Un Natale pieno di libri

Leggere e scrivere, finestre sul pensiero

Una Storia viva

L’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Coronavirus e i provvedimenti adottati di sospensione delle attività didattiche in presenza, che fossero a distanza (DAD) o integrate (DDI), hanno imposto alle istituzioni scolastiche e ai docenti una rapida attivazione di modalità alternative di fare scuola. L’ammirevole zelo dei tanti insegnanti in questo grande processo di cambiamento sta producendo risultati concreti e diffusi. La prima necessità è ovviamente stata quella di attivare canali comunicativi efficaci con studenti e famiglie, attraverso registro elettronico e/o piattaforme. DAD o DDI, carico cognitivo e attualitàSicuramente molti insegnanti si saranno cimentati tra non poche perplessità in pratiche ancora non del tutto consuete: l’urgenza spinge infatti a utilizzare ciò che è maggiormente disponibile nell’immediato, ricorrendo anche a strumenti parzialmente noti. È la metodologia didattica opportunamente adottata a fare la vera differenza per l’apprendimento, e che “ogni tecnologia è potenzialmente in grado di generare rilevanti riflessioni educative o di trasformarsi in un mind tool, se si è in grado di coglierne le potenzialità” (Bonaiuti, Calvani, Menichetti,Vivanet 2017).Non dimentichiamo poi che il problema dell’attenzione è particolarmente evidente nella generazione dei nostri alunni. Per questo è opportuno eliminare gli elementi ridondanti o potenzialmente distrattivi, come sfondi complessi e musiche nei video. Andrebbe invece favorita al massimo la focalizzazione dell’attenzione su ciò che è essenziale: per esempio se si utilizza un canale uditivo, si può modulare appropriatamente il tono della voce, oppure si possono utilizzare, per il campo visivo, forme di evidenziazione delle parole chiave e di contrasto di colori, per enfatizzare le relazioni tra le informazioni (Bonaiuti, Calvani, Menichetti, Vivanet 2017). L’introduzione di elementi ritenuti accattivanti e generatori di attenzione, in realtà, ha l’effetto di aumentare il sovraccarico cognitivo. Come progettare una video lezione efficace?Per utilizzare al meglio gli strumenti a disposizione è decisivo ripensare al contenuto offerto nella didattica in presenza. Rimangono le stesse domande di partenza (che cosa vogliamo far capire? A chi? Con quale scopo?, Bonaiuti 2011), cambia la modalità di trasmissione. Il primo importante e imprescindibile elemento costitutivo riguarda la preparazione della lezione con la creazione di un “palinsesto-scaletta” nel quale decidere gli strumenti da utilizzare.Pensando a un’ora di lezione, sarà importante che il docente organizzi il suo insegnamento strutturando in blocchi di diversa durata temporale a seconda dei contenuti da trasmettere e conseguentemente degli strumenti da utilizzare. Per progettare una videolezione si deve agire su diverse dimensioni: tipologie, strutture narrative, formati, fonti. Le scelte da effettuare sono molteplici ed è bene tenere sempre in considerazione i risultati di apprendimento attesi con un occhio di riguardo per la semplicità e il giusto peso di carico cognitivo.Riguardo a questo ultimo aspetto è bene aggiungere che il tempo dell’e-learning si differenzia da quello in aula per almeno quattro motivi: salute (l’impegno immobile davanti allo schermo richiede un distacco ogni venti minuti per almeno venti secondi), attenzione (se in aula la soglia è 45 minuti nelle lezioni, online si riduce drasticamente e solo una ferrea volontà induce lo studente a rimanere concentrato), modalità comunicativa mista (oralità e scrittura), efficacia (Bruschi, Peressinotto, 2020). Il format per un'ora di lezioneTenendo conto di questi aspetti, il “format” per un’ora di lezione, con l’alternanza di strumenti, contenuti e interazioni, può essere ripetuto per l’intero ciclo di lezioni e ha come intento principale:<ul><li style="text-align: justify;">trasmettere efficacemente e con semplicità i contenuti (strumenti dedicati per contenuti precisi);</li><li style="text-align: justify;">mantenere un’attenzione viva negli alunni;</li><li style="text-align: justify;">coinvolgere attivamente gli alunni;</li><li style="text-align: justify;">consentire la memorizzazione dei concetti;</li><li style="text-align: justify;">eliminare la distanza che inevitabilmente si crea con il filtro del doppio schermo.</li></ul>Alcuni autori (Bruschi, Peressinotto, 2020) propongono una suddivisione temporale in un modello 20-20-20 in cui i tre blocchi sono così composti:<ol><li style="text-align: justify;">20 minuti didattica trasmissiva – video in diretta (saluto, presentazione, esposizione, consegne);</li><li style="text-align: justify;">20 minuti di approfondimento individuale – collegamento (lettura autonoma, visione, ricerca, esercizi);</li><li style="text-align: justify;">20 minuti di revisione e rielaborazione-&nbsp;video in diretta (condivisione, dibatto, sondaggi, esercizi, conclusioni -&nbsp;cliffangher).</li></ol><img filer_id="229221" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1611829019/229221/" src="/d/filer/sharing/1611829019/229221/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="" height="">

