Costruiamo il viaggio 0-6

Insegnanti che si raccontano

Documentare per dialogare e costruire

La Gioia di ricominciare

Ciao, finalmente!

Eccoci, ci ritroviamo!

In questo quadro, rimangono centrali le Indicazioni Nazionali che recitano testualmente &ldquo;l&rsquo;attivit&agrave; di valutazione nella scuola dell&rsquo;infanzia risponde a una funzione di carattere formativo, che riconosce, accompagna, descrive e documenta i processi di crescita, evita di classificare e giudicare le prestazioni dei bambini, perch&eacute; &egrave; orientata a esplorare e incoraggiare lo sviluppo di tutte le loro potenzialit&agrave;&rdquo;.

Se la valutazione ha un carattere formativo non &egrave; corretto allora adottare procedure di valutazione standardizzate che fissano in un fotogramma quello che &egrave; un processo di crescita evolutivo per eccellenza, rischiando di falsarne la ricchezza.

Si potrebbe pensare invece di utilizzare i vari materiali, in genere schedari che si trovano in circolazione, spesso anche rielaborati dalle varie scuole, come un utile strumento e non per essere crocettati per ogni bambino. Potrebbero infatti essere utilizzati come guida per l&rsquo;osservazione perch&eacute; aiutano a far uscire dallo sfondo un gesto, un comportamento, una reazione emotivo-affettiva che acquistano cos&igrave; un significato che prima non avevano. Aiutano a evitare una osservazione superficiale o distratta, troppo tesa alla compilazione di un documento finalizzato a un adempimento burocratico, invece che ad approfondire la conoscenza di ogni bambino o bambina.

La valutazione fa parte integrante della progettazione, indica la direzione (dove voglio andare), suggerisce il modo di accompagnare verso le mete desiderate

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STRUMENTI DA UTILIZZARE

&hellip; A UNA VALUTAZIONE NARRATIVA

Che la valutazione sia un atteggiamento ineludibile del percorso educativo non deve esserci nessun dubbio, ma prima ancora di essere una funzione essa &egrave; un processo cognitivo.

Dobbiamo intenderci sul concetto di valutazione intesa all&rsquo;inizio come aggiustamento in itinere dei gesti di accudimento, cura, interazione e relazione che poggia sull&rsquo;osservazione del linguaggio del corpo.

Qui appare evidente l&rsquo;opportunit&agrave; di avere una formazione corporea personale in grado di avvertire anche le modulazioni toniche del corpo del bambino, le sue modificazioni, dalla maggiore tensione fino al rilassamento pi&ugrave; appagante. &Egrave; in questo modo che lui segnala i suoi bisogni, contando sulla competenza dell&rsquo;adulto che li sappia cogliere. Solo un ascolto attento e attivo &egrave; in grado di decodificare i segnali preverbali di richiesta e pu&ograve; quindi costruire una risposta adeguata. Poi, a mano a mano che il bambino evolve, anche l&rsquo;interazione diventa pi&ugrave; esplicita.

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I risultati delle osservazioni autentiche andrebbero raccolti su un diario di bordo o un brogliaccio dove ritrovare e richiamare alla memoria in successione i progressi, le peculiarit&agrave; e le sorprese che ci riservano ogni giorno bambine e bambini che meravigliosamente stanno sbocciando davanti a noi.

L&rsquo;elaborazione degli strumenti valutativi dovrebbe limitarsi allora a &ldquo;documenti di passaggio&rdquo; verso la scuola primaria con cui dar conto, in forma tassativamente narrativa, del modo di funzionare di ogni bambino che abbiamo potuto osservare per tre anni. Saranno utilizzati indicatori molto ampi dello sviluppo di competenze, ma soprattutto saranno utilissime le informazioni su come reagisce alle frustrazioni, se preferisce lavorare da solo, in coppia o in gruppo, che cosa si aspetta dall&rsquo;adulto come incoraggiamento, quali sono le sue passioni e cosa lo diverte di pi&ugrave;, ma anche cosa teme e cosa lo inibisce.

In altre parole, dovremmo raccontare la vita educativa dei bambini facendo in modo che quel bagaglio prezioso che abbiamo accumulato durante il percorso della scuola dell&rsquo;infanzia non vada perso, evitando che, quando approdano alla scuola primaria, siano degli illustri sconosciuti. O peggio solo dei numeri da collocare nelle classi per renderle omogenee nella loro disomogeneit&agrave;&hellip; e questo non dovrebbe succedere mai.

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&Egrave; fondamentale realizzare un&rsquo;osservazione partecipe: la modalit&agrave; privilegiata per una valutazione che possa orientare l&rsquo;intervento professionale dell&rsquo;adulto nella direzione dell&rsquo;aiuto a crescere.

L&rsquo;osservazione abita lo sguardo, ma anche la mente di chi assume il compito di formare, sia egli un genitore, per cui biologicamente e istituzionalmente deputato a farlo, sia un educatore o un docente di professione. Riguarda le aspettative e le azioni che si mettono in atto per raggiungere determinati risultati, quanto manca al loro raggiungimento, come ci si pu&ograve; avvicinare meglio, quali sono i punti di criticit&agrave; o quelli di forza.

Nella scuola assume una funzione pi&ugrave; intenzionale e sistematica, impegna sempre il processo di miglioramento.

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DA UN&rsquo;OSSERVAZIONE PARTECIPE&hellip;

Raccontare bambine e bambini

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