dello studio autonomo hanno riguardato:a. promozione della capacità organizzativa durante lo studio;b. l’acquisizione di strategie efficaci inerenti le diverse tappe precedentemente spiegate;c. lo sviluppo della consapevolezza delle proprie modalità di studio;d. la promozione di un approccio che risultasse flessibile in relazione ai diversi compiti e richieste.L’attuazione del percorso è avvenuta in collaborazione con il dirigente scolastico e le insegnanti delle scuole primarie di un istituto comprensivo, al fine di individuare alcuni studenti che avevano manifestato difficoltà nell’approccio allo studio durante il loro iter scolastico. Il gruppo finale è stato formato da cinque bambini di undici anni, tre femmine e due maschi. Per quanto concerne le loro iniziali modalità di studio, alcuni associavano, per esempio, lo studio del testo alla semplice lettura dello stesso, altri prediligevano un approccio mnemonico o erano poco autonomi nella gestione degli impegni scolastici ed extrascolastici. L’intervento è stato realizzato in un periodo estivo e in modo intensivo, strutturato in dieci incontri, due di valutazione (iniziale e finale) e otto laboratoriali. Sono stati, inoltre, condotti degli incontri con i genitori per condividere con loro l’attività proposta e gli obiettivi e per rassicurarli rispetto all’ingresso nella nuova scuola. Le abilità e le modalità di studio dei bambini sono state valutate&nbsp;prima di iniziare il percorso e alla sua conclusione, attraverso le prove di studio e il Questionario sull’Approccio allo Studio (QAS) della batteria AMOS 8-15 (Cornoldi et al., 2005), congiuntamente al loro livello di comprensione del testo (Prove MT-3-Clinica; Cornoldi, Carretti, 2016). Per gli incontri di tipo laboratoriale, invece, si è fatto riferimento in particolare al testo Mi preparo per la Scuola Secondaria di I grado di Zamperlin et al., 2019.

Saper gestire in modo autonomo l’attività di studio personale è una delle richieste della scuola secondaria di primo grado; questa competenza si perfeziona nel tempo.

Questi dubbi pesano maggiormente nei bambini che hanno avuto nella scuola primaria un percorso problematico, che hanno seguito percorsi personalizzati e devono ora passare al successivo ordine di scuola. Tra la posizione di chi ridimensiona o sostiene che la scuola secondaria di primo grado non sia&nbsp;poi così diversa dalla precedente e quella di chi invece ne enfatizza la diversità anche in modo fuorviante, disconoscendo il valore della formazione precedente («Adesso è tutta un’altra cosa, ora si inizia a far scuola sul serio, adesso devi studiare…»), pensiamo sia opportuno optare per una posizione intermedia, per richiamarci a principi educativi ampiamente condivisi quali quelli di “zona di sviluppo prossimale” di Vygotskij e di “sfida ottimale” di Harter. Si tratta quindi di riconoscere e accogliere i vissuti di preoccupazione dei bambini e dei loro genitori e condividere con loro la valenza positiva che genera il cambiamento, poiché offre la possibilità di affrontare “compiti” un po’ più complessi dei precedenti con cui cimentarsi. La nuova scuola, infatti, ha peculiarità che la differenziano dalla precedente, che non vanno negate, e che consentiranno ai bambini di crescere come persone affrontando le diverse esperienze formative che saranno loro proposte. I bambini e i loro genitori dovrebbero essere aiutati a capire le opportunità educative della nuova scuola ed essere incoraggiati ad affrontarle con fiducia. Una delle richieste che la scuola secondaria di primo grado fa allo studente è sicuramente quella di saper gestire in modo autonomo l’attività di studio personale. Questa competenza si perfeziona e si consolida nel tempo. Sicuramente nella scuola primaria i bambini hanno condotto attività di studio guidato, tuttavia nella nuova fase di scolarizzazione si verifica un salto di qualità che permette loro di migliorarsi e di diventare più autonomi. Tra le attività di accoglienza che la scuola secondaria propone, quella relativa al metodo di studio occupa un posto rilevante. L’esperienza che sarà descritta in questo lavoro si inserisce in questa prospettiva.

Sono state svolte diverse attività, individuali e di gruppo, per favorire la conoscenza e l’utilizzo delle strategie delle varie tappe del processo. Nello specifico, gli incontri sono stati dedicati all’organizzazione e al controllo del tempo e degli spazi in cui studiare. Sono state analizzate le strategie di pre-lettura, lettura e sottolineatura del testo e quelle di elaborazione approfondita e memorizzazione dei contenuti da imparare (per esempio le parole chiave e la schematizzazione). Si è affrontato, inoltre, il piano per il ripasso, con un’enfasi sull’importanza di utilizzare le modalità di studio in modo flessibile, a seconda delle discipline e della prova con un approccio metacognitivo che valorizza la consapevolezza del sé.

L’acquisizione di un approccio personale e flessibile allo studio è una ricchezza, un patrimonio indissolubile della persona.