• Baddeley A. (1992). La memoria umana. Teoria e pratica. Bologna: Editore Il Mulino. • Calvani A. (2007). ICT e scuola. Processi cognitivi ed ecologia dell’apprendere, in: Calvani A., (a cura di), Tecnologia, scuola, processi cognitivi. Per una ecologia dell’apprendere. Milano: Franco Angeli. • Agosti A., (2013). Pratiche didattiche sullo schermo. Per un pensare riflessivo sull’insegnamento. Milano: Franco Angeli. • Bonaiuti G., Calvani A., Fini A., Landriscina F., (2011). Principi di comunicazione visiva e multimediale. Fare didattica con le immagini. Carocci: Roma. • Bruschi B., Peressinotto A., (2020). Didattica a distanza. Com’è, come potrebbe essere. Laterza: Roma.

L’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Coronavirus e i provvedimenti adottati di sospensione delle attività didattiche in presenza, che fossero a distanza (DAD) o integrate (DDI), hanno imposto alle istituzioni scolastiche e ai docenti una rapida attivazione di modalità alternative di fare scuola.
 


 L’ammirevole zelo dei tanti insegnanti in questo
 
 grande processo di cambiamento
 
 sta producendo risultati concreti e diffusi. La prima necessità è ovviamente stata quella di attivare canali comunicativi efficaci con studenti e famiglie, attraverso registro elettronico e/o piattaforme.


 


