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Il linguaggio della fantasia di Rodari
L’importanza di sbagliare, di immaginare strade per diventare grandi, di dare spazio alla fantasia

Maestro scrittore, maestro di scrittura. Gianni Rodari riesce ancora oggi ad essere attuale, nonostante il suo lessico abbia il sapore di altri tempi. Nel semaforo blu che indicava la via del cielo, o nell’uomo che rubava il Colosseo perché incapace di dire “nostro”, oppure nei sette fratelli che erano una persona sola e per questo non potevano più farsi la guerra, c’era il linguaggio della fantasia per parlare della realtà, non per evadere da essa, ma per trasformarla. Erano così anche le Filastrocche in cielo e in terra (1960) con i loro personaggi veri dell’Italia di quel tempo che lottavano contro le ingiustizie: un intreccio tra educazione e politica, insegnamento e apprendimento con la possibilità di edificare un’umanità migliore.
Storie dove tutto è possibile
Le sue storie “capovolgenti” riuscivano ad essere al tempo stesso assurde e reali e portavano il lettore in un nuovo mondo. Nelle storie sbagliate del Libro degli errori (1964) agli errori ortografici, grammaticali o semantici è riconosciuto un valore, la possibilità di un pensiero divergente, da indagare, o di una storia che vale la pena raccontare. Nei suoi racconti tutto diventa possibile, perché tutto può essere detto e compreso. I suoi personaggi ricorrenti come Alice Cascherina e Giovannino Perdigiorno, icone della curiosità, ci parlano costantemente di questa condizione. Aprendo i suoi libri possiamo scoprire qualcosa del suo essere maestro e, chiudendoli, possiamo sognare ciò che vorremmo essere.
“Per il bambino noi diciamo: facciamo una scuola in cui possa entrare il bambino intero e restare intero. Cioè, non solo con la sua capacità di ascoltare e di ripetere. Non solo con la sua capacità di imparare a leggere e scrivere e a far di conto, ma di fare tutte le cose che può fare che sono molte di più di quelle elencate nei programmi scolastici. Non si chiede che i bambini facciano meno cose a scuola. Possono fare dieci volte di più di quello che fanno se anche loro entrano in questo progetto. Se loro sentono che questa scuola è fatta per farli camminare in tutte le direzioni in cui sono capaci di camminare e non soltanto in una o due”. (Nibbi, Rodari, 2006, p. 107)
Spazio agli errori, alla fantasia, al sorriso
Con queste parole Rodari dà valore a ciascuna persona proprio partendo dall’infanzia, riconoscendola protagonista della società. Dalle sue parole si può cogliere l’importanza di sbagliare, di immaginare diverse possibili strade per diventare grandi, di dare spazio alla fantasia e al sorriso, ogni giorno, come via che permette di accogliere i bambini e i colleghi ogni mattina all’entrata, di affrontare con un po’ di speranza le difficoltà e gli insuccessi, di inseguire gli interrogativi che i bambini ci portano. La capacità di mettere in rima temi importanti, di comunicare anche ai più piccoli ciò che la vita può essere, con i suoi doni e le sue assurdità. Rodari racconta i suoi sogni di uomo per insegnare a guardare oltre e cambiare ciò che non va. Perché parlare ai piccoli è un po’ parlare a tutti ed è questo ciò che ogni docente deve imparare a fare.
- Rodari, G. (1960). Filastrocche in cielo e in terra. Torino: Einaudi.
- Rodari, G. (1964). Libro degli errori. Torino: Einaudi.
- Rodari, G. (a cura di Nibbi, F.) (2006). Esercizi di fantasia. Roma: Editori Riuniti.