Conclusioni e indicazioni di lavoro

Lo studio è un processo complesso che si articola in diverse tappe, ognuna caratterizzata da abilità e strategie specifiche.

Come stimolare concretamente le competenze di studio nei bambini che si apprestano a iniziare la scuola secondaria di primo grado? Come renderli più consapevoli delle loro potenzialità e autoefficaci? In ragione di ciò che abbiamo detto sinora, è stato realizzato un percorso con lo scopo di promuovere un adeguato ed efficace approccio allo studio proprio negli studenti che attuano il passaggio a questo nuovo grado di istruzione.

Lo sviluppo di abilità strategiche di studio autonomo

In base all’esperienza condotta in un piccolo gruppo e ai risultati emersi, risulta utile e importante sviluppare abilità strategiche di studio autonomo in bambini che si&nbsp;apprestano ad affrontare il delicato passaggio alla scuola secondaria di primo grado. Nel perseguire tale finalità e nel riproporre un intervento simile vanno però tenuti in considerazione alcuni aspetti positivi e altri di criticità del progetto sopra descritto. Per prima cosa, il fatto che i bambini stessero per intraprendere un percorso scolastico nuovo per tutti può aver permesso loro di sentirsi maggiormente “sullo stesso piano” e accomunati dal medesimo obiettivo. Questo può aver contribuito a creare un gruppo collaborativo e coeso. Il percorso, inoltre, ha rappresentato per i partecipanti un’opportunità di condivisione delle loro emozioni, relative all’inizio di una nuova esperienza. È importante inoltre sottolineare che, se l’intervento fosse stato effettuato durante l’anno scolastico, per esempio all’inizio della prima secondaria di primo grado, con incontri a cadenza settimanale, i bambini avrebbero avuto la possibilità di sperimentarsi con gli strumenti proposti direttamente sui loro nuovi libri di testo. Questo avrebbe permesso loro di generalizzare e consolidare maggiormente il lavoro svolto, rendendolo ancora più concreto, e di individuare eventuali difficoltà connesse con l’utilizzo delle strategie affrontate insieme. Pensiamo quindi che il percorso possa essere proposto sia a un piccolo gruppo sia a una classe intera all’inizio della secondaria di primo grado, al fine di facilitare l’ingresso nel nuovo contesto. Nella scheda di Strumenti e Percorsi viene presentata una proposta operativa che è stata utilizzata durante l’intervento (si veda la Scheda Studio e Imparo). Si tratta della riflessione metacognitiva relativa allo studio. Attività simili possono essere trovate nel testo Mi preparo per la Scuola Secondaria di I grado (Zamperlin et al., 2019).

I momenti di transizione scolastica costituiscono per gli allievi una fase delicata, di cui scuola e famiglia devono tener conto. Sebbene l’introduzione degli istituti comprensivi, che includono nello stesso plesso i vari ordini di scuola dall’infanzia alla secondaria, coordinati da un unico dirigente, abbia facilitato e reso più naturale il passaggio da un ordine di scuola all’altro, gli studenti e più ancora i loro genitori vivono spesso questo momento con preoccupazione e incertezza, più che mai in questa delicata fase di rientro a scuola dopo mesi di didattica a distanza (DaD). Un aspetto che suscita particolare apprensione per entra

I momenti di transizione scolastica costituiscono per gli allievi una fase delicata, di cui scuola e famiglia devono tener conto. Sebbene l’introduzione degli istituti comprensivi, che includono nello stesso plesso i vari ordini di scuola dall’infanzia alla secondaria, coordinati da un unico dirigente, abbia facilitato e reso più naturale il passaggio da un ordine di scuola all’altro, gli studenti e più ancora i loro genitori vivono spesso questo momento con preoccupazione e incertezza, più che mai in questa delicata fase di rientro a scuola dopo mesi di didattica a distanza (DaD). Un aspetto che suscita particolare apprensione per entrambi è la preparazione acquisita fino ad allora: sarà sufficiente per affrontare la nuova scuola? È quella giusta? Come verrà considerata dagli insegnanti? Con la DaD si sono generati dei vuoti incolmabili? Pensieri di questo tipo possono minare l’autostima e la fiducia di poter affrontare positivamente il nuovo percorso scolastico e avere ricadute negative sull’orientamento motivazionale ed emotivo associato alla scuola, all’apprendimento e allo studio.