 DAD o DDI, carico cognitivo e attualità


 Sicuramente

L’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Coronavirus e i provvedimenti adottati di sospensione delle attività didattiche in presenza, che fossero a distanza (DAD) o integrate (DDI), hanno imposto alle istituzioni scolastiche e ai docenti una rapida attivazione di modalità alternative di fare scuola.L’ammirevole zelo dei tanti insegnanti in questo grande processo di cambiamento sta producendo risultati concreti e diffusi. La prima necessità è ovviamente stata quella di attivare canali comunicativi efficaci con studenti e famiglie, attraverso registro elettronico e/o piattaforme.DAD o DDI, carico cognitivo e attualitàSicuramente molti insegnanti si saranno cimentati tra non poche perplessità in pratiche ancora non del tutto consuete:l’urgenza spinge infatti a utilizzare ciò che è maggiormente disponibile nell’immediato, ricorrendo anche a strumenti parzialmente noti. È la metodologia didattica opportunamente adottata a fare la vera differenza per l’apprendimento, e che “ogni tecnologia è potenzialmente in grado di generare rilevanti riflessioni educative o di trasformarsi in un mind tool, se si è in grado di coglierne le potenzialità” (Bonaiuti, Calvani, Menichetti,Vivanet 2017).Non dimentichiamo poi che il problema dell’attenzione è particolarmente evidente nella generazione dei nostri alunni. Per questo è opportuno eliminare gli elementi ridondanti o potenzialmente distrattivi, come sfondi complessi e musiche nei video. Andrebbe invece favorita al massimo la focalizzazione dell’attenzione su ciò che è essenziale: per esempio se si utilizza un canale uditivo, si può modulare appropriatamente il tono della voce, oppure si possono utilizzare, per il campo visivo, forme di evidenziazione delle parole chiave e di contrasto di colori, per enfatizzare le relazioni tra le informazioni (Bonaiuti, Calvani, Menichetti, Vivanet 2017). L’introduzione di elementi ritenuti accattivanti e generatori di attenzione, in realtà, ha l’effetto di aumentare il sovraccarico cognitivo.Come progettare una video lezione efficace?Per utilizzare al meglio gli strumenti a disposizione è decisivo ripensare al contenuto offerto nella didattica in presenza. Rimangono le stesse domande di partenza (che cosa vogliamo far capire? A chi? Con quale scopo?, Bonaiuti 2011), cambia la modalità di trasmissione. Il primo importante e imprescindibile elemento costitutivo riguarda la preparazione della lezione con la creazione di un “palinsesto-scaletta” nel quale decidere gli strumenti da utilizzare.Pensando a un’ora di lezione, sarà importante che il docente organizzi il suo insegnamento strutturando in blocchi di diversa durata temporale a seconda dei contenuti da trasmettere e conseguentemente degli strumenti da utilizzare. Per progettare una videolezione si deve agire su diverse dimensioni: tipologie, strutture narrative, formati, fonti. Le scelte da effettuare sono molteplici ed è bene tenere sempre in considerazione i risultati di apprendimento attesi con un occhio di riguardo per la semplicità e il giusto peso di carico cognitivo.Riguardo a questo ultimo aspetto è bene aggiungere che il tempo dell’e-learning si differenzia da quello in aula per almeno quattro motivi: salute (l’impegno immobile davanti allo schermo richiede un distacco ogni venti minuti per almeno venti secondi), attenzione (se in aula la soglia è 45 minuti nelle lezioni, online si riduce drasticamente e solo una ferrea volontà induce lo studente a rimanere concentrato), modalità comunicativa mista (oralità e scrittura), efficacia (Bruschi, Peressinotto, 2020).Il format per un'ora di lezioneTenendo conto di questi aspetti, il “format” per un’ora di lezione, con l’alternanza di strumenti, contenuti e interazioni, può essere ripetuto per l’intero ciclo di lezioni e ha come intento principale:trasmettere efficacemente e con semplicità i contenuti (strumenti dedicati per contenuti precisi);mantenere un’attenzione viva negli alunni;coinvolgere attivamente gli alunni;consentire la memorizzazione dei concetti;eliminare la distanza che inevitabilmente si crea con il filtro del doppio schermo.Alcuni autori (Bruschi, Peressinotto, 2020) propongono una suddivisione temporale in un modello 20-20-20 in cui i tre blocchi sono così composti:20 minuti didattica trasmissiva – video in diretta (saluto, presentazione, esposizione, consegne);20 minuti di approfondimento individuale – collegamento (lettura autonoma, visione, ricerca, esercizi);20 minuti di revisione e rielaborazione- video in diretta (condivisione, dibatto, sondaggi, esercizi, conclusioni - cliffangher).

FAQ 10. Quale differenza c'è tra l'esonero e la dispensa parziale per le lingue straniere? (ed. PLUS)

FAQ 11. Quale differenza c'è tra PEI e PDP? Al bambino con DSA serve un PEI o un PDP? (ed. PLUS)

FAQ 15. La famiglia può chiedere di tenere nascosto il disturbo e applicare solo forme di tutela che non siano visibili o riconoscibili come tali dai compagni? (ed. PLUS)

Progettare una videolezione

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