Montessori: liberi di apprendere

La didattica dei laboratori - "Pillole" per cominciare bene

I primi segni dei bambini - "Pillole" per cominciare bene

Ascoltiamo e raccontiamo

Un libro per amico

Come e perché scriviamo

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 Apprendere oralmente la lingua nativa fa parte di un percorso evolutivo che plasma il cervello già prima della nascita predisponendolo a una rapida acquisizione – si pensi ai periodi di “esplosione del vocabolario” – grazie all’esposizione alla lingua parlata. Invece, non fa parte dello sviluppo “naturale” l’uso della lingua scritta, sia relativamente alla sua decodifica (lettura) che alla sua produzione (scrittura) ma si struttura all’interno di un processo intenzionale di insegnamento/apprendimento. Al cervello della specie sono occorsi circa duemila anni per giungere a utilizzare un alfabeto non pittoricoideografico ma composto da sem
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Apprendere oralmente la lingua nativa fa parte di un percorso evolutivo che plasma il cervello già prima della nascita predisponendolo a una rapida acquisizione – si pensi ai periodi di “esplosione del vocabolario” – grazie all’esposizione alla lingua parlata. Invece, non fa parte dello sviluppo “naturale” l’uso della lingua scritta, sia relativamente alla sua decodifica (lettura) che alla sua produzione (scrittura) ma si struttura all’interno di un processo intenzionale di insegnamento/apprendimento. Al cervello della specie sono occorsi circa duemila anni per giungere a utilizzare un alfabeto non pittoricoideografico ma composto da semplici e arbitrari segni grafici, privi di un esplicito corrispettivo simbolico.
Oggi i nostri alunni riescono a familiarizzare con questo codice scritto nell’arco di circa duecento giorni. L’importanza della padronanza del codice linguistico orale e scritto in tutte le sue forme e funzioni (lessicale, sintattica, pragmatica) è ampiamente supportata da numerosi studi teorici, prove empiriche e riferimenti storici. Nell’antichità, le differenze maggiori che i Greci sentirono rispetto agli stranieri (rispetto agli abitanti delle altre poleis) non furono le differenze etniche, bensì le difficoltà linguistiche. La lingua, come sottolineò anche Aristotele nel I libro della Politica, specie per un popolo “filosofico” e “dialettico” come i Greci, era un elemento molto importante, poiché solo una comunicazione comprensibile consentiva l’apprezzamento della profonda umanità dell’altro. Niente di più attuale.
Dunque, non soltanto parole ma finestre per immergersi in mondi fantastici, atti linguistici per fare e per conquistare, trampolini di lancio per oltrepassare ostacoli e tabù, risorse energetiche per tutti i tipi di pensiero (logico, matematico, critico ecc.), parole tra noi per raccontarsi e cooperare.


Parole, soltanto parole?

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