Dal confronto con i parametri normativi di riferimento, la comprensione del testo è risultata adeguata per i diversi partecipanti, in particolare nelle prove somministrate all’inizio del percorso, ma non necessariamente associata a punteggi in norma nella prova di studio e nel questionario sull’approccio allo studio. Questo dato mette in evidenza come la comprensione del testo sia una fase indispensabile, ma non sufficiente, per apprendere e&nbsp;ricordare le informazioni e di come quindi sia importante lavorare su tutto il processo di studio. I risultati raccolti hanno evidenziato cambiamenti, a livello quantitativo, in relazione alle abilità e alle modalità di approccio allo studio in quattro bambini su cinque, relativamente ad aspetti differenti del processo. Per quanto concerne le abilità di studio, il punteggio totale alla prova di studio ha subito un miglioramento significativo per due partecipanti, passando da un livello insufficiente a un livello medio per un bambino e da un livello medio a uno buono per un altro. È stato possibile rilevare in tutti i partecipanti cambiamenti a livello qualitativo nel modo di affrontare e gestire la prova finale. Alcuni bambini si sono avvalsi, per esempio, di strategie di pre-lettura e di lettura rapida, prima, e di lettura lenta e analitica, successivamente. La sottolineatura è risultata maggiormente focalizzata sui punti salienti del testo e sono state utilizzate strategie elaborative come la schematizzazione e le parole chiave scritte ai margini del testo. Per quanto riguarda, invece, il Questionario sull’Approccio allo Studio (QAS), complessivamente si è assistito a un incremento di tutti gli indici indagati, in particolare dell’organizzazione e della flessibilità di studio, ed è diminuita l’ansia (Figura 2). Questi indici sono relativi rispettivamente al saper pianificare i tempi e le modalità di studio e alla capacità di modulare le strategie al tipo di compito e di attuare uno studio consapevole, che ha ricadute positive su motivazione ed emozioni funzionali. Sapere come fare diminuisce infatti l’ansia e favorisce un approccio motivato al compito.

Abilità cognitive, metacognitive, motivazionali, emotive coinvolte nello studio efficace

Le fasi dello studio

I momenti di transizione scolastica costituiscono per gli allievi una fase delicata, di cui scuola e famiglia devono tener conto. Sebbene l’introduzione degli istituti comprensivi, che includono nello stesso plesso i vari ordini di scuola dall’infanzia alla secondaria, coordinati da un unico dirigente, abbia facilitato e reso più naturale il passaggio da un ordine di scuola all’altro, gli studenti e più ancora i loro genitori vivono spesso questo momento con preoccupazione e incertezza, più che mai in questa delicata fase di rientro a scuola dopo mesi di didattica a distanza (DaD). Un aspetto che suscita particolare apprensione per entrambi è la preparazione acquisita fino ad allora: sarà sufficiente per affrontare la nuova scuola? È quella giusta? Come verrà considerata dagli insegnanti? Con la DaD si sono generati dei vuoti incolmabili? Pensieri di questo tipo possono minare l’autostima e la fiducia di poter affrontare positivamente il nuovo percorso scolastico e avere ricadute negative sull’orientamento motivazionale ed emotivo associato alla scuola, all’apprendimento e allo studio.

Uno studio efficace è, quindi, intenzionale, strategico, autonomo e personale. In esso sono coinvolte diverse abilità (Cornoldi et al., 2018):<ul><li>le abilità cognitive (attenzione, pensiero, comprensione, memoria, scrittura);</li><li>le abilità metacognitive (consapevolezza di come si studia, delle strategie da usare, di monitoraggio e di autoregolazione);</li><li>le abilità motivazionali (interesse per lo studio, percezione di competenza) ed emotive (vissuti positivi collegati allo studio, capacità di gestire le emozioni, l’ansia e le difficoltà che si possono incontrare durante l’attività di studio).</li></ul>Come affermato sopra, è proprio nel passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria di primo grado che deve essere posta particolare attenzione alla competenza di studio, affinché essa si sviluppi e si consolidi efficacemente durante l’iter scolastico successivo. È importante riflettere sul fatto che durante questa fase di transizione gli studenti devono affrontare diversi cambiamenti, che rendono questo un momento molto delicato nel percorso scolastico dei ragazzi. Aumenta, per esempio, il carico di lavoro in termini di studio e i testi diventano più complessi sul piano lessicale, a livello sia linguistico sia contenutistico. La presenza di un approccio efficace, strategico e autonomo risulta, quindi, fondamentale. I bambini sono inoltre chiamati a “salutare” persone, ambienti, modalità e dinamiche conosciute, che rappresentavano una costante della loro vita scolastica. In ragione di tutto questo, i ragazzi possono provare una vasta gamma di emozioni e stati d’animo e nutrire diverse aspettative nei confronti della “nuova scuola” e di se stessi.

Gli obiettivi dell'intervento

Durante il percorso è stata utilizzata la metafora del viaggio di scoperta, stimolando nei bambini l’identificazione con degli esploratori alla ricerca del tesoro, rappresentato dall’apprendimento attraverso lo studio. L’acquisizione, infatti, di un approccio strategico, personale e flessibile è una “ricchezza” che appartiene poi indissolubilmente alla persona. Nello specifico, i bambini sono stati accompagnati in una sorta di caccia al tesoro, le cui tappe erano rappresentate dalle diverse fasi dello studio (Figura 1).

Lo studio autonomo e strategico

Accoglienza e competenze di studio

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